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Noterelle

APPRENDISTA STREGONE

EMILIO CORBETTA - 15/05/2020

topolinoDa un po’ di tempo la capacità di interpretare i numeri si è diffusa in modo epidemico, tanto per usare un termine divenuto malauguratamente di moda.

A dir la verità parecchi notiziari da sempre ci hanno comunicato insistentemente i numeri e i grafici delle così dette “borse” delle varie nazioni ma, salvo i possessori di cognizioni economiche, gli altri faticano ad interpretarli, a comprendere e rilevare i problemi dell’economia. Ultimamente accanto a questi numeri altri ne vengono ripetuti, con una certa ossessione, a tutti i telegiornali per aggiornarci sull’andamento della malattia principe di questi primi decenni del secolo. Ad essi vengono poi legati tanti altri numeri che dovrebbero fotografare la magra realtà che stiamo vivendo: numeri relativi alla scuola, alla distribuzione delle mascherine, ai tamponi eseguiti, alle persone decedute, alla dispnoica economia martoriata dalla pandemia. Coinvolti o travolti dai numeri e dai grafici comprendiamo la significatività e il macabro valore della disgrazia che ci ha investito. La situazione dunque ci ha fatto diventare più attenti ai numeri non per amore della matematica ma per le paure, i timori, i dolori che quei numeri suscitano.

In effetti è facile pensare che noi o un nostro caro potrebbe essere nel numero dei malati, nel numero dei morti, nel numero dei disoccupati, nel numero dei costretti a ricevere i pasti distribuiti alle famiglie in difficoltà, essendo diventati poveri di colpo.

Più complesso è interpretare i numeri del prezzo del petrolio che scende vertiginosamente: lo stiamo utilizzando meno per cui diventa indice del numero di fabbriche ferme, delle turbine che producono energia elettrica ferme, perché i motori delle macchine delle fabbriche son fermi. 

Ma non sarebbe sufficiente chiudere i rubinetti dei pozzi di questo oro nero, come viene chiamato? Sembra invece che i produttori debbano continuare ad estrarre petrolio.

A questo punto vien in mente la favola di “Topolino apprendista stregone” che, per non faticare a portare secchi pieni d’acqua, compie la magia di farli portare ad una scopa trasformata in un automa indefesso. Commette però l’errore di non imparare anche a fermare questo aiuto e si trova nel disastro. Topolino aveva a che fare con l’acqua, noi invece col petrolio, liquido stupendo che ci dona energia, ma con troppa generosità, per cui molta di questa potenza sfugge al nostro controllo ed innalza la temperatura della nostra atmosfera, ma anche la inquina con tutte le conseguenze che stiamo constatando sul preziosissimo clima che ha permesso la comparsa della vita biologica su questo eccezionale pianeta che ci sta portando nello spazio. 

Tutto qui? Semplice, vien da ripetere: chiudiamo il rubinetto, ma in pratica non si può? Problema solo tecnico o ci sono altri ostacoli? Purtroppo pare che gli ostacoli ci siano e pare siano strettamente legati alla scelta fatta di mettere la nostra vita in un apparato culturale non uguale ma molto simile a quello del re Mida. Forse è una esagerazione ma l’incapacità di vedere i difetti legati anche alle cose credute buone è grande. Tutto appare positivo, tutto ci attrae ma ovviamente l’esagerazione nei consumi, il non capire che i comportamenti dei singoli si ripercuotono sulla comunità, il non saper frenare gli egoismi crea disastri e reazioni che dividono la comunità umana indebolendone la vita.

Viviamo un grande drammatico momento che fatichiamo ad interpretare; la natura si sta difendendo con i suoi mezzi: i virus ad esempio perché troppi uomini sono pesanti da portare in giro nello spazio. Ironia stupidamente drammatica? Non c’è dubbio, ma noi forse siamo tutti più stupidi (qualcuno potrebbe dirmi parla per te!) perché ci stiamo suicidando con la deviazione della nostra cultura, che ci fa scherzare con un petrolio che evidentemente non sappiamo controllare, come detto. Forse (ripeto forse) abbiamo capito che con l’energia atomica non si scherza e che potrebbe cancellare il genere umano dalla terra, ma non abbiamo capito che, utilizzando sempre più energia minerale, possiamo fare la stessa fine e forse più lentamente ma con maggior sofferenza.

Ma non abbiamo scienziati, esperti, cervelloni immensi che conoscono tutto e che potrebbero risolvere i problemi di una intera umanità? Si, ci sono ma anche questi testoni sono collocati in creature che hanno i difetti di tutti gli altri per cui, se non hanno una grande carica di umanità, di umiltà, possono commettere anche loro grandi peccati e diventare origine di grandi fregate ….

La favoletta di Topolino apprendista stregone, semplice e chiara evidenzia una drammatica realtà.

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