Partiamo dai numeri forniti dalle analisi della società Sintagma di Perugia che sta analizzando la viabilità della città giardino. I numeri dicono impietosi che nelle ore di punta (7 – 9.30 e 17 – 19.00) passano in media da Largo Flaiano 7.416 automezzi: 1.968 provengono dall’autostrada e di questi 519 svoltano verso viale Borri e Giubiano, altri 2.148 arrivano da via Magenta e altri 3.300 da via Sant’Imerio.
Cifre che confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, l’urgenza di porre rimedio all’assedio automobilistico che nel corso degli anni ha compromesso e snaturato la principale porta d’ingresso a Varese, quella aperta dall’inaugurazione il 21 settembre 1924 della prima autostrada italiana che la collegava e che ancor oggi la collega a Milano. Un privilegio diventato una iattura nel dopoguerra grazie al boom della motorizzazione di massa e all’indolente miopia con cui le classi dirigenti della città subirono il fenomeno anziché governarlo.
Sarebbe bastato costruire un razionale sistema di tangenziali esterne e di raccordi urbani veloci interni. Comunque sia nell’anno 2020, assai poco propizio a noi tutti per via della pandemia di coronavirus, l’assedio delle auto è lì ogni giorno a ricordarci come un brano di città sia diventato invivibile, degradato, sporco e rischioso. Perché non bisogna dimenticare che sul ponte delle Fs di via Magenta, allargato di non molto nei primi ’60 e successivamente intitolato alla scrittore e polemista Ennio Flaiano, convergono la bellezza di ben nove strade: Autolaghi, Sant’Imerio, Goldoni, Magenta, Bixio, Gradisca, Lazio, Tamagno e Borri. Un record.
Si tratta in pratica di uno spazio di giro automobilistico con tempi semaforici limitatissimi che generano code interminabili e un inevitabile corollario di inquinamento atmosferico. E’ una delle tre grandi “piaghe d’Egitto” che affliggono Varese, le altre due come detto in altre circostanze, sono l’area della stazioni – in via di rianimazione – e piazza Repubblica che si riaffida al mercato in attesa del recupero dell’ex caserma Garibaldi. Per la prima nel buio fitto di proposte e soluzioni di questi anni si è fatta strada, nelle scorse settimane, la proposta di Sintagma che punta sul raddoppio verso sud del ponte sopra la linea ferroviaria e sulla costruzione di una maxi rotatoria ovale con una capacità di smaltimento del traffico tale da eliminare/ limitare i semafori, di permettere la svolta diretta in viale Borri e di alleggerire in maniera consistente l’attuale concentrazione di intersezioni stradali. Se vogliamo una rivisitazione più funzionale e coraggiosa del vecchio progetto firmato dall’allora sindaco Aldo Fumagalli e dall’assessore alla viabilità Alessio Nicoletti. Progetto bocciato dal Consiglio comunale nel 2011 – regnante Fontana – nonostante un corposo finanziamento regionale.
La validità della nuova soluzione targata Perugia è strettamente correlata al completamento del nuovo svincolo stradale in costruzione in località Cuor di Sasso, nell’ex area occupata dal vecchio calzificio Malerba all’altezza dell’incrocio Gasparotto – Corso Europa. Un raccordo, forte di due maxi rotonde, posto al servizio del nuovo supermercato Esselunga ma anche di tutto il traffico in transito in questa zona nevralgica. Da qui gli automobilisti, anche quelli provenienti dall’A8, potranno più facilmente immettersi in città utilizzando al meglio Corso Europa e allentando quindi la pressione su Largo Flaiano. Lo ribadiamo: due interventi funzionali l’uno all’altro per fluidificare il flusso dei veicoli e garantire un collegamento diretto A8 – viale Borri. Il maxi intervento per Esselunga costerà non meno di 10 milioni di euro – tutti a carico del supermercato – mentre i costi per il nuovo ponte e la nuova rotonda di largo Flaiano – a carico della collettività – sono ancora in via di accertamento. Si tratta comunque di un’occasione storica per ridefinire, anche dal profilo estetico e ambientale, il più importante ingresso a Varese. Senza dimenticare che la costruzione della stessa Autolaghi potrebbe essere utilmente ricordata nel nuovo Largo Flaiano come un elemento di orgoglio ingegneristico nazionale e come una curiosità storica per i tanti turisti che arrivano a Varese.
Basterebbero pochi e significativi pannelli cronologici dei lavori di costruzione grazie ai quali, nel giro di due anni, venne al mondo la prima arteria italiana riservata in esclusiva al traffico a motore. L’innovativo progetto fu del senatore del Regno d’Italia ingegner Piero Puricelli.
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