Sarà un 25 aprile molto diverso rispetto a tutti quelli ai quali ho partecipato negli ultimi decenni. E molto, molto diverso rispetto al 25 aprile del 1945.
Nei vari racconti e diari di quei giorni si legge di interi comuni in festa che applaudivano gli uomini e le donne della Resistenza. La gente nelle strade e nelle piazze rideva, acclamava, si abbracciava con qualche lacrima di commozione.
A 75 anni di distanza niente cortei, niente momenti di ricordo e omaggi comunitari così come li abbiamo fin qui conosciuti. Ogni celebrazione del 25 aprile ha avuto la sua connotazione in funzione dei cambiamenti sociali, economici, culturali, politici che il Paese nelle singole epoche ha vissuto.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una giornata della Liberazione così silenziosa e vissuta da ciascuno in solitudine, nel pieno rispetto di quel distacco sociale che le autorità sanitarie, da settimane, ci chiedono.
Chissà se nel ’45 avrebbero mai potuto immaginare quello che sta accadendo oggi. Una battaglia contro un nemico invisibile, tanto diverso da quel nazifascismo crudele contro cui hanno combattuto i nostri nonni e i nostri genitori. I nostri nonni, proprio quella generazione che ora è messa più a rischio dall’emergenza che stiamo vivendo.
Non sarà una Festa della Liberazione “consueta”, dicevamo. Ma noi ci siamo ugualmente: “distanti ma uniti”, come tante volte sentiamo ripetere in questi giorni. Uniti perché vogliamo ricordare il sacrificio di tanti che, innamorati della libertà e della democrazia, sono giunti a sacrificare la propria vita per affermare questi valori. Il loro sacrificio ha portato alla costruzione di uno Stato democratico solido, capace di inserirsi in un contesto europeo e internazionale per riaffermare con costanza quei valori che hanno animato ed alimentato la Resistenza e che venivano gridati a gran voce nelle piazze nel 1945.
Quest’anno le celebrazioni appariranno molto più distanti, come se tutto d’un colpo il clima di festa e di speranza dopo 75 anni si sia spento. Non è così. Quell’energia democratica è viva e vivace nella comunità varesina e, grazie alla tecnologia e alle nuove modalità di comunicazione, vivremo un 25 aprile “social” ma ugualmente appassionato. Al 25 aprile 2020 di Varese sarà possibile partecipare online, grazie a uno speciale approfondimento che comincerà alle ore 10.00 sulla pagina Facebook del Comune e sul sito www.vareseinforma.it.
Ci saranno le istituzioni pubbliche cittadine, provinciali e regionali. Ci saranno i partigiani, cui tanto dobbiamo e che mai smetteremo di ringraziare per quanto hanno fatto. E poi ancora le autorità laiche e religiose e i bambini delle nostre scuole, alcuni dei quali saranno insigniti del premio “25 aprile” istituito dal Consiglio comunale di Varese dopo la fine del conflitto mondiale. Un premio pensato per tramandare e ricordare i valori della Resistenza e il forte senso di comunità e di speranza che caratterizzò quegli anni. A ricordare e a rinnovare la nostra fedeltà a qui principi e ai quei sentimenti saremo in tanti, e saremo assieme a tutti quei bambini e quei ragazzi che hanno voglia di guardare al futuro e che hanno riempito le case della città di disegni con l’arcobaleno e con lo slogan “andrà tutto bene”.
Festeggiare così i tre quarti di secolo della nostra libertà nazionale potrà sembrare strano, ma darà a tutti noi lo stesso sguardo di fiducia da cui questa festa trae la sua origine. Alla fine della seconda guerra mondiale si apriva un orizzonte ignoto, cui tutti guardavano carichi di aspettative. Così anche noi guarderemo al nostro 25 aprile, fiduciosi di poter poco per volta riprenderci quegli aspetti delle nostre vite che il virus ci ha momentaneamente tolto.
Nelle scorse settimane c’era chi ipotizzava questa data altamente simbolica per una nuova liberazione, con la fine delle misure restrittive proprio in concomitanza di questa ricorrenza. Non sarà così, dovremo aspettare ancora un po’. E poi ricominciare per gradi, senza compromettere gli sforzi che ognuno di noi ha portato avanti in questi mesi e, soprattutto, quelli di chi è ed è stato in prima linea per sconfiggere il virus. Penso in particolar modo ai sanitari e a tutti coloro che svolgono lavori di pubblica utilità nell’ambito del trasporto pubblico, della raccolta dei rifiuti, del settore industriale e della distribuzione. A loro va, da parte mia, un grandissimo ringraziamento.
Esprimo poi grande vicinanza a tutte quelle famiglie che, come allora, hanno in queste settimane perso persone care, a causa di un male molto diverso ma ugualmente malvagio.
Arriverà anche la liberazione dal virus. Ci vorrà tempo, ma ce la faremo e ce la faremo assieme. Proprio come insieme saremo anche in questo 25 aprile. Buona Festa della Liberazione a tutti.
Davide Galimberti, Sindaco di Varese
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