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Politica

ORGOGLIO DEI LOMBARDI

GIUSEPPE ADAMOLI - 24/04/2020

lombardiaNon mi piace lo slogan “Prima gli italiani”. Figuriamoci se dirò “Prima i lombardi” ma continuerò a dire, contro gli “untori” della rivalsa, della rassegnazione e della frustrazione, che senza Lombardia l’Italia non sarebbe la potenza industriale che ancora oggi è.

Ma quale filosofia del profitto ad ogni costo! La Lombardia è principalmente cultura del lavoro, vitalità del sistema produttivo, amore del rischio d’impresa, coesione sociale, storica capacità di accoglienza, apertura e contributo alle novità nel mondo.

Che sorpresa è se i lombardi vogliono tornare presto alle attività economiche? Lo vogliono gli imprenditori che altrimenti rischiano di non riaprire più e lo vogliono, molto, i lavoratori che desiderano solo farlo in sicurezza. Mettere l’una parte contro l’altra è stupido scontro ideologico. Il problema da risolvere è la linea strategica da seguire per la ripartenza.

Questa linea la deve dare Roma. Se non si è ancora capito che in una emergenza sanitaria di questo tipo è il governo centrale che prende in pugno la guida e fa rispettare le sue decisioni siamo sull’orlo del burrone. L’esigenza reale è chiara, oggi più che mai, lavoro e sicurezza dei lavoratori sono due facce della stessa medaglia in tutta Italia.

Regione Lombardia sbaglia clamorosamente quando imbocca strumentalmente la strada della polemica astiosa con Roma volendo fare da sola, ad esempio, per la ripresa dopo il 4 maggio. Faccia pesare le sue proposte ai tavoli nazionali. E spieghi come mai in 48 ore è passata dal no alla piccola apertura del governo sulle cartolibrerie al suo contrario.

Con le contrapposizioni insensate si rafforza il montante e pericoloso centralismo di ritorno. Anzi, bisognerebbe far subito capire che dopo la crisi c’è la disponibilità per discutere nella Conferenza Stato-Regione le modifiche da apportare al sistema sanitario italiano che deve restare imperniato sulle Regioni ma con una guida univoca sui livelli essenziali di assistenza e su altre importanti finalità di equità nazionale.

Questa non è affatto una posizione aprioristica contro la Regione leghista. Ho infatti contestato l’idea che il governo centrale possa commissariare la Sanità lombarda, il che equivarrebbe a commissariare la Regione più importante d’Italia che ha una solida maggioranza di circa il 60%. Un altro conto è invece la proposta, purché discussa e decisa in Regione e non a Roma, di un eventuale commissario per il coordinamento dei servizi di medicina territoriale.

La Lombardia come Istituzione cerchi di mettersi all’altezza della Lombardia come società. L’ambizione di essere i “primi” è connaturata a questa terra e va benissimo ma la Regione, se non vuole compiere un fatale errore, agisca con intento unitario nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità costituzionali senza imperdonabile arroganza.

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