L’apostolo Tommaso non era presente la sera del giorno di Pasqua, quando Gesù entrò nel Cenacolo a porte chiuse; per questo non riuscì ad accettare la testimonianza degli altri apostoli che gli dissero di aver visto il Signore. Questa, a ben vedere, è la nostra stessa condizione. Noi non siamo vissuti al tempo di Gesù, non lo abbiamo visto crocifisso nella carne né lo abbiamo incontrato risorto. Non ci è stato dato di vederlo coi nostri occhi, né abbiamo potuto toccarlo con le mani. Eppure – ci dice Gesù – siamo beati, se, senza vedere e senza toccare, crediamo. Siamo beati, se non pretendiamo la con-statazione fisica, materiale, ma, accogliendo il dono dello Spirito Santo, lasciamo che i nostri sensi vengano trasfigurati, spiritualizzati.
Allora vediamo con gli occhi della fede e tocchiamo con le mani della fede, accettando la testimonianza di chi ha visto perché ha avuto la grazia di vivere con Gesù. La Chiesa – quella di oggi e quello di sempre – poggia la sua fede sulla testimonianza di quei primi amici. In particolare la fede nella risurrezione non toglie affatto lo “scandalo” della croce; la parola della croce rimane stoltezza per il mondo, per quel mondo che tutti ci portiamo dentro.
Questo nostro tempo, in particolare, è ancora così incredulo… Quanti ridono o fanno del sarcasmo davanti all’affermazione che Cristo è risorto e che noi risorgeremo! La parola della risurrezione è sempre stata difficile da accogliere e da comprendere, se noi mettiamo davanti la nostra ragione e i nostri sensi. Chi crede arriva a vedere l’invisibile, ma a condizione che si affidi, che diventi davvero umile.
Essere chiamati alla fede è un dono immenso, gratuito, da accogliere con un cuore da bambini, che si affidano senza difficoltà. Sostanzialmente si tratta di credere all’amore. Quante cose nella logica dell’amore sono illogiche secondo la ragione! Non sono opposte alla ragione, ma la superano così tanto da farle “perdere il controllo”. Fede e ragione non si oppongono l’una all’altra, ma la prima trascende l’altra e la può illuminare, così come anch’essa può essere resa più salda dalla ragione.
Il Signore illumina la mente e il cuore insieme; del resto non si può credere senza amare e non si può amare senza credere. Questo vale anche sul piano umano. Se non mi fido di una persona e non le do credito, non riesco ad amarla. Se invece la amo, riesco anche a credere a quella persona, a conoscere la sua realtà profonda, perché si conosce veramente quando il cuore e la mente si uniscono e si lasciano illuminare dallo Spirito Santo che è Sapienza divina, Amore.
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