La Pasqua inizia così. Bisogna andare a vedere quel luogo di morte. Non si può più fuggire davanti alla sofferenza e alle ferite dei poveri. Da quel sepolcro cominciamo di nuovo a cercare il Signore. Sono delle donne, deboli e disprezzate, che per prime vanno a cercare Gesù. Con le loro (e le nostre) incertezze e paure, entriamo anche noi nel sepolcro di Gesù, dove incontriamo un angelo di Dio che dice a noi: “Non abbiate paura! È risorto, non è qui”.
Non abbiate paura di entrare nel buio del sepolcro, nel buio della vita degli altri, nelle loro sofferenze, nel loro dolore. Non abbiate paura di stare davanti al crocifisso, di volgere a lui i vostri occhi. Nell’incertezza e nel timore è la voce di Dio, la sua Parola che oggi si rivolge a voi. Non continuate a cercare il Signore nelle abitudini vecchie, nei sentimenti scontati, come se non cambiasse mai nulla nella vita. Nessuno è più prigioniero di se stesso, del peccato, della morte. Prigioniero dei suoi sentimenti incerti, del suo umore, delle sue preoccupazioni, delle sue paure.
Sei libero, sei nuovo! La luce di Cristo ti illumina, ti fa vedere quello che non vedevi, orienta la tua vita, è speranza nei tempi difficili. È l’inizio di una nuova creazione, che viene a farci riscoprire che in ognuno di noi c’è la presenza di Dio. La Pasqua cambia la vita, guida i passi incerti di quelle donne verso gli altri, le libera dalla paura perché comunichino la gioia e la speranza della resurrezione. La fede libera il cuore dalla paura e dall’incertezza, come dall’orgoglio di chi credersi migliore degli altri.
Il Signore risorto è vivo nelle nostre comunità raccolte in preghiera, vicine a chi soffre, accanto alle ferite di chi ha bisogno. La sua resurrezione è luce di speranza per il mondo, è protezione per i poveri, è seme di pace e di unità in un mondo di gente divisa. Anche noi andiamo verso gli altri. Abbiamo qualcosa di nuovo da dire a tutti! Abbiamo una speranza per il mondo, una luce nel buio. Non indugiamo nell’incertezza, non prendiamo le parole dell’angelo come una cosa scontata, come abbiamo fatto volte davanti alla Parola di Dio. Non diciamo di essere incapaci, deboli, piccoli o troppo impegnati. Lasciamo che sia l’angelo a parlare in noi. Dio ci metterà sulla bocca le parole da dire.
Diventiamo profeti della resurrezione, per rivelare al mondo l’amore di Dio che non si rassegna alla morte e al male. Come quelle donne abbandonarono in fretta il sepolcro, anche noi mettiamoci in moto, senza perdere tempo inutile. Il mondo ha bisogno di donne e uomini della resurrezione! C’è bisogno di voci di speranza per i tempi difficili che viviamo!
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