L’emergenza dovuta all’epidemia di COVID-19 sta mettendo tutto e tutti alla prova. Siamo stanchi, sì, eppure niente affatto vinti. In questi giorni difficili, infatti, lo stress sta facendo emergere in modo inequivocabile la vera pasta di cui è fatta la nostra società e la sua straordinaria forza.
L’epidemia ci mette di fronte a quello che non siamo riusciti a capire o a fare nei tempi di benessere. Sconvolge le scale di priorità e ci obbliga all’essenziale. Ci fa rivalutare il valore della professionalità, della disponibilità, perfino dell’eroismo. Ci scuote da quello che era il nostro tran tran quotidiano dove tutto era scontato.
In questi giorni abbiamo avuto conferma della generosità e della solidarietà della gente e dei popoli; un valore che non è retorica, ma che è splendida realtà e radice della nostra civiltà. Un valore che si dimostra autentico e forte proprio ora, in un tempo difficile in cui chiunque potrebbe a buon diritto preoccuparsi esclusivamente del proprio futuro, anche economico.
Questa emergenza ci spalanca verso un domani che non sappiamo prevedere con certezza, ma che non sarà certo semplice. Il futuro, quello prossimo e quello più lontano, obbligherà molti a nuove scelte. Anche in questo momento così particolare, però, sono tante le persone, le aziende e le fondazioni che non sono rimaste ferme e che, anzi, hanno scelto di donare qualcosa a chi si trova più in difficoltà. Abbiamo esempi di personalità note, da Armani ai Caprotti, dalle star dello sport a quelle della musica. Ma anche altre di tantissima gente comune, di semplici cittadini che si sono messi in gioco in prima persona.
Questo movimento individuale è molto importante. Consente di offrire nuove risorse per incrementare i fondi di emergenza e, soprattutto, permette di attivare agili meccanismi di risposta. Il Decreto legislativo dello scorso 17 marzo ha previsto, per esempio, che le risorse acquisite con le donazioni – per le quali sono previsti anche incentivi fiscali – possano essere spese con un iter semplificato, permettendo così di soccorrere più velocemente i settori in sofferenza. E mai come oggi agire subito può significare salvare quante più persone possibili.
La filantropia non è nuova nel nostro panorama nazionale e cittadino. Esiste da decenni e si occupa di tanti temi centrali per lo sviluppo e il benessere della persona. Spesso si esercita sottotraccia, mostrando non i protagonisti ma gli effetti e la forza di gesti che possono guidare al meglio la generosità. Oggi questo mondo mette a disposizione le sue reti costruite negli anni, la sua capacità di collaborare e di fare squadra. Prendiamo esempio da questo modello, per rispondere all’emergenza di oggi e per costruire poi assieme il nostro futuro poiché avremo bisogno a lungo di benefattori che possano supportare coloro che sono e saranno più in difficoltà.
In queste ore possiamo tutti vedere un fiume di partecipazione popolare che dimostra di quanta solidarietà sia capace il popolo italiano. Lo vediamo nelle grandi campagne messe in campo dalla Protezione civile; una squadra eccezionale, quest’ultima, nata dall’idea lungimirante del nostro Giuseppe Zamberletti. La sua radice varesina è un tratto che possiamo rivendicare con orgoglio, andando fieri del ruolo essenziale che questo organismo sta ancora una volta esercitando in difesa della popolazione italiana. Nella sua storia, però, la Protezione civile si è spostata anche oltre i confini italiani, diventando protagonista – ed è solo uno dei tanti possibili esempi – nella Croazia terremotata. Bene, ci piacerebbe che questo spirito e questa capacità di collaborazione diventino un faro per tutto il nostro continente, con un’Europa che sappia rinnovarsi e migliorarsi nel sostegno reciproco tra i diversi Paesi.
La mossa, la volontà di mettersi in gioco, è individuale. Così come di ogni singolo individuo è la responsabilità che può derivare da una scelta di questo genere. Solo con questa coscienza personale, poi, si può pensare a unirsi. E, per unirsi, sono tante le iniziative anche “silenziose”. A Varese, per esempio, tra le molte attive si possono citare la piattaforma di Italia non profit e Assiferro, le proposte di Fondazione Cariplo e Fondazione Comunitaria del Varesotto e quelle de Il Circolo della bontà. Modalità e realtà diverse per un unico obiettivo: arrivare a una concreta filantropia di squadra.
È importante conoscere queste iniziative. Esserne grati, parteciparvi nei limiti della possibilità di ciascuno. E diffonderle tra i propri familiari, amici, colleghi di lavoro.
Andiamo avanti con speranza, Varese. Guardiamo al futuro con spirito solidale, aiutando per come e per quanto possiamo. Per il bene di ognuno e di tutto il nostro bellissimo Paese.
Davide Galimberti, Sindaco di Varese
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