La donazione più commovente l’abbiamo ricevuta da Gerusalemme: mittenti due giovani sposi, Lucia e Jamil, lei velatese, insegnante di violoncello al conservatorio della Custodia Francescana, il Magnificat; lui palestinese di religione cattolica. Aspettano un bambino che nascerà a Betlemme, il paese natale di Jamil. Il quale, unendosi in matrimonio con un’italiana avrà finalmente un passaporto e smetterà di essere qualificato profugo. Ma ci sono arrivate offerte dagli Stati Uniti, da diversi paesi europei, insieme, ovviamente, alle oltre 4.000 elargizioni dei varesini, dei bustocchi, dei milanesi.
La Fondazione Il Circolo della Bontà, che sostiene in maniera trasversale e generalista gli ospedali della Asst-Sette Laghi, sta vivendo ore convulse ed entusiasmanti per la sua raccolta fondi, lanciata l’8 marzo, in largo anticipo: mentre scrivo siamo a quota 400mila euro e la generosità, la grande fiducia della gente non si esauriscono.
È un bene: dopo aver affrontato l’oggi (primum vivere), acquistando e donando all’azienda materiali e sistemi di rianimazione, ci sarà un impegnativo dopo. Gli ospedali, smontati per l’emergenza Coronavirus, dovranno tornare alla normalità. Ma bisogna interrogarsi su questa parola. È normale che nel nostro Paese, dagli anni ’80 al 2017, i posti- letto si siano più che dimezzati? È normale il conflitto palese di competenze tra regioni e poteri centrali? Ed è, infine normale, che su beni acquistati da una Onlus no profit per essere donati in via rapida, lo Stato pretenda il 22% di IVA, tassando di fatto la beneficenza? Possibile che i decreti emergenziali del governo non abbiano previsto, con un comma, di eliminare o sospendere questa vergogna? S’è indignata anche la stampa nazionale, ma tant’è. Ancora nessun segnale da Roma.
Ci vorrebbe un libro per raccontare gli episodi che il nostro Cda e la nostra addetta al marketing Isabella hanno vissuto da vicino. Un gruppo di ventenni si è mosso in autonomia e ci ha versato 46mila euro, lasciandoci di pietra. Abituali frequentatori del Fantacalcio a Varese hanno messo sul nostro conto l’equivalente delle scommesse che avrebbero fatto se i campionati non fossero stati sospesi. Enzo Iacchetti, Memo Remigi, l’artista di strada Andrea Ravo hanno postato videomessaggi di incoraggiamento per la nostra iniziativa di bontà. Già la bontà, un valore che nel 2011, presentando la Fondazione, pensammo di utilizzare dovendole dare un nome di facile comprensione.
Si sono mosse anche le aziende con versamenti significativi: Prealpi Spa di Varese, Modecor di Cuvio e i Rotary, i Lions, gli Alpini. Un giornale on line di Zurigo, Corriere dell’Italianità, ha ripreso e rilanciato la nostra raccolta.
Preoccupati di gestire con trasparenza questi flussi di denaro, abbiamo deciso di nominare Giorgio Zanzi, uomo dello Stato, ex prefetto di Varese, commissario territoriale e garante. Anche qui si è pensato al futuro, vedendo che altre associazioni settoriali come Varese con Te e Varese per l’Oncologia, anziché donare direttamente, si servivano del Circolo della Bontà, sapendolo in stretta con Asst-Sette Laghi, beneficiaria delle risorse. Ci è parso giusto fare tesoro degli insegnamenti di Giuseppe Zamberletti, nella sua città: fu lui in Friuli e in Irpina a proporre il modello interforze sul fronte delle emergenze nazionali. Abbiamo in mente, per l’avvenire, la costituzione di un Fondo di Cittadinanza Sanitaria nel quale depositare risorse private con le quali sostenere, in casi straordinari come una pandemia, le casse pubbliche. Grazie a RMFonline: è una voce dei cattolici, della chiesa ambrosiana, di quel Papa che ha pregato per il mondo sotto la pioggia, impartendo la sua benedizione in una piazza San Pietro grigia e vuota.
Gianni Spartà, presidente Fondazione Circolo della Bontà Onlus
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