Opinioni
L’ICEBERG
ANTONIO MARTINA - 27/03/2020
Mappa dei contagi in Lombardia al 12 marzo
L’attuale situazione, certamente delicata quanto pericolosa, viene vissuta da alcuni cittadini in maniere abbastanza superficiale. Nonostante le regole stringenti di collaborazione, molte persone non hanno ancora capito o ‘digerito’ quelle relative alla vicinanza interpersonale. Continuo a vedere dalle finestre di casa capannelli di giovani e meno giovani, fermi per strada. Tutti tranquillamente in gruppo, assorti nella consumazione di un aperitivo o in animate discussioni senza preoccuparsi del mantenimento delle distanze di sicurezza. Questo è il pericolo maggiore perché qualcuno di loro potrebbe essere stato contaminato da una terza persona, anche involontariamente, e trasferire il contagio ad altri. Il virus non lascia un segnale visibile sulla fronte. L’unico rimedio resta l’isolamento e questo è richiesto dalle norme in vigore che rischiano di diventare ancor più restrittive per colpa dei soliti bastian contrari. Ovviamente è concessa la possibilità di uscita per recarsi al lavoro, acquistare medicinali, approvvigionarsi dei generi alimentari ma sempre con autocertificazione e nel rispetto delle regole di base. Non sono un politico di professione, neppure un virologo, tantomeno un epidemiologo; desidero soltanto condividere con i lettori alcune considerazioni sull’argomento:
- Siamo subissati da troppi dati, anche poco veritieri. Tra proiezioni e modelli matematici, disponiamo delle indicazioni relative alla parte emergente dell’iceberg, quella ufficiale e consolidata. I casi del bergamasco e del bresciano ne sono un esempio perché la veloce diffusione del virus è anomala rispetto alle altre realtà. Chi sapeva doveva comunicare con maggiore trasparenza e tempestività.
- Manca ancora la necessaria sintonia tra la politica e il sociale, tra lo Stato e le Regioni. Alcuni governatori sembrano aver assunto un ruolo autoritaristico non dovuto, non richiesto e spesso anche non riconosciuto.
- Un tipico esempio è dato dalla costruzione della struttura provvisoria dei reparti ospedalieri nei padiglioni della fiera del Portello, una lodevole iniziativa tesa a calmare un po’ la paura, ma perché non recuperare velocemente i padiglioni ospedalieri resi obsoleti dalle nuove costruzioni ma ancora utilizzabili, anche dopo la pandemia?
- Su questo giornale, nel numero del 13 marzo scorso, Robi Ronza ci ha ricordato che mai, nella storia della Penisola sono state sospese le messe, assimilate alle cerimonie civili, ivi comprese quelle funebri. Con una dose di bonomia ammette che, il testo del decreto redatto a notte fonda, potrebbe essere farina della burocrazia ministeriale o farina della politica, in ogni caso la sua formulazione resta segno di una miseria culturale preoccupante. Fa inoltre specie questa incapacità di capire che una cosa è il comportamento e la disponibilità a seguire regole prudenziali che ci si possono attendere da una folla ad esempio di tifosi e un’altra quelle che ci si possono attendere da persone riunite in chiesa per assistere alla messa e tanto più per delle esequie (gente certamente rispettosa delle regole di base vigenti).
- Sempre nello stesso numero Cesare Chiericati ha scritto: “dopo giorni di sempre più stucchevoli spumoni informativi, ecco che La7 scopre l’uovo di Colombo e ritorna ai fondamentali dell’approfondimento giornalistico televisivo. Ottiene dalla direzione dell’Ospedale di Cremona il permesso di entrare con una troupe e un cronista e di raccontare per immagini, ben girate e altrettanto bene montate, le giornate senza fine di medici, infermieri, personale ausiliario, tutti immersi in tute lunari e alle prese con una malattia con un tasso elevatissimo di contagiosità che obbliga alla rianimazione e alla ventilazione decine e decine di persone per lo più anziane, afflitte da preesistenti patologie, che molto spesso non ce la fanno. Il rischio, ormai più che concreto, è di non riuscire a far fronte con le strutture disponibili e anche con quelle create ex novo alle impellenti necessità. Io aggiungo: al fine di sottolineare come il giornalismo serio e professionale possa essere affrontato e raccontato senza la necessità di gridare comunque allo scandalo.
- Sono solo poche situazioni che ci consentono di pensare, con maggiore consapevolezza, alla parte sommersa dell’iceberg. In quella zona si aggregano e stazionano le più disparate “dicerie” dettate dalla mancanza di competenza. Di seguito propongo alcune righe stralciate dalla lettera che il sindaco del Comune di La Salle, una cittadina a 20 km circa da Courmayeur, ha scritto e inviato (penso) ai suoi elettori, perché dopo il titolo: IL SENSO DI RESPONSABILITA’ CIVICA #IORESTOACASA, non figura la solita dicitura ‘Cari cittadini’. La parte del testo che riprendo, dice: “In questa fase della crisi, è fondamentale che TUTTI quanti rispettino le istruzioni contenute nel decreto del Presidente del Consiglio firmato lunedì 9 marzo 2020 e valido su tutto il territorio nazionale fino almeno al 3 aprile 2020. È uno sforzo collettivo, è senso di rispetto, è responsabilità civica, è condivisione, è SALUTE. Si fa appello quindi ad un comportamento univoco per tutti per cui si rende fondamentale richiedere ai turisti e ai non residenti ancora presenti sul territorio di La Salle di fare ritorno alle loro località di origine ove possibile nel più breve tempo possibile, e questo esclusivamente per evitare ulteriori congestioni delle strutture sanitarie della Valle d’Aosta, che ha un unico ospedale. Facendo tutto questo proteggiamo noi stessi e proteggiamo il resto della comunità. A nome del Comune di La Salle, per senso di responsabilità civica e per rispetto delle fasce più deboli maggiormente a rischio, vi esorto ad essere cittadini coscienziosi e saggiamente intelligenti”. Un invito esplicito a lasciare la località in questione nel nome della salvaguardia indigena, quindi oltre alla sospensione di Schengen un ritorno all’Italia dei 5000 Comuni, con relativi confini. Mi permetto anche di aggiungere che una saggia intelligenza, compresa nell’altrettanto saggia competenza, avrebbe richiesto un’aggiunta del tipo: sacrificio per sacrificio anche il Comune rinuncerà ai ratei dell’IMU e della TARI per il periodo di mancata possibilità di utilizzo delle proprietà là collocate. Quando questo periodo triste terminerà, si ricorderà di scrivere una lettera di riconciliazione o preferirà “mendicare il ritorno benevolo dei turisti e dei non residenti”?
- Sono iniziate le donazioni in tutta Italia. Mi fa ricordare una vecchia trasmissione radiofonica titolata “La catena della fraternità”. Il cuore grande della solidarietà degli Italiani rimane, forte e imperituro. Mi stupisce l’aspetto del mancato anonimato! Ma forse sono vittima della mia ingenuità. In realtà far conoscere l’entità della donazione può servire alla prossima campagna elettorale!
- Per finire, le competenze. A livello centrale la squadra si è mossa con la dovuta compattezza e con il corretto utilizzo delle informazioni fornite dagli esperti. A livello regionale, seppur attorniati da scienziati (così si sono espressi alcuni Governatori), hanno preferito ragionare, a volte, in maniera differente creando ulteriore incertezza nella cittadinanza. Una cosa è certa e incontrovertibile, mai come nelle situazioni di emergenza la classe politica mostra il fianco alla propria debolezza causata dalla mancanza di competenze. Ho già trattato questo argomento, ne riprendo solo la definizione: Sono comportamenti, applicati e osservabili, che creano un vantaggio competitivo per una qualsiasi organizzazione sia essa un’azienda, una comunità, un Paese. Pertanto è utile chiarire che nei comportamenti, applicati e osservabili, ci sono: le conoscenze, le abilità, i modi di agire utilizzati nella quotidianità. In estrema sintesi: è competente solo chi è bravo nel proprio mestiere! A me non sembra di ricordare che tra i mestieri ci sia anche quello del “tuttologo”.
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