Ho colto subito l’invito del direttore di RMFonline, l’amico Max Lodi, di scrivere un pezzo che potesse, da un lato, fare informazione e dall’altro raccontare senza enfasi o retorica quanto stanno facendo i servizi sociali del Comune di Varese in questo difficile tempo.
Ho accettato perché penso che sia necessario cogliere tutte le opportunità per cercare di raggiungere il più alto numero di persone e dare a loro le corrette notizie necessarie affinché si possano tutelare nei comportamenti e nelle abitudini.
E, ho voluto cogliere l’occasione perché mi consente di poter esprimere in quella che ritengo una delle migliori “piazze virtuali” presenti nella nostra città, un pensiero, magari in contro tendenza rispetto a chi, oggi, nell’emergenza, si caratterizza per presentare all’Amministrazione come uniche richieste quelle di non pagare le tasse o di non far pagare i parcheggi, così come spesso è evidenziato quasi a senso unico in alcuni fogli d’informazione locali che sembrano essere ormai solo organ house dell’attuale opposizione.
Premesso questo vorrei partire da un presupposto. In questo particolarissimo momento il quotidiano che affrontano i Servizi Sociali è divenuto straordinario e lo straordinario è divenuto quotidianità.
Non è un ossimoro, ma la realtà. Noi oggi continuiamo a seguire, sia pure a ranghi ridotti, con i limiti che i diversi decreti ci impongono e con le necessarie precauzioni, tutti i casi che quotidianamente già affrontiamo e questo nella logica, condivisa da tutti i miei collaboratori, di cercare, anche in questa fase di mantenere la continuità del servizi e il dialogo con tutte le persone assistite o che vorrebbero essere seguite. E vi posso assicurare che sono tante le persone affette da disturbi, le famiglie, gli anziani, i disabili, i minori che hanno necessità di non vedere diminuita la nostra presenza e attenzione. Accanto ad essi e anche questo è bene esserne consci ci sono i casi nuovi, quelli che si manifestano ora e che, in tempi normali, sarebbero stati, appunto, normalità, ma che in tempi come questi diventano straordinarietà perché le soluzioni sono divenute più complicate.
Ma, come scrivevo poc’anzi, questo è l’ordinario divenuto straordinario, mentre lo straordinario è divenuto ordinario.
Così, grazie alla nostra Protezione Civile, siamo riusciti a far partire un servizio utilissimo per i nostri anziani. Da ormai due settimane gli over 65 soli della nostra città possono ricevere a casa la spesa alimentare e le medicine. Come ? Chiamando i numeri messi a disposizione e cioè 0332/329372 o 0332/310921.
È un servizio pensato proprio per evitare che gli anziani soli escano mettendo in pericolo se stessi e gli altri. Ma attenzione, è per gli anziani soli, veramente soli e per le persone disabili che non hanno nessuno a cui rivolgersi. Questo è importante, anzi importantissimo perché la capacità di reggere di questo servizio che è stato costruito insieme dai Servizi Sociali con Protezione Civile, NPI, Croce Rossa e Alpini e con la collaborazione di IPER, COOP e TIGROS può continuare solo e solo se non vi è abuso.
Accanto a questa che ritengo la misura fondamentale di questo momento e che vedremo sempre più utilizzata nei prossimi giorni, abbiamo continuato a costruire una rete di comunicazione e di sostegno proprio sul tema spesa alimentare e medicinali. E questo perché, soprattutto in momenti emergenziali come lo è questo, diventa fondamentale il rapporto con il volontariato e il terzo settore dove l’Ente Comune svolge anche il ruolo di regia, di sollecitazione e coordinamento rispetto a tutte le necessità.
Su questo noi abbiamo più e più volte comunicato e questo anche grazie al lavoro costante e continuo dell’Ufficio Stampa del Comune (www.vareseinforma.it e whatsapp) la necessità che il primo livello di solidarietà sia quello parentale, poi viene la solidarietà di vicinato ed infine il volontariato.
Questo ci ha consentito di attivare anche altre forme di sostegno quali ad esempio i negozi di vicinato che hanno risposto all’appello fornendo la spesa a domicilio o i pasti. In questa situazione abbiamo costruito anche con le realtà del terzo settore, con il volontariato, con le associazioni, le parrocchie e la Caritas ulteriori aspetti di collaborazione.
Così con la Comunità Pastorale Samuele Marzorati (Biumo inf. e sup., Valle Olona e S. Fermo) si è partiti con un servizio di consegna della spesa alimentare e dei medicinali a domicilio per chi non è in grado o è solo in quei quartieri. Con Il Banco di Solidarietà Non Solo Pane si è proseguita la collaborazione nel mantenimento della consegna dei pacchi alimentari alle famiglie e alle persone in difficoltà, con Federfarma in collaborazione con Croce Rossa la consegna dei medicinali (CRI Pronto Farmaco 02/3883350) o chiamando direttamente anche la farmacia vicino a casa.
Con “la Casa davanti al Sole”, una cooperativa sociale con cui stiamo lavorando all’idea di scuola genitoriale, abbiamo promosso il progetto “#nondasolo”, uno spazio di ascolto aperto a tutti i cittadini (per info. casafamiglie@lacasadavantialsole.org).
Così come anche con l’Associazione Varese Alzheimer sono stati pubblicizzati tramite i nostri canali le iniziative poste in essere per sostenere i malati e i loro caregiver.
Aggiungo anche che, tra coloro che si sono resi disponibili ad aiutare e ad intervenire in caso di necessità segnalato dalla Protezione Civile o dai Servizi Sociali, ci sono anche un gruppo di tassisti varesini. E, a tutto ciò non posso non sottolineare come le diverse Caritas parrocchiali stiano continuando nella loro opera meritoria così come anche l’Associazione Pane di S. Antonio, tutte realtà ben conosciute e radicate in città.
Accanto a questi interventi ci sono quelli dedicati agli ultimi tra gli ultimi.
Mi riferisco ai senza fissa dimora che sono coloro che a casa non possono restare perchè la casa non ce l’hanno.
Anche qui come stiamo intervenendo? Abbiamo mantenuto la “rete” e così le due mense per i poveri, quella della Brunella e quella di via Bernardino Luini, continuano ad assicurare il servizio, ma facendolo con le precauzioni del caso, precauzioni che sosteniamo e favoriamo. Quindi niente possibilità di sedersi ad un tavolo e gestione con i sacchetti che sono consegnati quotidianamente. In questo caso noi abbiamo contribuito al materiale necessario per mettere in salvaguardia sia i volontari sia le persone che se ne servono e abbiamo concordato anche la presenza di una squadra della protezione civile (NPI) a supporto soprattutto della mensa di via Bernardino Luini. E questo rispetto a chi ha chiuso le mense in altre città mi sembra una grande risposta da parte di Varese.
Non solo. Da qualche giorni abbiamo creato grazie ai City Angels e ad altri volontari una sorta di diurno per i nostri senza fissa dimora.
In sostanza rimangono ospiti del nostro centro di via Maspero durante tutto il giorno seguiti da operatori, assistenti sociali e psicologi oltre che anche da personale sanitario che ne garantiscono, nei limiti del possibile, la permanenza in modo che siano evitati i conflitti o gli attriti, ma nello stesso tempo sia dato a loro, nel rispetto delle disposizioni di sicurezza di questo periodo, la possibilità di tenersi impegnati in attesa del ricovero serale. Così come non va dimenticata l’attività degli Angeli Urbani che continuano ad assicurare la presenza di un importante presidio presso la Stazione Stato.
Questi che ho raccontato sono solo una parte del lavoro che quotidianamente ci troviamo ad affrontare e come scrivevo all’inizio solo una parte del gravoso impegno che ci siamo assunti come Amministrazione e che avviene e questo devo riconoscerlo, con l’impegno di tutto il personale dei servizi sociali, personale composto da amministrativi e assistenti sociali, educatori e collaboratori ci consente quotidianamente di essere in questa nostra trincea e di rappresentare lo Stato e di farlo sentire vicino alla gente.
Ovviamente mi sono limitato a raccontare solo una parte di quanto l’Amministrazione Galimberti sta facendo. Ho raccontato una parte di quanto mi compete come Assessore ai Servizi Sociali. Tralascio le quotidiane interlocuzioni con il volontariato, con il terzo settore, con le cooperative sociali che fanno parte del costante impegno di tutti anche con le forze dell’ordine e la nostra polizia locale per trovare soluzioni a problemi complessi e per cercare di non far mancare a nessuno il nostro sostegno.
Ecco per concludere, io penso che l’Italia sia un Paese dove non puoi chiedere di organizzarsi in via preventiva, ma sono sicuro che il nostro è il Paese dove durante le emergenze si da il meglio di sé. E sono sicuro che noi che siamo in trincea, anche qui a Varese, possiamo, tutti insieme, rappresentare al meglio questo spirito. Insieme ce la possiamo fare. Anzi ce la faremo e costruiremo un Paese, una Regione, una città migliori.
Roberto Molinari, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Varese
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