Lo avevamo visto da lontano, come una cosa non nostra. Immagini surreali che ci mostrava la tv e sentivamo distanti. Dall’altra parte del mondo. Ora, però, l’epidemia da Covid19, acronimo inglese per “malattia da coronavirus 2019” è arrivato fin sulla porta delle nostre case. E, in troppe famiglie, anche dentro.
È un dramma di tutti, un’emergenza che cambierà noi e il nostro modo di vivere. Ne porteremo i segni, ma riusciremo a uscirne. Come? Per prima cosa stando a casa, appello che non ci stancheremo mai di ripetere. E, poi, pianificando quella che sarà la necessaria rinascita. Da settimane stiamo lavorando senza sosta a misure che possano sostenere in questi giorni imprese, famiglie e realtà oggi in difficoltà anche nella nostra Varese; guardando al futuro, poi, stiamo cercando di pianificare il modo per ripartire.
Quando? Beh, questo dipenderà dall’attenzione con cui tutti noi, nessuno escluso, seguirà le indicazioni che arrivano dal Governo e dalla Regione.
La crisi è sanitaria, umana, economica. Illustri economisti dicono che le perdite per il nostro sistema Paese toccheranno i tre punti di Prodotto interno lordo. Così, per fronteggiarle, propongono come soluzione investimenti pubblici e un fisco leggero. Una battaglia che a Palazzo Estense abbiamo già fatto nostra: cantieri e lavori stanno cambiando e cambieranno nei prossimi anni il volto della città, creando opportunità di lavoro e di nuova socializzazione.
In questi giorni, poi, abbiamo varato misure concrete che permettono di rimodulare alcune imposte comunali. Siamo in prima linea, anche noi a modo nostro. E l’impegno è quello di non lasciare solo nessuno.
Alcuni colleghi, penso ai sindaci di Bergamo e Brescia, le città più colpite, hanno detto che “questi giorni ci cambieranno per sempre”. Vero, ma mi piace pensare che ne usciremo più uniti. Più forti, perché sempre più capaci di stare insieme. La sfida è grandissima e ognuno deve fare la sua parte. Per la nostra Varese, per il nostro futuro.
Davide Galimberti, Sindaco di Varese
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