Sappiamo che anche la fede ha un prezzo… Dice Giovanni nel suo Vangelo: «Anche tra i capi, molti credettero in lui, ma non lo dicevano apertamente perché avevano paura dei Farisei». E specifica: «Amavano la gloria degli uomini più della gloria di Dio», nel senso che badavano di più all’opinione della gente, che applaude, ti dice bravo… Invece la “gloria di Dio” è la libertà interiore che nasce da un cuore trasparente che sta sotto lo sguardo di Dio.
È ancora Giovanni ad annotare: «Come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?»: vi fate belli gli uni agli occhi degli altri e non cercate invece quella bellezza che Dio solo è in grado di donare. Questo è un vero e proprio ostacolo alla fede.
Ma nemmeno i farisei arrivano alla fede, perché sono convinti di non averne nessun bisogno. Infatti, per essere illuminati bisogna anzitutto avere la consapevolezza di vivere nelle tenebre; per essere salvati bisogna avere la consapevolezza di essere perduti.
Ma i Farisei sono il simbolo di tutto quel mondo che si ritiene già perfetto e autosufficiente, quello che dice: «Io piaccio così tanto a me che non ho bisogno di cambiare niente nel mio cuore, nel mio volto e nei miei comportamenti».
Di fatto, quando si confrontano col cieco, si presentano così: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che questo uomo è un peccatore». E più avanti: «Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Questo tradotto vuol dire: «Quello che noi abbiamo ci basta, abbiamo Mosè».
Certamente con Mosè i Giudei hanno una ricchezza e un dono grande; ma sostenendo che “non abbiamo più bisogno di niente e di nessuno, Mosè ci è sufficiente”, chiudono ogni possibilità di conversione e di rinnovamento della propria vita.
Proprio per questo Gesù dirà alla fine parole dure ma significative: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare», cioè per discernere, distinguere, mettere da una parte e dall’altra le realtà diverse che ci sono nella vita dell’uomo, «perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». In fondo, non è un problema essere ciechi; il problema è pretendere di vederci.
Infatti, dice Gesù, «se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane». L’amore di Dio vuole tirare via il peccato da tutti i cuori degli uomini, ma occorre che il cuore riconosca il bisogno di essere amato, perdonato e illuminato dalla grazia di Dio. Il credente si pone davanti a Dio come un mendicante bisognoso, che sa di non possedere nulla, e quindi fa conto con umiltà e fiducia sulla grazia del Signore.
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