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Zic & Zac

IL NECESSARIO

MARCO ZACCHERA - 20/03/2020

La Madonna con i santi Rocco e Sebastiano, protettori dalla peste

La Madonna con i santi Rocco e Sebastiano, protettori dalla peste

Tutti d’accordo per la prevenzione, ma non avevo proprio capito la decisione di permettere l’accesso ai bar – almeno fino a mercoledì scorso – e di aver invece vietato ormai da tempo le cerimonie religiose, pur osservando l’opportuna distanza tra i fedeli: forse che l’uomo non ha bisogno anche della spiritualità?

Come ormai da qualche settimana, l’altra domenica nella mia parrocchia la Messa è stata celebrata dal parroco – da solo e in forma privata – pur essendo spiritualmente in comunione con tutti i parrocchiani, come ben spiegava un cartello affisso sulla porta semichiusa della chiesa, inaccessibile durante la funzione.

Appena fuori del sagrato, però, sul lungolago di Pallanza i bar erano pieni di gente seduta (e in piedi) stretta stretta per godersi l’aperitivo e la bella giornata: una vergognosa assurdità che è andata avanti per settimane, almeno per la sponda piemontese del lago Maggiore

L’uomo moderno non crede più, si sente immune dai rischi e padrone del proprio destino. Poi basta un virus grande qualche nanomillimetro ed ecco che vede anticipare in modo drammatico ed immediato il suo destino di morte.

Ho purtroppo notato che il Coronavirus non ha portato – almeno visibilmente – a un minimo di ritorno alla Fede, anche perché chi crede ha avuto ed ha quasi paura di farsi giudicare vecchio e retrogrado.

Una volta la peste la si curava con preghiere, novene e processioni, oggi ovviamente non più, perché quasi nessuno è portato a pensare che una reliquia, un simulacro, un’immagine miracolosa possa salvarlo dal male dopo che la scienza ha spiegato tutto (o “quasi” tutto), eppure credo che in questi momenti difficili un po’ di Fede non solo sarebbe solo utile, ma necessaria.

Anche chi non crede – ma è comunque persona saggia – si sarà pur messo in questi giorni in una posizione di riflessione, di ricerca, di dubbio.

Dedichiamo allora un po’ di tempo anche a queste cose, magari approfittando del “vuoto” che ci ritroviamo intorno rispetto al correre di ogni giorno, riscoprendo che le ore possono scorrere più lente e senza frastuono.

Riflettiamo sui nostri limiti, su altri e più veri valori, sulle contraddizioni di una società distratta e superficiale. Nel silenzio (e nella preghiera, per chi si sente di doverla ricordare) ritroveremo un po’ di noi stessi, un po’ di certezze, una nostra nuova dimensione… e allora anche il virus sarà servito a qualcosa.

 

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