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CICLISMO VIRTUALE

ETTORE PAGANI - 13/03/2020

Il pranzo reale delle femmine sciatrici è troppo gustoso per non prenderlo di mira, spiace solo per la sfortuna della Goggia cui per il momento non resta che pensare ai meravigliosi successi delle passate vittorie.

È talmente gradevole prendere atto di questo lussuoso record femminile da sperare che anche in altri sport si possa ottenere se non del tutto almeno qualcosa di simile.

A questo punto avrebbe dovuto farsi avanti il ciclismo, soprattutto, con la Tirreno-Adriatico e la Sanremo (insieme a Strade Bianche) ma il bastardo virus dominante ha ritenuto di considerarsi causa del forfait delle altre gare sportive.

In mancanza d’altro non resta, pensando al ciclismo negato, anche una sola parziale rassegna nella quale immergersi.

La Tirreno-Adriatico e la Sanremo qualitativamente ottime per una rassegna di buon peso con un valore soprattutto efficace per inquadrare le qualità e dei relativi sviluppi positivi o negativi del ciclismo italiano.

Si diceva, dunque, che se tutto finisse bene le due prove a suo tempo da poptersi effettuare dovrebbero iniziare a fornire indizi.

Tutto da vedere il resto dell’avanzare ciclistico nelle prove successive.

Ma è difficile se non impossibile fornire scelte di una certa tranquillità circa l’attuale nostro ciclismo.

Si tende a fare il punto con una certa ripetizione perfino eccessiva sul nome di Nibali.

Torna, si diceva, alla mente il nome di Nibali con riferimento alla Sanremo.

Sicuramente il ricorso al siculo ha, soprattutto, un fondamento affettivo che non può neanche essere frutto di stragrandi risultati prescindendo da il suo utile curriculum sia pure a tratti non sempre sfolgorante.

Insomma la ripetizione del nome di Nibali sembra più portata alla mancanza d’altro che alla gloria di un ciclismo italiano.

Il discorso con la sua mediocrità di scelte rievocando ancora il siculo non pare lasciare posto ad altre esaltazione dei nostri.

Qualcosa in fatto di velocisti può essere considerevole ma sempre più consente a prove di velocisti che altro e per la verità anche a qualcuno dei nostri specialisti, senza dimenticare che i nomi stranieri non mancano certo.

Anzi!