È difficile esprimere un giudizio riguardo la drammatica situazione che stiamo vivendo per cercare di difenderci da un virus che ci sta opprimendo e ci fa mutare quelle le nostre abitudini.
Chi mi avesse letto dall’inizio della pubblicazione di questo giornale potrà individuare con facilità quello che può essere il mio pensiero. Viviamo il fallimento di un sistema che ha distrutto l’ambiente e i beni comuni.
Paiono essere predominanti, negli stati del mondo, l’effimero e l’arricchimento ad ogni costo.
Le cose per il Pianeta vanno di conseguenza male. Si sono consumate le energie a nostra disposizione. Dobbiamo cambiare e utilizzare le nostre attività per sfruttare le energie della terra, secondo le esigenze collettive e mai depredando quelle che possono essere le ricchezze di chi verrà dopo di noi. Nel far questo dobbiamo essere solidali con gli altri esseri umani, ricreando armonie compatibili con la limitatezza di quelle che sono le risorse naturali che il mondo può ciclicamente fornire. Gli scienziati ci avvertono che se continuasse imperterrita la situazione attuale, si rischierebbe, oltre al virus, di avere continue calamità meteorologiche, incendi sempre più frequenti durante i picchi di calore estivi, pericoli idrogeologici eccetera.
Resto convinto che all’interno del dibattito mondiale sul consumo energetico i cittadini debbano essere sentiti da coloro che reggono le comunità internazionali.
Questi non dovranno solo protestare, ma dovranno incominciare a ridurre il proprio consumo energetico dimostrando che il risparmio è possibile e l’ambiente deve essere valorizzato sempre a misura d’uomo e non di automobile.
In passato ho denunciato l’assenza delle mezze stagioni, come emblema della progressiva mancanza di quella regola che aveva scandito il trascorrere delle stagioni dei nostri nonni e bisnonni. Ebbene, è perché queste possano tornare ad esserci (e quindi alla normalità), che dobbiamo farci sentire da chi ci governa con forza crescente, e con la capacità di coinvolgere il prossimo. Ognuno deve avere diritto di far presente la propria istanza e questa deve essere fatta presente a chi sia chiamato a decidere.
Non è possibile che in futuro noi non si reputi necessario dare seguito alle richieste dei più giovani che vogliono che tutto questo possa divenire una realtà.
Utilizziamo quindi il momento in cui siamo parte della zona rossa per poter riflettere su questi temi, pensando di dare fiducia a chi ha titoli per realizzare simili istanze.
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