Problema irrisolto rispetto a quello dichiarato plurivotato concernente lo scioglimento degli assembramenti. Su questo si è orientato anche il governatore della Lombardia Fontana (notoriamente varesino) che non era rimasto invischiato da tante (meglio infinite e diverse) grane che si erano rovesciate inizialmente sul resto d’Italia lasciando immune la Lombardia almeno da problemi pesanti. Quello che invece ha trovato tutti (o quasi) concordi è stato il principio dello scioglimento delle masse invitate a disgregarsi appunto in ogni loro forma.
La cosa non poteva non essere regolamentata, ovviamente e anche concernere le presenze di pubblico da “licenziare” in scuole, chiese, cinema e via dicendo.
E il problema nello sport lo hanno affrontato i dirigenti delle varie specialità, in particolare mettendo in guardia soprattutto lo sport dalle riunioni di massa.
Quanto al calcio immediatamente gli interessati hanno verbalmente subito proposto il gioco soprattutto “a porte chiuse”, affidandosi al buon senso del pubblico che non potrebbe essere assente, principio sostenutissimo da chi andando a gonfie vele necessita di tifo a gran voce (in tal senso alcuni si sono espressi decisamente sul no ed altri hanno dovuto accettare); poi si è anche parlato di ridurre e spostare le date degli incontri (con tanto di grane in relazione al tipo di difficoltà di esecuzione di tale misura) con una serie di problemi non da poco e di movimenti di calendari da affrontare.
Un bel caos che soltanto insomma l’assenza della bastarda ed ovviamente indesiderata malattia avrebbe potuto eliminare.
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