Il “Contro i Cristiani” di Celso è la prima risposta del mondo intellettuale pagano alla nuova religione. Alethès Logos”(parola vera, il discorso vero) risale al secondo secolo d.C. Il Grande padre della Chiesa Origene ne confuta le argomentazioni e così ne ha conservato il testo. L’autore della risposta, delle confutazioni, ci dice nel 248 che Celso è scomparso da tempo. Si può attribuire all’opera al 178 d.C. All’epoca di Celso giudizi negativi sul Cristianesimo erano già stati dati da Tacito (Annalil.XV) nei termini di una funesta setta di fanatici, da due passi delle Vite di Svetonio che ne parlano come di “genus hominum superstitionis novae ac maleficae”. Altri giudizi sfavorevoli riconducono a Luciano di Samosata, Frontone, alla famosa lettera di Plinio il Giovane a Traiano. Sono le prime manifestazioni della réaction païenne. Di due Celsi epicurei ci riferisce Origene (C. C. I 8), il primo vissuto ai tempi di Nerone, il secondo in quelli di Adriano, a parte il fatto che difficilmente le argomentazioni dell’opera si possono fare risalire alla dottrina epicurea. Contraddittorie risulterebbero la fede nei demoni e l’incondizionata ammirazione per Platone. Platonica o meglio medio-platonica è da ritenere l’ispirazione. Senz’altro Celso è un filosofo platonico a livello scolastico, interessato ai fenomeni religiosi e sociali del tempo, appassionato sostenitore dell’ordine e delle leggi dello Stato, impegnato politicamente nell’individuare i termini per un dignitoso e ragionevole compromesso e la libertà religiosa nel quadro della lealtà dei cittadini.
Celso è senz’altro un romano di cultura classica, bilingue (il greco era parlato soprattutto nei paesi di origine del Cristianesimo). L’opera fu composta probabilmente ad Alessandria. Notevole e seria si manifesta la preparazione di Celso in riferimento alla conoscenza di Genesi, Esodo, Vangeli, Epistole paoline, nonché agli apologisti cristiani. Erano conosciuti da lui anche gli eretici Valentino e Marcione. Si noti pure che nel secondo secolo d.C. il rapporto dell’umano col divino si risolveva nella demonologia(Apuleio). Nel terzo secolo sotto Diocleziano il filosofo neoplatonico Porfirio darà luce a un’opera ancor più documentata dal titolo “Contro i Cristiani” , libro proscritto da Costantino poco prima del Concilio di Nicea (325) e dato alle fiamme per decisione congiunta di Teodosio II e Valentiniano III nel 448. Il Contro Celso di Origene è stato scritto quando l’autore aveva più di 60 anni su preghiera dell’amico Ambrogio. Nello sviluppare la sua difesa contro il detrattore il grande Padre della Chiesa nel capitolo 6 del Proemio ci afferma che all’inizio ha esaminato i passi fondamentali, rispondendo brevemente punto per punto, ripromettendosi per il seguito una trattazione organica. Tuttavia ha poi ripreso la trattazione, lasciando inalterato quanto già scritto, riportando alla lettera i brani dell’Alethès Logos e facendo seguire la sua confutazione.
Celso denuncia in Cristo un mistificatore e attribuisce i suoi miracoli all’immaginazione dei discepoli. La diffusione del messaggio è stata favorita dall’impressione sulle folle ignoranti e rozze della minaccia del giudizio finale e dell’Inferno. La società cristiana è clandestina, il che implica la sua illegalità.
Parte prima: Il giudeo introdotto nel libro primo raggruppa le critiche mosse dall’ambiente ebraico al Cristianesimo: Gesù nasce da una vergine convinta d’adulterio, di povera condizione e ha per padre un falegname di mestiere ; meschina è la sua vita; i suoi miracoli sono opera di magia, non dimostrazioni della divinità; i giudeo-cristiani sono disertori del giudaismo ; è assurdo sostenere la divinità di Gesù dal sapere fin dal principio, che avrebbe affrontato la sua passione; non c’è unità nelle profezie al suo riguardo; le profezie ebraiche non si riferiscono a lui; non ha dato alcuna prova di quanto professava; è un millantatore, non il Verbo; la resurrezione è una favola; la sua non fu una missione divina e non fu creduto.
Parte seconda: Il Cristianesimo è sedizione e negazione della ragione ; la radice dell’ebraismo e del Cristianesimo è la ribellione ; rivolgendosi ai peccatori i cristiani si rivolgono ai malfattori ; adorano un uomo morto; è assurdo pensare che Dio o suo figlio possano scendere tra gli uomini per salvarli; la sua venuta è un fraintendimento della concezione greca del mondo ; il creato non è in funzione dell’uomo.
Parte terza: quanto ad angeli e demoni la dottrina d’ebrei e cristiani è un fraintendimento e corruzione del pensiero greco ; i cristiani esigono solo una cieca fede e ritengono stoltezza la scienza ; non c’è resurrezione della carne ; Platone è la vera guida che ci conduce a Dio ; superiorità degli eroi greci rispetto a Gesù. Parte quarta: i cristiani sono nemici della religione e profanatori; dovrebbero essere grati verso le divinità che amministrano e cose terrene e in quanto sudditi onorare l’Imperatore.
Quale il principio giuridico della repressione? 1) diritto comune (delitti di sacrilegio e di lesa maestà)? 2) coercitio (potere del magistrato di punire, anche colla morte, i perturbatori dell’ordine pubblico)? 3) legge speciale contro i Cristiani ?
Celso,Contro i Cristiani, trad.italiana a cura di S. Rizzo, saggio introd. di G. Baget Bozzo, Milano 2010
Der Alethes Logos des Kelsos, testo Greco stabilito da R. Bader, Stuttgart-Berlin 1940.
Origene, Contro Celso, traduz.italiana a cura di Aristide Colonna, Torino 1971
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