Le nuove tecnologie hanno sfondato nel mondo della comunicazione, nuovi campi d’azione, nuovi mercati hanno accettato una cultura che inizialmente sembrava ostica, ma che poi ha aperto orizzonti e spazi di libertà, alla fine quasi esagerati là dove libertà e democrazia sembrava non avessero più limiti e freni tanto da creare seri problemi alle comunità e anche agli operatori dell’informazione.
Problemi derivati anche da altre situazioni sociali e culturali, sta di fatto mai si sono visti contrasti e risse di così rara ineducazione in tv o scontri e campagne all’insegna dell’odio a livello di carta stampata o on line Spazi per la riflessione, per discussioni o valutazioni antitetiche, per suggerimenti tesi al bene della comunità da noi a Varese ne troviamo ancora. Si può tuttavia segnalare che esiste il primato del quieto confronto, della segnalazione positiva, del riconoscimento dello spessore dell’opinione altrui. Assieme possiamo metterci anche la costruttiva difesa di valori in cui si crede : tutto questo piccolo ma importante mondo di civiltà giornalistica lo troviamo ogni settimana in questa rubrica, in RMFonline.it dove si apre sempre a chi bussa alla porta della civiltà della discussione nel segno del rispetto; da noi scrivono, danno notizie, offrono utili elementi di giudizio personaggi che nei fatti, nella loro vita, non hanno perseguito fini personali, ma cercato sempre di accompagnare la loro azione verso il traguardo di un servizio alla comunità.
È stato l’addio del professor Cottini alla vita, alla sua eccezionale qualità di educatore, a farmi riflettere sul vuoto che egli ha lasciato nella squadra di RMFonline oltre che nella Varese che più mi piace, quella che riflette prima di agire.
Professionalmente sono nato nella fanteria del giornalismo e ci sono sempre rimasto perché la vita del cronista è prima linea, un marciapiede che non finisce mai, ma anche un punto di osservazione che spesso induce a riflettere, a costruire
Cottini se ne è andato, in silenzio, in punta di piedi, amato da moltissimi: il suo patrimonio morale e culturale può in parte restare alla città e nel tempo, magari per qualche semplice richiamo alla memoria civica o del mondo culturale. Anche tra dieci o vent’anni, ma è importante che le nuove generazioni guardando al tempo passato della Varese dell’inizio del secondo millennio, possano sapere qualcosa di più del concittadino mite, istruito e abile come pochi nella scienza dell’insegnamento e della comunicazione. Direi anche nella capacità di stare zitto e affidare a uno sguardo o a un sorriso un messaggio importante.
Il professor Cottini è certamente un cittadino benemerito e come altri, incredibilmente dimenticati, meriterebbe di essere in un elenco che caratterizzi una sala civica riservata agli incontri e ai dibattiti delle numerosissime associazioni cittadine che non hanno sedi adeguate per gli incontri.
RMFonline forse può chiedere a Palazzo Estense di scovare nei vari progetti pubblici una sala, appunto la Sala dei Benemeriti, dove tutti, senza svenarsi in balzelli, possano far crescere e conoscere la cultura che amano.
Con Cottini che bello e quanto utile alla città dimenticona ricordarsi anche per esempio di Ermanno Bazzocchi e dei suoi magici aerei, progettista e guida industriale incredibilmente snobbato da Palazzo Estense; di Baratelli, papà della biblioteca comunale, di Puricelli, per la Milano- Varese, prima autostrada al mondo, di Pasquale Macchi, che va… sottratto in parte alla Chiesa. Segnalo tre personaggi conosciuti a livello mondiale. In campo culturale mi sembra che sia calato l’oblio su Rodari, i giornalisti hanno visto invece trattato bene Giovanni Bagaini fondatore della Prealpina, ma Gaspare Morgione era noto e stimato in Italia come vignettista e umorista. Nella sua terra di Abruzzo gli hanno dedicato una Humourteca, inoltre era eccellente autore di favole.
La ricerca di un nome e cognome da mettere in un quadro o in uno spazio per i Benemeriti riserverà sorprese. Nessuno per esempio oggi ricorda Adele Orsi, campionessa di volo a vela e che sponsorizzò in famiglia la realizzazione dell’aeroporto di Calcinate; indimenticabili le grandi donne della carità come Ferdinanda Cattaneo. Mi fermo, non posso però non citare Valcavi e Trombetta: dobbiamo loro una grande sanità e a Valcavi anche l’Università.
Ci sarà la difficoltà della scelta dei varesini benemeriti. Un poco, anzi molto meno difficile scegliere un politico memorabile, ma qualcuno c’è.
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