Una delle grandi lacune della Chiesa è che ha fatto più morale che vangelo. Ha spesso insistito su cosa bisogna e non bisogna fare, tentando di dirigere le anime, senza mostrare la figura di Gesù. S
emmai l’ha utilizzato e piegato per determinati scopi, ma non mostrandone il cuore infinito, l’anima divina, l’umanità sconfinata.
Così le persone non si sono innamorate di Lui. Ma non si può voler conoscere qualcuno di cui non si è innamorati. Non si può dare la vita a chi non mi interessa. Non ci si può fidare di chi si sente un controllore o un ostacolo alla felicità.
Gesù guarisce solo chi si abbandoni a Lui, e lo segue come la Via sicura, lo cerca come la Verità somma, lo ama come la Vita vera. Così molti che si accontentavano della tradizione, senza cercare sempre di nuovo la verità, hanno continuato a frequentare le chiese. E chi, invece, aveva sete e fame di Dio, ha scelto di andare altrove, fino a cercarlo nei riti orientali ed esoterici.
Invece di condannare tutto questo nuovo spiritualismo, dovremmo chiederci perché è cresciuto questo fenomeno. Se ogni tentazione si vince restando ancorati a quanto “sta scritto”, non restiamo nell’ignoranza, ma con coraggio mettiamoci alla sua sequela e lasciamoci illuminare dalla sua luce.
Guai ad accontentarsi di quello che si dice in giro o si pubblica sui social, in TV, sui giornali, e anche a fermarsi a quanto ci hanno trasmesso da piccoli; impariamo piuttosto a verificarlo, studiarlo, cercarlo noi stessi, camminando coi nostri piedi sulla sua strada e scrutando coi nostri occhi il suo volto.
Quando Gesù nella sinagoga del suo paese lesse il passo del profeta Isaia, concluse: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi“. Anche quando noi accostiamo da soli la Parola o la ascoltiamo a messa, non leggiamo un raccontino edificante, che ci fa passare in maniera serena una mattinata o che arricchisce la nostra curiosità o il nostro sapere intellettuale.
Quando ognuno di noi legge il vangelo, legge la sua vita “oggi”. Quello che c’è scritto lì, accade oggi in me. Chi sente veramente queste parole nelle orecchie come nel cuore, sa che parlano di sé. Magari si sono ‘sentite’ centinaia di volte, ma mai sono state ‘udite’. Dobbiamo sempre chiederci: “Queste parole a chi si riferiscono? E che cosa vogliono dire a me?”.
Quando le senti e ti accorgi che parlano di te e a te, allora ti cambiano la vita. Siccome vivere è scegliere, la luce per le nostre scelte si trova nel Vangelo, e la forza per andare avanti è quella del Forte che mi ha preso il cuore.
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