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Il racconto

“TI TELEFONO DOMANI”

GIOVANNA DE LUCA - 21/02/2020

cordlessSmise di leggere, appoggiò il libro sulle ginocchia. Le pulsavano le tempie, pensò che doveva forse cambiare gli occhiali.

Stette un poco con la mano sulla fronte, pensando a ciò che aveva letto. Era un bel racconto, scritto molto bene, che una conoscente le aveva dato per averne un giudizio.

Consapevole di non essere deputata a farlo, non aveva però voluto essere sgarbata.

Ma era stato difficile seguirne la trama, altrove andavano i pensieri.

Lui aveva detto: “Ti telefono domani”, senza precisare l’ora. Perciò già dal mattino, conoscendo le sue abitudini, si era messa in attesa. Ciò per lei voleva dire portarsi il cordless in qualunque parte andasse della casa, anche in cantina.

Verso mezzogiorno aveva cominciato a sentire una certa inquietudine, l’ombra di un presentimento. Aveva tenuto la televisione bassa e il cordless ben vicino sul tavolo, mentre mangiava, per essere veloce a rispondere se avesse chiamato.

Ora, passato ormai il pomeriggio, l’inquietudine diventava dubbio sul fatto che potesse farlo.

Ti telefono domani”: ripeteva tra sé quella frase, e domani era oggi, e in definitiva non era ancora passato.

Imbruniva. Una striscia rosa segnava l’orizzonte, il cielo azzurro chiaro si faceva color della cenere.

Si guardò intorno: i mobili, le suppellettili, ogni oggetto familiare cambiava colore, perdeva i dettagli usuali, tra poco sarebbe stato soltanto una sequela di profili da cercare con gli occhi.

Doveva accendere la luce. Ma non lo fece, l’ombra le consentiva di concentrarsi meglio sul fatto: domani era oggi, e ormai era passato.

Stasera sarebbe sorta gloriosa la luna a indagare sfacciata, irridente, a sottolineare un giorno di attesa.

Allora chiuse il libro, depose gli occhiali, si alzò, abbassò le tapparelle.

Domani”era passato.

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