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Due nuovi siti Unesco hanno rafforzato in questi ultimi anni il primato cultural monumentale della Lombardia che ora ne ospita ben 11 dei 54 presenti in tutta Italia: l’Arte liutaria a Cremona; le Opere di fortificazione veneziane a Bergamo, un capolavoro di ingegneria militare. L’occasione giusta per proporre in una nuova ed elegante veste tipografica il volume “Lombardia i siti Unesco Patrimonio dell’Umanità”, Pubblinova Edizioni Negri.
Si tratta di un lungo viaggio per immagini realizzato dall’amico fotografo Carlo Meazza accompagnato nei testi dall’autore di questa nota e da Luciano Di Pietro. Con il suo attento occhio fotografico ha ritratto e raccontato gli undici siti Unesco di Lombardia percorrendoli in lungo e in largo per cogliere l’essenza di questi luoghi che sta sì nella loro spettacolare monumentalità, ma anche nella sensazione di pace, di serenità e di simbiosi perfetta con l’ambiente che trasmettono al visitatore.
Si parte dal sito più antico, quello dell’Arte rupestre della Valcamonica (1979) e via via, seguendo un percorso cronologico di anzianità di iscrizione, si incontrano tutti gli altri siti in pagine di grande plasticità visiva: Santa Maria delle Grazie e il Cenacolo di Leonardo a Milano; Crespi d’Adda, il villaggio industriale tessile a Capriate d’Adda (Bergamo); i Sacri Monti prealpini di Varese e Ossuccio (Como); Mantova e Sabbioneta, le città di sogno dei Gonzaga; La Ferrovia Retica del Bernina nel tratto Tirano – St.Moritz in condivisione con la Svizzera; Il Monte San Giorgio di Besano e Meride, i dinosauri delle Prealpi, anch’esso in condominio con la Confederazione elvetica; i Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino (Lago di Varese e lago di Garda); I Longobardi in Italia (Castelseprio, Torba e Santa Giulia a Brescia). I siti Unesco, meno noti come tali, sono ovviamente gli ultimi entrati nella speciale classifica delle “eccellenze” di Lombardia. Se appare ovvio accostare Cremona all’arte sublime della liuteria è assai meno scontato immergersi nella storia di questa bella e discreta città della Bassa Lombardia per scoprire che il suo splendido artigianato degli strumenti ad arco ha radici lontanissime. Comincia nel Seicento ed è legato soprattutto ai nomi di Amati, Guarneri, Stradivari; nomi di dinastie nei primi due casi e genio solitario il terzo. Una tradizione quella della liuteria che si perpetua, rinnovandosi, ancor oggi con grandi riconoscimenti a livello internazionale.
Dal 9 luglio 2017 anche “le mura venete” di Bergamo alta sono entrate a far parte, come Patrimonio Unesco dell’Umanità, del sito seriale transnazionale “Opere di difesa veneziane tra il XVI e il XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale”. Al sito appartengono altre cinque località: le fortezze di Palmanova del Friuli, Peschiera del Garda, Zara, Sebenico e Cattaro nel Montenegro. Scorrendo l’elenco degli undici siti Unesco della Lombardia non si può infine non notare che la Provincia di Varese ne ospita ben quattro, un primato nazionale, ma anche una realtà non ancora valorizzata a sufficienza. E ciò nonostante la Regione Lombardia stia dedicando notevole attenzione alla loro conservazione e valorizzazione.
Il volume “Lombardia. I Siti Unesco. Patrimonio dell’Umanità” sarà presentato sabato 22 febbraio alle ore 17.00 nella Galleria Ghiggini, via Albuzzi 17, Varese.
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