Fa bene il Partito Democratico a tenere alta l’attenzione sulla situazione della rete ferroviaria della provincia di Varese dove si intrecciano ben due linee storiche: le cosiddette linee dello Stato (Rfi) e le vecchie Ferrovie Nord (Trenord). Entrambe collegano la città giardino con Milano, ma nessuna approda alla Stazione Centrale della capitale lombarda. Un primato di scomodità per Varese, una penalizzazione che dura in pratica da sempre, salvo qualche effimera eccezione in anni lontani.
Giusto dunque tener desta la memoria su questa anomalia. E’ stato fatto nel gennaio del 2018, nell’aprile del 2019 e sabato primo febbraio con opportuna regolarità. Non bisogna però creare attese millenaristiche, dietro l’angolo non ci sono svolte epocali, traguardi a portata di mano. Bisogna essere chiari: i treni per Domodossola, Luino, Varese, Passante S5 più gli Eurocity e i merci finiscono tutti nell’imbuto Rho- Gallarate mettendo a nudo l’inadeguatezza strutturale della tratta. Alla luce di questo dato di fatto appare evidente che qualsiasi miglioramento quantitativo e qualitativo dei collegamenti non può prescindere dal potenziamento dei binari tra Rho e Gallarate. E questo su un territorio ad altissimo tasso di urbanizzazione, verificabile consultando una semplice cartina geografica. Il che crea grandi e giustificate attenzioni nelle popolazioni residenti a fronte di ogni progetto.
L’assedio edilizio lungo il tracciato, in violazione delle norme che prevedono a lato delle infrastrutture fasce di rispetto, fa sì che i convogli corrano ormai all’interno di una trincea di edifici e capannoni. Sciogliere questo nodo è tutt’altro che semplice. Un primo progetto è stato respinto negli anni scorsi sia dal Tar che dal Consiglio di Stato. Una successiva riformulazione dello stesso ha ottenuto l’ok del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) il 22 gennaio scorso con il via libera al primo lotto dei lavori che dovrebbero mettere in cantiere il quadruplicamento della strada ferrata tra Rho e Parabiago. Un intervento importante ma non ancora risolutivo. Solo la costruzione del secondo lotto fino a Gallarate e dello snodo per Busto Arsizio potranno infatti migliorare i collegamenti Rfi tra Varese e Milano limando in modo significativo i tempi di percorrenza (30’-35’ massimo) e differenziando l’offerta con l’inserimento negli orari di punta di convogli diretti e direttissimi. Si tratta di un traguardo ancora lontano raggiungibile non prima del 2024/’25.
Un secondo nodo da sciogliere è il sovraffollamento della Stazione Centrale di Milano. Costruita negli anni trenta del secolo scorso, è da tempo prossima alla saturazione nonostante le nuove tecnologie le siano venute generosamente in soccorso. Oggi però le Ferrovie stanno lavorando a un piano di potenziamento di altri terminal milanesi come Rogoredo e Porta Garibaldi. In quest’ultima stazione arrivano normalmente tutti i treni Rfi provenienti da Varese. Adiacente la sfavillante Piazza Gae Aulenti, fiore all’occhiello della Milano del nuovo millennio, ospita già l’alta velocità targata Italo e i convogli diretti verso altre destinazioni importanti come Torino e Genova. A queste se ne potrebbero, in tempi ragionevoli, aggiungere di nuove alleggerendo così Piazza Duca d’Aosta. Potrebbe così risultare almeno in parte attenuato lo storico calvario che i varesini e i varesotti affrontano ogni qualvolta devono raggiungere la Centrale.
L’auspicabile riassetto delle linee Rfi Milano-Varese e ritorno, con ricadute positive su tutti i territori circostanti, non deve tuttavia far dimenticare il ruolo decisivo che svolge e continuerà a svolgere Trenord, anch’essa alle prese con un lento e faticoso processo di ammodernamento del materiale rotabile. Con 335 mila passeggeri al giorno e 800 corse nella sola provincia di Varese è comunque un attore fondamentale del trasporto lombardo. Oggi le sue linee sono diventate quasi una metropolitana regionale a cielo aperto meritevole, per quanto riguarda il territorio varesino, di un sostanziale potenziamento che passa attraverso la costruzione di un nuovo ponte a Malnate e il raddoppio dei binari fino a Laveno. Se questa ipotesi si verificasse aggiungendo due stazioni, una al Vivirolo (Belforte) e l’altra a Masnago con i relativi parcheggi di interscambio, Varese potrebbe utilizzare il percorso urbano delle Nord come un vero e proprio frammento di metrò. Una lungimirante proposta avanzata, una ventina d’anni fa, dalla società Oikos che si era occupata del Piano regolatore cittadino e più volte ripresa, su Rmf online, dall’architetto Ovidio Cazzola nell’ottica di una città di area vasta.
You must be logged in to post a comment Login