Per i Greci erano degni di ammirazione, di gloria, di fama e – perché no – di splendore l’eroe e il sapiente che si distinguevano e si mettevano in luce. Fin qui nulla di strano. Ma dalle spiegazioni che giustificano in modo serio i termini sappiamo che “la fama dipende dall’opinione che gli altri si fanno di noi.” Per i Greci ciò si chiamava doxa.
A dire il vero non era un grande valore se un certo Eraclito paragonò coloro che si basavano soltanto su opinioni addirittura ai sordi che non sapevano né parlare né ascoltare. Ovviamente per noi l’accusa non è rivolta ai sordi, ma a chi non sa elaborare un proprio pensiero. A chi, insomma, si ferma all’opinione, che si alimenta dell’apparenza e non della faticosa ricerca di verità. Sia essa la verità con la lettera maiuscola o siano altre verità.
La recente attualità ci porta a riflettere su come la nostra società paia essere orfana di un robusto pensiero critico. Può bastare un esempio? Gli allarmanti dati Eurispes sull’aumento dell’arrogante ignoranza che produce perfino il negazionismo della Shoah. È solo la rivincita dell’opinione sull’evidenza che fu ammessa anche dagli stessi nazisti? Anche a rischio di essere tacciati di pessimismo e senza cadere nella trappola di inutili generalizzazioni, bisogna, però, ammettere che esiste una emergenza culturale.
Anziché il pessimismo della ragione, ora più che mai, serve l’ottimismo coraggioso dell’impegno per combatterla con i giusti antidoti. Tra questi arriva a fagiolo il Festival di Filosofarti, che dal 2007, è un vero fiore all’occhiello della provincia di Varese.
È un grande progetto culturale sul territorio della provincia di Varese e innovativo per la capacità di creare legami tra la filosofia e le altre arti, aperto alle proposte di significativa sperimentazione culturale, che –forse e sfortunatamente – non ha ancora lo stesso appeal mediatico di altri festival.
L’edizione di quest’anno, che s’inizierà il 21 febbraio per terminare domenica 8 marzo, affronterà da più punti di vista il tema di opinione e verità: Doxa ed episteme, come indicato nel ricco programma. Si parlerà della verità delle cure palliative ma anche del giornalismo politico di oggi. Saranno presenti Moni Ovadia, Carlo Sini, Umberto Galimberti, la scrittrice Laura Pariani che tratterà della verità e finzione in letteratura e tanti altri.
Programma ricco di interventi: dalla letteratura alla fotografia, dal cinema alla filosofia per momenti di riflessione per tutti: studenti, appassionati di cultura, cittadini bisognosi di andare oltre le apparenze e desiderosi di interrogarsi. Insomma un vero festival, che, come ci suggerisce l’etimologia, rimanda al senso della festa.
Pensare è una gioiosa fatica: questo ci invitano a fare gli incontri di Filosofarti che offre anche occasioni di laboratori per i bambini. Non è certamente uno spot quanto si può leggere su Facebock, che è seguito da molti e non solo in Italia. “La sfida del festival – si legge sul sito – è quella di permettere a tutti, dal bambino all’adulto, dall’esperto al semplice curioso, di confrontarsi con la riflessione filosofica e di farlo attraverso modalità interattive e innovative senza snaturare la complessità della teoresi. Il programma è pensato in modo da coinvolgere fasce di età e di interesse molto ampie, attraverso forme che alternano lezioni magistrali di grandi autori del settore a esperienze laboratoriali”.
Dunque un esempio concreto di cultura, incontro e dialogo, come nell’agorà, la democratica piazza ateniese, o meglio una filosofia non come disciplina scolastica ma come autentico e irrinunciabile esercizio del pensare. Insomma la cultura che ci ricorda – come è stato detto – che “il mondo della doxa è abitato da un fruitore passivo, smarrito nella molteplicità delle informazioni che gli sono trasmesse, perché non sa o non vuole fare lo sforzo di costruirsi un filo conduttore che dia un senso al tutto. L’episteme, la scientia per i latini, la conoscenza, di contro, richiede l’impegno e l’interesse a capire ciò che ci viene trasmesso.”
You must be logged in to post a comment Login