Kurt Lewin (1890-1947si laurea in filosofia a Berlino nel 1914 e vi insegna psicologia dal 1926 al 1932. All’avvento del nazismo si rifugia negli Stati Uniti (1934), avvicinandosi alla psicologia sociale praticamente inesistente in Germania.
A partire dal 1944 svolge ricerche sulla dinamica di gruppo al Massachusetts Institute of Technology. Conduce una analisi epistemologica della psicologia, che lo porta a rifiutare il metodo classificatorio e l’elaborazione statistica.
Non si interessa solo dello studio della percezione operato da Wertheimer, Koffka e Köhler, ma rivolge altresì la sua attenzione ai processi motivazionali e interpersonali. Sue opere principali: Teoria dinamica della personalità (1935); Principi di psicologia topologica (1936); I conflitti sociali (1948), in cui analizza i problemi delle minoranze e i conflitti matrimoniali; Teoria e sperimentazione in psicologia sociale (postuma, 1951).
Specifica di Lewin è la teoria del campo su influenza della psicologia della Gestalt (della forma), per cui la risultante percettiva dipende dalle relazioni tra le parti piuttosto che dalle pari stesse. Una melodia musicale non dipende soltanto dalle singole note, bensì dalle loro posizioni relative e dagli accordi che ne risultano. Un campo percettivo ha una forma dominante sulla cui base vengono organizzati i singoli elementi. La figura tende a integrare le percezioni.
Per la teoria del campo la realtà psicologica dell’individuo è data unitamente dalla persona e dall’ambiente (parti di un unico campo percepito come una forma unitaria). Ogni avvenimento psicologico è funzione unitamente della persona e dell’ambiente. Il gruppo determina il comportamento del singolo, il sociale è in lui come parte della propria personalità; l’intervento sui gruppi è utilizzato per modificare comportamenti individuali indesiderati.
Nel 1931 compare Il conflitto di una concezione aristotelica e una concezione galileiana della psicologia. Mentre l’apporto di Aristotele risulta di tipo descrittivo, quello galileiano è di tipo sperimentale. Per Galileo gli oggetti della scienza sono considerati come un momento di un processo complessivo, la definizione è nelle connessioni con gli altri elementi del sistema. Per Aristotele si tratta di classificazioni, per Galileo di leggi. Per il primo ha valore scientifico il generale, per il secondo il generale è la legge a partire dalla quale si spiega l’individuale, che deve comunque essere interpretato nella sua singolarità. La regolarità statistica descrive, senza spiegare.
Il presupposto della psicologia della Gestalt per Lewin deve essere applicato non soltanto ai processi percettivi, ma all’intera situazione di vita dell’individuo. L’uso della legge deve essere non classificatorio, ma costruttivo.
Lewin orienta la ricerca all’interno di situazioni, che devono però essere interpretate nella loro specificità. La realtà concreta dell’individuo deve essere determinata nelle connessioni, cioè come una struttura. Onde il metodo della rappresentazione topologica come strumento tecnico per rendere studiabile scientificamente la situazione psicologica. Una legge può essere applicata solo se si conosce la natura del caso concreto. Non ci si preoccupa più di ricercare la causa degli eventi nella natura di un singolo oggetto isolato, ma nei rapporti tra l’oggetto e ciò che lo circonda.
Il modello di Lewin è quello fisico-matematico. Le variabili vengono sostituite dalle circostanze particolari del singolo caso. L’individuo non è separato dall’ambiente, ma parte di una realtà complessiva denominata spazio di vita. In questo spazio la persona si muove secondo direzioni determinate dalla propria personalità. Il futuro è presente in quanto aspettativa o progetto.
Le totalità non sono tassonomiche, ma strutturate: non sono cioè aggregati di elementi che hanno una qualità in comune, ma insiemi, in cui dal rapporto tra le parti emergono qualità, che gli elementi isolati non posseggono. Un gruppo è caratterizzato proprio dall’avere proprietà strutturali diverse rispetto ai singoli elementi. Le qualità dipendono non dalla somma dei componenti, bensì dalle relazioni che si stabiliscono tra essi.
È necessario elaborare tecniche di ricerca, che ci consentano di intraprendere analisi sperimentali a livello dei gruppi sociali “naturali” esistenti. L’esperimento sul gruppo si situa al punto di intersezione tra psicologia sperimentale, sociologia sperimentale e antropologia culturale sperimentale.
Sono ricerche importanti per l’analisi delle ideologie e dei mutamenti culturali: sono suscettibili di divenire tecniche importanti per lo studio della personalità normale e anormale e per produrre mutamenti della personalità. La dinamica del cambiamento può difficilmente essere indotta su individui isolati, ma si estende velocemente a tutti i membri, se è il gruppo nel suo insieme ad accettarla. Questi i campi a cui si estende la ricerca: problemi dello sviluppo e dell’apprendimento, fattori che influenzano la produzione in fabbrica, livello di aggressività nelle società democratiche o autocratiche.
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