L’increscioso episodio della morte di due sedicenni che attraversavano la strada a Ponte Milvio a Roma ha scatenato una forte attenzione governativa perché vi sia la massima sicurezza stradale. Abbiamo assistito anche in città a recenti episodi di investimento di persone che attraversavano le strade sulle strisce pedonali.
Proprio a seguito della direttiva del ministro dell’interno Luciana Lamorgese, l’increscioso episodio della morte delle due sedicenni a Roma ha scatenato una forte attenzione governativa perché vi sia la massima sicurezza stradale. Abbiamo assistito anche in città a recenti episodi di investimento di persone che attraversavano le strade sulle strisce pedonali.
Proprio a seguito della direttiva del ministro dell’interno Luciana Lamorgese, che chiedeva di rafforzare i controlli e la sicurezza stradale con l’istituzione di turni di 24 ore delle polizie locali dei capoluoghi di provincia, il prefetto di Varese ha convocato una riunione nei suoi uffici. A questa hanno partecipato i vertici provinciali di polizia di Stato, carabinieri, polstrada, Guardia di finanza, insieme con i rappresentanti di Anas, Società Autostrade, Provincia e principali Comuni, che hanno analizzato le statistiche relative a incidenti stradali, controlli e sanzioni nel corso dell’anno appena finito.
L’esito della stessa è stato di aumentare la sorveglianza sulle strade più trafficate e su quelle vicine ai principali luoghi di intrattenimento, in particolare di notte. In altre parole, quelli che una volta si chiamavano i controlli contro le stragi del sabato sera.
Dal vertice è arrivata anche l’indicazione agli enti locali a migliorare segnaletica e illuminazione di attraversamenti e percorsi pedonali. Che il rispetto delle regole sia spesso considerato un optional lo conferma anche il dato sulle patenti revocate: 226 in un anno. I motivi? Soprattutto circolazione con permesso di guida sospeso (124 casi), o perché il veicolo era sottoposto a fermo o sequestro (35). Ma c’è anche chi ha fatto inversione in autostrada imboccata contromano.
Praticamente in contemporanea con la riunione prefettizia e, indipendente da questa, c’è stata una conferenza stampa dell’assessore alla Sicurezza del Comune di Cavaria con Premezzo che ha voluto illustrare un’iniziativa assunta dal Comune stesso, che, proprio, sembra fatta nell’ottica di quanto vuole il ministro dell’Interno (maggiore tutela del corpo sociale che solca a piedi o con altri mezzi le strade cittadine).
A Cavaria è stata attivata, infatti, l’apparecchiatura Pedone Smart. Si tratta del primo esperimento a livello provinciale del sistema che prevede l’istallazione d’un sensore di rilevamento sulla segnaletica verticale posta sui due lati della carreggiata. Questo permette (come riporta la Prealpina) di captare automaticamente la presenza di un pedone facendo scattare l’impianto a led applicato sui cartelli, finendo per fungere da occhio di bue ed evidenziare all’automobilista la necessità di frenare.
Come ha voluto spiegare il primo cittadino di Cavaria, Franco Zeni: «Potrà così notarsi anche in piena oscurità chi per esempio si sta recando in centro dopo essere tornato con il treno da scuola o dal lavoro». Il sistema Pedone Smart è arrivato a Cavaria con la formula del comodato uso e vedrà l’amministrazione pagare un canone mensile inferiore a 200 euro per i prossimi due anni.
Venuto a conoscenza di questa realizzazione, trovandola funzionale, ho scritto al sindaco del Comune di Varese e al presidente della Provincia, proprio per chiedere di sperimentarla ovvero di farla sperimentare. Questa potrebbe essere proprio un toccasana per cercare di evitare drammatici investimenti frutto di disattenzione e sbadataggine.
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