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Opinioni

MELASSA

MARIO DIURNI - 24/01/2020

del-noceIl 30 dicembre 1989 vi è stato l’anniversario della morte di Augusto Del Noce, uno dei grandi pensatori italiani contemporanei, a torto definito “reazionario”, che ha visto con largo anticipo dove avrebbe portato un’idea sbagliata di modernità nel nostro Paese e ha cercato di interpretare il nostro tempo. In tutte le sue opere, in particolare Il problema dell’ateismo, l’Epoca della secolarizzazione e l’Idea di Modernità, partendo da Cartesio, passando per Hegel, per arrivare al fascismo, al marxismo ed al cattolicesimo progressista, Del Noce individua in questi ultimi eventi politici, sociali e culturali le cause principali della scristianizzazione in atto in Italia. Afferma inoltre che l’antifascismo non può diventare “religione civile” e riallacciandosi alla tradizione cristiana e risorgimentale, quella di Gioberti e Manzoni, arriva a Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e ai loro insegnamenti.

Senatore nelle file della DC dal 1984 al 1987, vicino a Comunione e Liberazione, ha sempre espresso nella sua maniera garbata e aliena dalle polemiche, ma lucida e profonda nell’analisi, critiche motivate a quello che viene definito una “forma di sincretismo teologico-politico” cioè il “cattolicesimo progressista”. Con questa definizione si intende il tentativo compiuto a partire dalla metà del secolo scorso, di fondere i valori ed i principi del socialismo, con quelli del cattolicesimo, malgrado storicamente il socialismo sia materialista, ateo e nato in aperta opposizione al Cristianesimo. “L’innegabile evoluzione del comunismo” ha avuto anche come conseguenza un avvicinamento al cristianesimo, ma questa fusione, da qualcuno definita a freddo, ha portato alla sostituzione della religione con la politica e la sociologia ed al rinnegamento della dimensione metafisica e religiosa come chiave interpretativa della realtà storica. Scrive Del Noce “il progressismo cattolico è costretto a rompere con tutta la tradizione dei filosofi della partecipazione, Platone, Aristotele, Agostino, Tommaso, Rosmini. Ovvero è radicalmente nuovo, perché trascrive le verità del cristianesimo entro le categorie dipendenti dalla concezione strumentalistica dell’homo faber”, concezione tipica del socialismo. Sempre secondo il filosofo cattolico inoltre “all’autorità dei valori, si contrapporrà la loro creazione; ma poiché riferito all’uomo il termine creazione non ha significato” ed i valori non saranno più riconosciuti ed affermati come tali, ma ne verranno creati di nuovi, secondo una dimensione sociologica e politica, inseguendo il falso mito della “liberazione”, con una visione storicizzata della libertà, che al contrario deve avere sempre una tensione etica ed ontologica.

Non credo sia esagerato affermare che la visione di Del Noce sia stata profetica, se vista alla luce degli eventi storico-politici succedutisi negli ultimi decenni. Ricordiamo che sempre nel 1989 vi è stato l’anniversario della caduta del muro di Berlino, che ha determinato in Italia la fine del Partito Comunista italiano, il più grande Partito Comunista del mondo occidentale. Dopo la svolta della Bolognina e le numerose scissioni avvenute nel corso degli anni, l’ultima delle quali è quella recente renziana, dopo due esperienze di Governo nel 1996 e nel 2006, finite precocemente, si è arrivati ai tempi attuali, con la volontà dichiarata della dirigenza, non da tutti condivisa, di “creare un nuovo partito che guardi alle sardine e agli ecologisti”, tentando inoltre di stabilire un’alleanza organica con altri movimenti di incerta collocazione politica, nel periodo di maggior crisi della sinistra, del partito più rappresentativo di essa in Italia e dei partiti socialdemocratici in tutta Europa. In ultima analisi si vagheggia di un grande partito radicale di massa, che va dai movimenti LGBT, agli ecologisti ed alle sardine, che di conseguenza dovrebbe aprire una nuova stagione post ideologica, interrompendo quella lunghissima della sinistra ideologica, che in Italia fino al 1989 si dichiarava marxista-leninista, per poi approdare al Blairismo ed al Clintonismo negli anni successivi o ad eleggere più recentemente Macron come proprio campione.

È lecito pertanto chiedersi che spazio avranno i cosiddetti “cattolici comunisti” in un partito melassa senza smarrire o perfino rinnegare i propri valori e la propria fede e soprattutto la propria identità.

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