Un libro divide, un libro unisce: è la Chiesa con due ali. Dopo il polverone suscitato dalla pubblicazione – per ora in Francia, presto nel resto del mondo – del volume Dal profondo dei nostri cuori che contiene il monito contro i preti sposati, c’è chi ricorda un altro testo uscito nel giugno scorso in Italia, Non fate male a uno solo di questi piccoli, in cui il papa regnante e il papa emerito, all’unisono, chiedono perdono alle vittime degli abusi e smentiscono le voci di un contrasto fra loro. Anche allora non erano mancati i commenti e le discussioni. In una precedente uscita sugli abusi sessuali Ratzinger aveva alimentato l’idea di voler correggere Francesco. In realtà era stato autorizzato dal papa a pubblicare le sue riflessioni sul mensile del clero cattolico bavarese Klerusblatt.
Ma lo sforzo di far rientrare in una normale dialettica condivisa le ripetute prese di posizione di Ratzinger contrasta con il profluvio di articoli apparsi in questa circostanza, sui giornali e sulla rete, che insistono sulla distanza sempre più profonda che divide i due pontefici. Blog giornalistici, discussioni online ed opinioni di teologi e addetti ai lavori ultra-conservatori evocano uno scontro epocale tra l’ala tradizionalista e quella progressista della Chiesa, parlano di tradimento della fede, della strada sbagliata sulla quale si sta avviando una certa Chiesa modernista, di percorso di autodissoluzione, di pasticcio della coabitazione di due papi, di confusione e diritti dei fedeli, di vertici ecclesiastici che lavorano contro la Chiesa.
Intanto Francesco avanza sulla strada del rinnovamento nominando una donna sottosegretario di Stato. Una svolta storica. Mai una figura femminile ha ricevuto un incarico così elevato nell’ambito della diplomazia vaticana, da sempre riservata agli uomini. Francesca Di Giovanni, 66 anni, di Palermo, laureata in giurisprudenza, diventa responsabile del settore multilaterale della sezione per i rapporti con gli stati della Segreteria di Stato guidata dal cardinale Pietro Parolin, dove opera già da quasi ventisette anni. Per Francesco “la donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali. Quando le donne possono trasmettere i loro doni il mondo si ritrova più unito”.
E prosegue il viaggio di avvicinamento verso “quelle persone che nella vita hanno fatto naufragio”. Lo ha detto ricevendo una delegazione della Chiesa luterana di Finlandia alla vigilia della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che quest’anno ruota attorno al tema dell’ospitalità. “Chi offre ospitalità non diventa più povero ma più ricco – ha spiegato Francesco – Chiunque dona, riceve a sua volta. Infatti, l’umanità che mostriamo agli altri ci rende misteriosamente partecipi della bontà del Dio fattosi uomo”. E il papa segue con apprensione i vescovi tedeschi che lavorano a un sinodo per avviare riforme in tema di matrimonio dei sacerdoti e coppie omosessuali che la Chiesa tradizionalista bolla come deviazioni dottrinali.
Tornando al celibato dei sacerdoti, il libro di Ratzinger si avvia a diventare un best-seller. Lanciato più o meno intenzionalmente dalla grancassa delle polemiche, Des profondeurs de nos coeurs è uscito in Francia con le foto e le firme in copertina del papa emerito e del cardinale Robert Sarah, triplicando gli ordini nelle librerie parigine. L’edizione francese utilizza il plurale (”noi”) e le firme che concludono l’introduzione e la conclusione – “Benedetto XVI, Robert Sarah” seguite da “Città del Vaticano, settembre 2019” e “Città del Vaticano, 3 dicembre 2019” – sembrano avvalorare la tesi della scrittura a quattro mani. Peraltro smentita dal segretario di Ratzinger, George Gänswein.
Il volume uscirà in Italia a fine mese con l’editore Cantagalli che in passato ha già pubblicato testi sia di Ratzinger che di Sarah e avrà le dovute correzioni. Numerose librerie romane hanno già effettuato l’ordine, ma il mondo del collezionismo giura che sarà la “variante” francese ad assumere, nel tempo, un alto valore commerciale: diventando una sorta di Gronchi Rosa del Vaticano. Il paragone è con il celebre francobollo emesso dall’Italia il 3 aprile 1961 per il viaggio di Giovanni Gronchi in Perù – con i confini sbagliati – che fu ritirato e mandato al macero. Gli esemplari superstiti oggi valgono una piccola fortuna e lo stesso meccanismo potrebbe far lievitare il valore della prima versione del libro di Ratzinger.
You must be logged in to post a comment Login