Andrea Civati, giovane e dinamico esponente della Giunta Galimberti, è l’Assessore alle “piaghe d’Egitto” di Varese che non sono dieci come nel Vecchio Testamento, ma, si fa per dire, solo tre peraltro ben sedimentate in decenni di abbandono e inazione: Largo Flaiano dove approda il fiume di automobili dall’autostrada Milano –Laghi; l’area delle stazioni, squallida e desolata, dove sono da poco partiti interventi di rianimazione; Piazza Repubblica con L’ex caserma Garibaldi, il tumore urbano più acuto: per combatterlo si annunciano cure imminenti.
Tre “piaghe” contigue, ciascuna con un suo livello di gravità, decisive per il futuro della città. Dalla guarigione più o meno completa delle tre piaghe dipenderanno, in buona misura, le sorti del governo di Palazzo Estense in proiezione elezioni 2021. Cominciamo dalla prima che ha un’origine antica – anno 1924 – quando venne inaugurata la prima autostrada al mondo tra la capitale lombarda e quella che Giacomo Leopardi aveva definito la Versailles di Milano. Un privilegio, una fortuna che negli anni del primo dopoguerra, con l’esplosione della motorizzazione di massa, si è via via però trasformata in una iattura. Perché il fenomeno anziché governarlo, la città e i suoi amministratori dell’epoca lo hanno subito.
Già negli anni sessanta sarebbe stato opportuno separare il traffico di passaggio da quello diretto in città grazie alla costruzione di un sistema di tangenziali esterne e di collegamenti “veloci” interni al tessuto urbano. Si fece poco e male, quanto meno non abbastanza. Dice Andrea Civati: “Riaggiustare Largo Flaiano è una priorità, pur non essedo elevatissimo il numero di auto in ingresso le code sono devastanti perché nello slargo a cavallo della ferrovia confluiscono troppe strade a senso unico e a doppio senso di marcia con tempi di semaforo ridotti al minimo. Sono state contate le auto in transito: tra le sette e le nove e trenta del mattino e tra le diciassette e le diciannove di sera entrano dall’autostrada 1.968 automezzi (519 di questi svoltano verso viale Borri e Giubiano); 2.148 provengono da via Magenta, 3.300 da via S. Imerio. In totale 7416 veicoli percorrono Largo Flaiano nelle quattro ore e mezza di massima punta. La frequenza è pertanto di 1648 vetture l’ora. Dividere il traffico in entrata e in uscita è dunque una strada obbligata”.
Funzionale a questo obiettivo è il nuovo svincolo stradale in costruzione in località Cuor di Sasso nell’ex area occupata dal calzificio Malerba all’altezza dell’incrocio tra via Gasparotto e Corso Europa; un raccordo al servizio del nuovo Esselunga, prossimo al completamento, e di tutto il traffico in transito da questa zona nevralgica della città. Due maxi rotonde sostituiranno i semafori che oggi regolano l’incrocio. La prima verrà posizionata davanti alla farmacia di via Gasparotto, l’altra all’imbocco di viale Europa. Solo una volta completato questo primo lotto, la struttura commerciale avrà il via libera per l’apertura. Il secondo lotto dell’intervento prevede inoltre uno svincolo, provenendo da Milano, con annessa rotatoria che collegherà la bretella autostradale dell’A8 al centro commerciale. Con un piccolo viadotto sarà superata la sottostante ferrovia. Sarà così possibile per gli automobilisti raggiungere direttamente il supermercato e disporre di una possibilità in più per dirigersi verso Corso Europa. È prevista infine la costruzione di uno scivolo a fianco del vecchio ponte della ferrovia di via Gasparotto per favorire il deflusso delle auto in uscita dalla città da Largo Flaiano.
Il maxi intervento stradale (costo 10 milioni di euro a carico di Esselunga) già ipotizzato nella fase conclusiva della Giunta Fontana, dovrebbe sciogliere almeno in parte il nodo gordiano dell’ingresso in città dall’A8 favorendo, in buona sostanza, una distribuzione più equilibrata del traffico grazie a un maggior utilizzo del Corso Europa e del Viale Piero Chiara. Non potrà comunque essere un colpo di bacchetta magica perché gli ingressi in centro da via Metastasio verso la Motta e di Casbeno lungo lo svincolo Coop/Cimitero risulteranno più difficoltosi a fronte di un aumentato carico di veicoli. Un vincolo che si sarebbe potuto superare in anni ormai lontani concretizzando il prolungamento del Corso Europa / Piero Chiara in direzione di Masnago e di Casciago. Allo stesso modo se si fossero realizzati i raccordi Gasparotto – Borri – Belforte la tormentata viabilità varesino avrebbe preso tutt’altra piega. Oggi il solo collegamento con viale Borri con sbocco di fronte alla Chiesa dei Francescani sfascerebbe il denso tessuto abitativo accumulatosi nel tempo e avrebbe costi molto elevati. Insomma una importante boccata d’ossigeno che lenirà, senza risolvere del tutto, l’antico mal d’auto in arrivo da sud.
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