È stata ultimata l’attività dei “volontari” che erano stati impiegati (dietro anche spinta delle Associazioni ambientaliste) dal comune di Gavirate per poter monitorare l’inquinamento odorigeno presente attorno all’area industriale di Gavirate e che viene percepito anche in comune di Bardello.
Non ho ricevuto, però, ancora alcuna comunicazione ufficiale sulle conclusioni dell’attività di controllo. Sta di fatto che nell’autunno del 2019 (dopo un’estate trascorsa senza problemi da parte di persone che abitano a di confine tra i due comuni sopra indicati, tanto che ritenevo risolti i loro problemi con l’aggiornamento dei macchinari da parte di una ditta autorizzata a far ciò dalla Provincia) sono ripartite le esasperate lamentele di parte di costoro. C’è quindi stata una ripartenza dell’inquinamento che meritava di essere affrontata magari con nuovi strumenti e che non sapevo quanto fosse evidente nelle comunicazioni compilate dai “nasi”.
Ho quindi scritto al sindaco di Gavirate come al sindaco di Bardello, nonché al direttore di Arpa Varese perché potessi avere una comunicazione ufficiale sull’esito della sperimentazione così da poter tranquillizzare i cittadini esasperati. Perché la stessa non mi è stata fornita come presidente di un’Associazione che era stata coinvolta proprio dal comune di Gavirate assieme ad Arpa Varese per decidere come affrontare la questione dell’inquinamento presente nelle due città?
Il sindaco del comune di Gavirate non ha sentito ovvero non è stato avvertito dei nuovi odori che mi erano stati segnalati? Non è lui che per primo dovrebbe interessarsi alla questione quale responsabile sanitario degli amministrati?
Ho chiesto a proposito di queste lamentele (e quindi, stante il mutato stato delle cose – dal momento della scelta dei “nasi” – che non può non essere tenuto in conto da parte di chi governa i cittadini) quali deliberazioni possano essere assunte ora dai sindaci dei comuni di Bardello e di Gavirate.
Ho chiesto, in particolare, a quest’ultimo se avesse ricevuto proprio delle comunicazioni per iscritto da parte di privati ovvero di referenti di altri enti pubblici sulla situazione di inquinamento in corso, e se intenda chiedere ad ARPA di effettuare nuove rilevazioni con strumenti più innovativi. Non penso, infatti, che i cittadini possano inventarsi delle sofferenze che in realtà non esistono. Affrontare la questione in questi termini da parte degli enti pubblici sarebbe assolutamente detestabile. Deve essere, invece, individuata la causa degli odori e questa, secondo me, deve essere, nel prossimo futuro, la missione dei due sindaci e degli organi che svolgono il controllo sanitario.
Al sindaco del comune di Gavirate ho, proprio, chiesto se, stante l’articolo pubblicato su La Prealpina del 7 dicembre 2019, secondo cui il Comune di Samarate, assieme ad Arpa, hanno deciso di operare “con una certa continuità” per monitorare gli odori che si respirano nella frazione di San Macario in zona Cascina Sopra intenda fare eseguire da parte di Arpa Varese nuove rilevazioni.
A Samarate, non diversamente da quanto avviene a Gavirate o a Bardello, gli odori provocano nel periodo primaverile e soprattutto estivo odori nauseabondi difficili da sopportare. Odori che fanno lacrimare gli occhi, provocano anche bruciori alla gola e costringono gli abitanti in piena estate a tenere chiuse le finestre. Problema che persiste da diversi anni in città a cui sembra difficile trovare una soluzione definitiva.
Qualcosa di importante, però, si è mosso ora con la visita negli uffici di Arpa del primo cittadino di Samarate per avviare nuove indagini e importanti rilevazioni. Ha sottolineato il sindaco di Samarate: «Verrà sviluppata una applicazione che si installerà sui cellulari e i computer fino a venti sentinelle, a cui Samarate aderirà, che consentirà una segnalazione immediata e diretta ad Arpa da parte della cittadinanza per cercare di capire subito il problema».
Non posso più accettare che i cittadini siano costretti ancora a sopportare i disagi che impediscono loro di vivere liberamente e di poter tenere, sia d’estate che d’inverno, i serramenti chiusi delle proprie abitazioni.
Ho chiesto, allora, se Arpa abbia avvisato i sindaci dei comuni di Bardello e di Gavirate della innovativa tecnica utilizzata a Samarate e se la stessa abbia segnalato loro come intenda interpretare le carte ricevute dai “volontari”. Se da queste non fosse possibile trovare con certezza dove sia la fonte degli odori molesti non deve essere sospesa ogni attività di accertamento ma deve essere avviata una nuova sperimentazione dei cosiddetti “nasi” però degnamente attrezzati.
Quanto penso è che i Comuni con Arpa debbano escogitare strumenti adeguati per poter alleviare le sofferenze sia fisiche che morali dei componenti di più famiglie da loro amministrate e che loro non possono non tutelare.
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