Viviamo eventi molto preoccupanti. L’uso stupido, inconsulto, becero degli antibiotici ha fatto proliferare una enorme quantità di germi resistenti agli stessi, esponendoci di nuovo al rischio di essere colpiti da patologie infettive non più controllabili. Ma ci sono tante altre situazioni critiche che ci minacciano: noi siamo diventati resistenti al buon senso. Vien da pensare che il buon senso sia morto.
Ci si potrebbe chiedere cosa è il buon senso? Dovrebbe essere la capacità di giudicare e affrontare gli eventi della realtà con obiettività e serenità, sapendo scegliere il positivo. Constatiamo invece quanto sia difficile per noi e per tutti vivere nella pragmaticità del quotidiano usando appunto questa semplice utile virtù.
Un’ altra domanda potrebbe essere il chiederci che cosa è la resistenza. Il termine ha avuto ed ha un significato politico ma in certi momenti, in certi casi ha assunto un significato filosofico- esistenziale: saper resistere al male.
Nel caso dei microbi la situazione è più banale e nel contempo drammatica: per resistenza si intende l’incapacità dei farmaci a debellarli; essi, i microbi, resistono alla azione sterilizzatrice dei farmaci stessi. Per loro è vita saper dribblare gli antibiotici, per noi il contrario.
E nel caso del buon senso degli uomini? L’incapacità di averlo, di percepirne il significato porta al risultato di “campare malamente”, di avere una vita confusa, disordinata. È una cosa stupida, ma la stupidità sembra affascinarci mentre il buonsenso no.
Ci sono motivazioni a questo comportamento: e sì, avere buon senso può essere faticoso, richiede la forza di compiere qualche rinuncia, di mortificare desideri apparentemente piacevoli, più affascinanti.
Ma stiamo parlando di banalità? Non troppo: ad esempio gli errori commessi nella somministrazione inconsulta degli antibiotici, ora non più utilizzabili, sono gravi.
Altro evento drammaticissimo è il modo di utilizzare e sprecare l’energia il cui abuso altera il fragile equilibrio del nostro clima: lo stiamo constatando tutti, guardando le immagini che i mass-media ci riversano addosso, e talvolta noi stessi siamo costretti ad essere protagonisti di eventi causati dal clima impazzito.
Altro errore grave: l’assoluta incapacità a vivere l’economia in modo equilibrato, ma questo è un fattore presente in modo pesante anche nei secoli passati con grandi sofferenze per tanti. Ciò che lascia perplessi è l’incapacità degli uomini a imparare la lezione! Semplificando: avere buon senso sembra un fattore comune, di tutti i giorni, ma viverlo bene è complicato. È banalissimo ad esempio vedere come molti credano di avere buon senso accumulando denaro, tanto denaro, ma siccome le risorse hanno inevitabilmente un limite, molti altri finiranno col ritrovarsi nella miseria, come detto.
Buon senso vuol dire essere “furbetti”? (termine dispregiativo di moda qualche tempo fa- “i furbetti del quartierino” si diceva – e riesumato ogni tanto ancora di recente). Essere furbetti è una tentazione molto seducente e un po’ tutti cerchiamo di esserlo. Ho anche sentito alcuni gloriarsi di essere furbi senza rendersi conto che è una questione di etica, di senso morale la cui mancanza, nel credersi furbi, crea dei drammi che si ripercuotono sulle istituzioni di una società, e ne è esempio il coinvolgimento delle Banche in scandalosi disastri che creano solo drammi, come sta avvenendo ai nostri giorni.
Ora sono io a vivere una tentazione: quella di portare i nostri pensieri nella politica nazionale o locale, ma il buonsenso mi dice di lasciar perdere, troppo facile diventare dei censori.
Pensiamo invece al ruolo della cultura, elemento più che necessario per avere buon senso. Buon senso e cultura, due elementi che uniti fanno valido l’uomo, lo rendono saggio. Qualità vitale per i singoli e per i componenti di una comunità.
Grande nemico del buon senso è quindi l’ignoranza, intesa non come assenza di nozionismo ma come assenza di cultura. La persona ignorante non sa relazionarsi positivamente con il prossimo ma può facilmente vedere nel prossimo un nemico.
Sembrano discorsi forse non molto originali, che rischiano di scivolare nella retorica. E allora? Limitiamoci a riconoscere l’importanza del buon senso e umilmente domandiamo di avere il coraggio necessario per averlo e viverlo.
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