Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Cultura

IL PRINCIPE FILOSOFO

FEDERICO SCHNEIDER - 13/12/2019

Lorenzo il Magnifico

Lorenzo il Magnifico

Pensando a Salvini e al “sardina-pensiero” con cui lo si contrasta, per converso penso al mio caro Rinascimento, e in particolare a quel portento che, grazie a intellettuali del calibro di un Pleto, un Argiropolo su su fino a un Ficino e alla sua Accademia Fiorentina, si realizza nella Firenze del Quattrocento: la rinascita dell’idea del principe filosofo.

Tale idea, che si prefigura con Cosimo “il Vecchio” e si incarna in Lorenzo “il Magnifico”, rappresenta un momento straordinariamente luminoso della nostra storia politica, nonostante le ben note (anche inquietanti) zone d’ombra che ne caratterizzarono l’applicazione alla realtà.

Se lo si tornasse a studiare in sé e per sé, evitando sia il disfattismo sia le catecontiche visioni, cui recentemente si è voluto dare corpo (chissà perché), ci si renderebbe conto che ciò che portò nella stanza dei bottoni di una potente città-Stato una famiglia di parvenu, non aristocratica, che per di più si era arricchita con l’usura, non fu una cinica manovra di propaganda politica ideata da qualche spin doctor. Fu invece un’idea maledettamente seria, mirabilmente argomentata in uno dei capolavori assoluti del pensiero occidentale: i Dialoghi platonici.

Ci credette addirittura quel beffardo di un Machiavelli, che l’attualizzò nel principe-scienziato della politica; e ci credette anche un ingegno di non minor calibro che, rivaleggiando con quel principe, scrisse il Cortegiano.

Se per un attimo ci consentissimo di spegnere lo smartphone per immergerci in quella immortale sapienza, forse non ci illumineremmo d’immenso, come il poeta, ma senz’altro ci renderemmo conto della miseria (intellettuale) in cui versa questo nostro grande Paese oggi, ammorbato com’è dal genio decostruzionista: quello, per intenderci, che con riferimento al discorso politico predilige il temine psicanalitico “narrativa” a quello scientifico “narrazione”, evocando così la categoria della finzione, e non quella della verità (come invece vorrebbe Platone). Forse così qualcuno si illude di aver trovato un modo per innalzarsi abbassando gli altri.

Ma qui o ci si innalza tutti insieme o si butta in vacca il discorso politico. Si tratta quindi di un’operazione ben più delicata, per cui occorrerà lasciarlo spento spesso quello smartphone, per chinarsi sui libri giusti.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login