Oggi sembra indispensabile nella vita politica la capacità di “confabulare”, cioè di rivolgersi nello stesso tempo a più persone ma in modo tale che il discorso appaia diretto ai singoli, comunicando loro parole che loro stessi desiderano sentirsi ripetere; il tutto in una atmosfera particolare, intimistica quasi, ma purtroppo impregnata d’odio, con uso di parole denigranti, insultanti nei confronti di presunti nemici, che devono apparire loschi, perfidi, disonesti, incapaci.
Il confabulatore politico ama apparire in TV – e i conduttori lo assecondano perché così aumenta la loro “audience”- sfruttando l’emotività degli utenti desiderosi essere confermati e consolati nei loro timori, sostenuti da un creduto buon senso ma soprattutto stimolati nella ribellione contro gli immigrati e i rifugiati politici che, disgraziati, arrivano dopo persecuzioni, sfruttamenti, torture, spinti in mare ad alto rischio per la vita. Il comune pensare “dice” che loro arrivano qui e ci sfruttano, che noi li dobbiamo mantenere, che ci portano via il lavoro che poi non sanno far bene, che delinquono, vendono droga, che sono incivili, aggrediscono le nostre donne e spingono le loro alla prostituzione.
Il confabulatore politico ama il contatto con la gente, ma non fa comizi classici. Con un atteggiamento da amico linguacciuto usa un eloquio anche volgare, forse definibile “da bar”, sparlando degli avversari, li dileggia, li accusa di non saper risolvere problemi, ma si guarda bene dall’avanzare progetti suoi. Inventa sprechi bancari, distrugge le personalità, sguazza sempre nel negativo. I suoi temi sono ripetitivi, perché sa che gli uditori sono di memoria corta e che vogliono, come detto, udire quello che appunto lui ripete. Come fa a saperlo? Alle sue spalle abili esperti della comunicazione, con in mano dati offerti dalle statistiche elaborate da validi algoritmi che hanno “profilato” gli uditori, suggeriscono argomenti giusti che sicuramente coinvolgono le persone. Gli suggeriscono anche il momento giusto per esporli. Il nostro ama poi dir bugie che racconta da una vita sfruttando una tecnica molto sperimentata in campagne elettorali in altri paesi che ne hanno confermato l’efficacia. Importante infine denigrare gli altri, mettendo sulla loro bocca concetti mai pronunciati.
Ascoltare il politico confabulatore è più facile, molto meno faticoso, più rassicurante che seguire i discorsi dei politici onesti, logici ragionatori, che si espongono suggerendo soluzioni vere dei problemi, ovviamente più faticose, più impegnative : quindi meglio scartarli.
Pensiamoci un momento. Consideriamo la sfida immigratoria: più facile chiudere i porti o risolvere il problema alla sua origine? Far sì che da dove provengono ci sia una qualità di vita accettabile, non ci sia la negazione della libertà, della vita, non imperi la fame, non ci sia guerra o più facile, più semplice erigere i muri, i reticolati con filo spinato? Più facile ammucchiare esseri umani in campi di raccolta o impedire che smettano di crepitare le armi, oltre tutto vendute da noi?
E come regolamentare la pazzia dell’economia moderna? Più facile lasciarla andare a gonfiarsi nell’istintiva speculazione impoverendo interi popoli o far sì che si realizzi un’equa disponibilità delle risorse? E il problema droga: più facile “dire” d’impedirne la diffusione o educare a non diventarne schiavi?
Il politico confabulatore fa discorsi “raso terra” perché coinvolgono i meno acculturati, perché nascondono le difficoltà di realizzazione, mostrando una realtà falsa ma riversando difficoltà nel futuro.
In breve: più facile confabulare, dire o fare?
È una situazione vecchia come vecchio il problema che deve affrontare l’uomo immerso nella entità fisica del tempo, per cui rimandando i problemi questi non sono risolti. Questa sì che è una cosa semplice e vera, ma il confabulatore non te la dice, lui blandisce …. No! Stimola, “ciurla nel manico” (come s’usa dire) delle tue angosce, delle tue paure ma lasciandotele: se van via come fa a giocarci?
Confabulare o onestamente dialogare con la gente? Non è bella la politica in questo modo. Far bene la politica è molto molto faticoso, lo sappiamo tutti, ma appunto in quanto tale resta intrigante e più cerchi di essere etico e morale essa, la politica, attira e soddisfa la gente. Quello che fa tremate i ben pensanti, i saggi (ce ne sono ancora?) è il politico che, sempre confabulando, ha chiesto “datemi i pieni poteri …” A questo punto è il confabulatore che fa paura, non i migranti. Ma questa frase non viene dagli esperti che lo guidano, gli è sfuggita ma la dice lunga sulle sue ambizioni.
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