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In Confidenza

RESPONSABILITÀ

Don ERMINIO VILLA - 05/12/2019

peccatore«Pensate un po’ meno ai vostri peccati, quando li avete commessi – ha scritto Charles Péguy – Pensateci un po’ di più al momento di compierli… Quando avete compiuto i vostri peccati, voi li rendete giganteschi come le montagne, dice Dio. Eppure bisogna vederli grossi come le montagne ed averne paura al momento in cui li si compie. Voi diventate virtuosi dopo. Invece dovete essere virtuosi prima. Fate che i vostri esami di coscienza e gli atti di contrizione, anche i più amari, siano di remissione e di perdono».

Gli è che, invece, più facilmente ci palleggiamo le responsabilità. Ci manca infatti il coraggio di dire: “Questo è mio”. Nessuno vuole assumersi delle colpe che sono proprie dell’uomo: e le accuse vanno ora a questi ora a quelli, a questo o all’altro gruppo, a questa razza o all’altra, come a questo o a quel partito.

«Quanti si assumono coraggiosamente la propria responsabilità? – si chiedeva don Primo Mazzolari -. Fino a che continuerà il gioco dello “scarica-barile” (c’è anche gente seria che fa questo gioco!), non migliorerà l’umanità; perché il primo segno di rinnovamento è rivedere il rapporto della nostra corresponsabilità: se rifiutassimo di farlo, sarebbe come scaricare sulle spalle di altri cose che sono nostre, colpe e responsabilità che sono nostre».

Nella nostra vita tutto è provvisorio, tutto è legato al tempo: in questo senso i peccatori come i giusti vivono in un tempo che è dono di Dio per loro: tempo di grazia, perché aperto alla conversione. Né il peccatore incallito né il giusto convinto resteranno tali per sempre, perché tutti siamo “peccatori in stato di conversione”. Dio ci raggiunge in infiniti modi per renderci docili a questo stato di conversione; da parte nostra possiamo solo prepararci all’incontro con Dio.

Estranei alla conversione siamo estranei all’amore… «Convertirsi significa cedere all’azione insistente di Dio, abbandonarsi al primo segnale d’amore proveniente da lui. Abbandono, dunque, nell’accezione forte di “capitolazione”: se capitoliamo davanti a Dio, ci offriamo a lui. Allora tutte le nostre resistenze fondono davanti al fuoco divorante della sua Parola e davanti al suo sguardo» (A. Louf).

Tutto il Vangelo è un invito insistente a convertirci. Gesù lo indicava non come un dovere, ma come una possibilità offerta a tutti, quasi un diritto. È una buona, non una cattiva, notizia! Nessuno è escluso dalla possibilità di cambiare, perché nessuno va dato per spacciato, mai!. Anche per le situazioni morali che sembrano senza via d’uscita, c’è la possibilità di un cambiamento. Quando Gesù disse che era più facile per un cammello entrare nella cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno dei cieli, precisò: “Ciò che sembra impossibile per gli uomini non lo è per Dio”.

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