Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Politica

ELOGIO DELLA CRAVATTA

MANIGLIO BOTTI - 05/12/2019

????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????L’abito non fa il monaco, dice un antico proverbio. Invece lo fa, eccome se lo fa.

Della correlazione tra immagine – look, come si dice – e propaganda politica, la prima a vantaggio della seconda che si perde come sempre nell’assenza di contenuti, s’è già avuto modo di parlare. Ora con qualche piccola aggiunta.

Guardiamo, per esempio, un maestro dell’immagine studiata (parole e musica), il capo dell’opposizione Matteo Salvini. Dopo un’estate a suo modo per lui prima felice e poi funesta, in cui prediligeva bermuda, magliette, camicie aperte sul petto villoso è passato al completo blu, alla camicia bianca e alla cravatta, e anche a qualche comparsata a Palazzo Madama, che neanche l’Arnaldo Forlani di un tempo che fu. Non siamo ancora ai curatissimi modelli sartoriali sfoggiati dal bis-premier Giuseppe Conte ma poco ci manca.

Si dice che la mutazione quasi genetica sia dovuta al fatto che l’entourage salviniano gli abbia consigliato di procedere in nuova veste, e anche più attenta nel misurare linguaggio e gesti, soprattutto per conquistare i moderati, i più titubanti a sostenere il selfista delle felpe. Con un occhio attento sull’Europa cui non si vuole cedere nemmeno un ghello. E con qualche sarcasmo bonario da gatto mammone dispensato ai “sardinici”.

Se ci si fa caso, il nostro non ha più esibito rosari, immaginette e crocifissi – anche se ormai si è in procinto del Natale – per accaparrarsi un certo pubblico tradizionalista, sardine a parte, appunto. Gli è bastato, evidentemente, convincere qua e là il colto pubblico e l’inclita guarnigione ed entrare un po’ nelle “simpatie” del buon cardinale Camillo Ruini, quasi novantenne (guarda caso ha la stessa età della senatrice Segre, e però non gira sotto tutela dei carabinieri).

Abiti nuovi, vicende nuovissime, trucchetti del mestiere non hanno tuttavia minimamente portato alcun sostegno o chiarimento ai contenuti della politica: cosa che vale per Salvini, ma anche per i suoi coequipier, oggi al governo e ieri all’opposizione (non tutti), in un gioco di alternanze non ancora suffragate dal voto.

I problemi sono sempre tali e quali. Ne citiamo quattro o cinque, per dire dei più evidenti, che non cambiano nella sostanza e nonostante gli avvenimenti di superficie: Ilva, Alitalia, Mose di Venezia, manovra e situazione economica in grave dissesto, rapporti con l’Europa.

E, purtroppo, anche la lettura dei giornali o la visione della Tv non aiutano. Perché ormai – davvero – si naviga lontano dai porti. Fateci caso: una volta si diceva che i giornali non sarebbero sopravvissuti alla televisione, invece alla fine si sono aiutati e autoalimentati gli uni con l’altra.

Ora sta accadendo la stessa cosa tra tv e social. È raro trovare su questi ultimi prodotti di sostanza: così che spesso si transita dai discorsi di immagine, non sempre eleganti, alle vicende di micini e cani domestici.

La tv invece approfondisce i temi? Non si può dare una risposta affermativa. Spesso nei giri delle inchieste si fa obbligo all’operatore e al giornalista di fare sosta nei bar e nelle osterie. I personaggi intervistati, per lo più pensionati, stanno giocando a scopa o a tressette. Le donne vengono sorprese al mercato, la nuova agorà dove si mastica un po’ di tutto, ma sempre a spanne. Sempreché si sia capito di che cosa si sta parlando.

Non sono casuali incidenti di percorso, e ce ne scusiamo anche con tutti loro, che esprimano i migliori, i più approfonditi e avveniristici pareri della Nazione. Perché spesso altro non sono che la trasposizione in video della banalità dei social.

Al “politico”, tutto sommato, in perenne campagna elettorale (che sia politico-generale o amministrativo-regionale) va bene così. E probabilmente anche alla casalinga che deve correre a mettere su la pasta, e al pensionato disorientato, incattivito forse, ma pronto a gettare sul tavolo un carico di briscola.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login