La paura è una componente della nostra società e a volte diventa anche uno dei motori dell’economia globale.
Occorre quindi riconoscerla, darle il giusto peso e cercare di controllarla, così come avviene per il colesterolo (secondo il pensiero di un mio caro amico).
Nella relazione medico-paziente la paura spunta sempre, come un gattino che sporge il suo musetto dalla porta.
La paura è una molla che ci spinge a rivolgerci al medico, il quale a sua volta non deve farsi coinvolgere dalle ansie del paziente per non cadere nel rischio dell’iperprescrizione medicina difensiva).
La paura viene diffusa anche tramite le notizie di cronaca nera. Anche la tecnologia può fare paura vivendo in un’epoca di grandi innovazioni tecniche. Occorre imparare ad utilizzare gli strumenti tecnologici, avendo coscienza di quale ne siano i limiti e gli usi corretti. Sui social e sui motori di ricerca veniamo profilati e conosciuti in base alle nostre preferenze, con il rischio di ricevere messaggi personalizzati che potrebbero condizionare le nostre scelte.
La paura fisiologicamente è una reazione dell’organismo che può suscitare, di fronte ad un pericolo, un’azione di fuga o di attacco, scatenata da alcuni nuclei cerebrali, come ad esempio l’amigdala, che vengono attivati a seguito di forti emozioni.
La paura può dare a un soldato ferito la forza di colpire il nemico, dimenticando per un istante il dolore e la menomazione subita.
In questi giorni si sono verificati vari episodi di incidenti stradali, anche nei pressi delle scuole, che hanno coinvolto pedoni investiti sulle strisce pedonali, in alcuni casi studenti o anziani, fatti che lasciano sgomenti.
Quando un nostro bisogno deve essere soddisfatto si corre il rischio di perdere di vista dal campo della propria visuale il contesto che ci circonda.
Tutto ciò che sulla nostra strada può rallentare la realizzazione di un nostro obiettivo viene visto come un ostacolo. Si può correre quindi il rischio, alla guida di un veicolo, di investire delle persone perché non ci si rende conto della loro presenza.
Occorre imparare a vincere la paura e lo strumento per superarla è la misura e la temperanza delle emozioni che talvolta vengono portate all’eccesso.
Così scrive il dottor Federico Marchetti, pediatra e direttore della rivista “Medico e bambino” rifacendosi a sua volta ad un articolo pubblicato Corriere della Sera dal professor Giuseppe De Rita che merita di essere letto.
Nei giorni scorsi Papa Francesco ha effettuato un viaggio apostolico in Thailandia e Giappone. Queste civiltà sono caratterizzate da un elevato senso dell’ordine sociale e della disciplina, per lo sviluppo del bene comune. Forse anche noi italiani, spesso indisciplinati per nostra natura, avremmo bisogno di prendere esempio da loro.
Per eventuali approfondimenti: ”Il senso della misura per vincere la paura” tratto da “Medico e Bambino”, editoriale del 30 settembre 2019; articolo di Giuseppe De Rita pubblicato sul Corriere della Sera il 2 agosto del 2019; Vittorino Andreoli “Le nostre paure la fabbrica dei mostri” Rizzoli editori; Zygmunt Bauman “Paura liquida” editori Laterza; “Donne chiesa mondo” ottobre 2019 “la virtù del resistere”.
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