Qualche giorno fa, in Giunta, abbiamo approvato una delibera un po’ diversa rispetto a quelle che solitamente facciamo.
Normalmente si tratta di atti che riguardano prettamente l’amministrazione ordinaria, atti dei diversi settori, molti che riguardano i lavori pubblici, l’edilizia, l’urbanistica e così via.
Questa volta no. Si trattava di un atto che riguardava i servizi sociali e non era uno dei soliti nostri documenti che, abitualmente, hanno a che fare, con molta preoccupazione della collega Buzzetti, con richieste di spesa o maggiori stanziamenti a bilancio.
Quando il Sindaco ha preso la parola e ha annunciato alla Giunta che la delibera riguardava l’accettazione con beneficio d’inventario (così si chiama tecnicamente) dell’eredità lasciataci da una anziana varesina c’è stato tra i colleghi un momento di dubbio che si stesse su “Scherzi a parte” o che il Sindaco e l’Assessore ai Servizi Sociali volessero prenderli in giro proprio per arrivare a definire nuovi stanziamenti a favore di questo settore.
Un attimo, un momento di incredulità superato, tuttavia, velocemente dalle spiegazioni date dal Sindaco e dall’Assessore alla partita e cioè di chi scrive.
In sostanza abbiamo raccontato alla Giunta che qualche tempo addietro siamo stati contattati da un notaio che ci ha reso edotti delle ultime volontà di una anziana varesina che defunta aveva voluto lasciare ai Servizi Sociali del Comune di Varese buona parte del suo patrimonio e aveva espresso la ferma intenzione che questo lascito fosse indirizzato a soddisfare le esigenze legate ai poveri della città.
Di questa nostra benefattrice abbiamo poche notizie se non il fatto che non era originaria di Varese, che era giunta in città intorno agli anni novanta e che da qualche anno era ricoverata presso una casa di riposo della nostra provincia e che non aveva mai avuto contatti né necessità particolari afferenti ai Servizi Sociali del Comune di Varese.
Il lascito, a detta del notaio, corrisponderebbe a qualche centinaia di migliaia di euro.
Fatta questa breve premessa e, ovviamente, superata la solidarietà espressa da parte di tutti i colleghi di Giunta mi preme fare alcune considerazioni che ritengo doverose per chi ci legge.
In questi anni della nostra Amministrazione abbiamo avuto alcune donazioni, anzi, oserei scrivere diverse. Talune frutto di particolari interventi legislativi che hanno favorito determinati settori, penso all’Art Bonus o allo Sport Bonus ed altre, invece, frutto della particolare generosità di varesini che hanno inteso intervenire per far realizzare alcuni progetti particolari. Penso ad esempio una donazione ricevuta da una persona che ha voluto rimanere anonima e che ci ha consentito, come servizi sociali, di intervenire su di un caseggiato dove ospitiamo donne con figli che hanno subito violenze o che sono state costrette, per diversi motivi, ad allontanarsi dalla loro abituale residenza.
Insomma, a Varese la nostra Amministrazione ha ricevuto, in questi anni delle donazioni economiche da parte dei nostri concittadini che hanno inteso così favorire la realizzazione di alcune finalità a cui si sentivano, in qualche modo, legati.
Questa volta è in parte diverso. Innanzitutto ci troviamo di fronte alla volontà precisa e particolare di una persona scomparsa di lasciare una eredità cospicua al Comune di Varese e, in particolare ai Servizi Sociali e di indirizzare tale somma ai poveri della città. Inoltre parliamo, almeno per quanto ne sappiamo, di risparmi di una vita, di una persona normale, non particolarmente facoltosa che non ha mai avuto a che fare con i Servizi Sociali.
Tutto questo mi porta ad alcune considerazioni. La credibilità di una Amministrazione pubblica si misura anche su questi aspetti. La fiducia che i cittadini mostrano di avere nei confronti di chi li amministra si concretizza anche in questi eventi straordinari. Nel poco o nel molto se una persona dona ad un Comune è perché c’è fiducia che questa donazione sia spesa bene e che la volontà del donante sia rispettata appieno e questo, me lo si passi, è sicuramente un segno distintivo rispetto ai giudizi spesse volte non particolarmente lusinghieri per ciò che è pubblico.
Un altro aspetto riguarda certamente i Servizi Sociali. I Servizi Sociali sono un po’ considerati come una sorta di extraterritorialità della politica, come un luogo che rimane comunque distante dalle polemiche che possono riguardare la politica in senso stretto o i conflitti tra partiti.
Questo ovviamente non è sempre così scontato né naturale. Occorre una unità d’intenti e una condivisione di mission tra chi è al vertice dell’Amministrazione, il Sindaco, chi sta nel ruolo di Assessore, la Giunta ed anche le forze politiche che siedono in consiglio comunale.
Un’ultima riflessione mi sento ancora di fare. Il gesto di questa nostra anziana mi ha ricordato una frase che ho sentito tempo fa circa la costruzione del Duomo di Milano. Malgrado quello che si pensi, il Duomo di Milano è frutto delle centinaia di migliaia di donazione della gente comune. Sono loro, la gente comune, i protagonisti di una storia di sostegno anche economico che nel corso dei secoli ha consentito di erigere la nostra Cattedrale. Ecco io penso che amministrare un comune sia un po’ come costruire giorno per giorno una cattedrale virtuale e che occorra la partecipazione di tutti i cittadini per fare questo, ma questo può avvenire anche e di più se e solo se chi amministra ha la credibilità e la capacità di avere la fiducia dei suoi concittadini.
La “cosa pubblica” non è un concetto astratto, ma è viceversa qualcosa di estremamente concreto, di visibile e di vivo. La “cosa pubblica” vive se i cittadini si sentono partecipi, se sentono che la loro fiducia è ben riposta. Ecco, io rendo onore alla nostra donatrice, le sono grato anche a nome di tutta l’Amministrazione per questo suo gesto e sono anche sicuro che ci sono, nella nostra città, altre persone che sentono di poter compiere analogamente a lei lo stesso atto. Sta a chi amministra la capacità di mantenere la fiducia dei varesini nella costruzione della nostra “Cattedrale”. E questo è un impegno che mi sento di fare mio anche a nome dei miei colleghi.
Roberto Molinari, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Varese
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