Che Varese sia cresciuta in tanti suoi aspetti lo dimostrano i dati; che abbia ancora margini importanti è un’evidenza sotto agli occhi di tutti. Certo, per farlo però non ci si può isolare, ma occorre cercare legami e rapporti con le altre realtà che ci circondano. Una su tutte Milano, che dimostra di essere un traino per l’Italia e un’eccellenza a livello europeo.
Nelle ultime settimane la pubblicazione dell’Osservatorio Milano, coordinato dal Centro studi di Assolombarda, ha messo in risalto come il capoluogo regionale detenga il primato in Europa per quanto riguarda la reputazione della città e come i suoi risultati siano in crescita nei più diversi ambiti: attrazione di talenti, spesa turistica, capacità immobiliari, richiamo per le imprese e capacità di organizzare eventi sportivi internazionali. Avere una locomotiva di questo tipo a soli sessanta chilometri di distanza e non sfruttarla sarebbe assurdo. Perché se Varese non può sostituirsi al ruolo di guida che è proprio di Milano – sarebbe contro ogni logica anche solo pensarlo – del treno regionale può però essere il primo vagone. Un tema di cui in questi giorni all’Assemblea nazionale di Anci ho parlato con il sindaco Giuseppe Sala, soprattutto pensando al dibattito sull’autonomia e ai ruoli sempre maggiori che avranno i singoli territori.
In questi anni abbiamo stretto sempre più legami con Milano e siamo convinti che il nostro futuro sia strettamente legato a questo rapporto. I primi passi sono stati compiuti in ambito culturale: nel novembre scorso furono quattro gli appuntamenti di JazzMi 2018 che si svolsero nella Città Giardino; qualche mese dopo – domenica 19 maggio – sono arrivati da noi anche tre appuntamenti di Piano City Milano. Il collegamento musicale si è fatto poi anche infrastrutturale, con i cantieri che renderanno Varese sempre più accessibile: da un lato il Piano stazioni e la spinta per un collegamento ferroviario più veloce tra le due città, necessario oggi come non mai; dall’altro i lavori, annunciati recentemente, per una viabilità innovativa anche per chi sceglie di raggiungere il centro arrivando dall’autostrada.
Il risultato? Una città più viva, con iniziative più partecipate – pensiamo a quanti hanno raggiunto Varese per ammirare la mostra su Renato Guttuso o per le tre edizioni di Nature Urbane – e con ricadute positive sul commercio. Anche qui lascio parlare i dati: tra il 2016 e il 2018 le aperture di negozi sono cresciute del 60%, con il numero di esercizi aperti passati dai 295 del primo anno ai 349 del 2017 e ai 473 di dodici mesi fa. E ancora la spinta che può derivare dagli incentivi per ampliare le aziende del nostro territorio e aumentarne i posti di lavoro, nonché i numeri che arrivano dall’Università dell’Insubria e che descrivono una realtà in costante sviluppo. Una crescita cittadina esponenziale che può proseguire nel prossimo futuro.
Ecco, il futuro. È a questo che guardiamo nel nostro rapporto con Milano. Gli occhi di tutto il mondo saranno sulla nostra regione nel 2026, anno dei XXV Giochi olimpici invernali assegnati appunto a Milano-Cortina. Come Amministrazione abbiamo subito dato la nostra disponibilità agli organizzatori per ospitare qui squadre e allenamenti al Palaghiaccio. Abbiamo riacceso l’attenzione su una delle strutture sportive più importanti della nostra città e, allora, non è un caso se il bando per la sua riqualificazione, andato in passato deserto, ha ricevuto due domande. Questo è solo l’ultimo esempio di cosa può portare una reale collaborazione tra la nostra realtà e quella milanese. Da qui vogliamo ancora una volta ripartire per costruire il nostro domani. Insieme.
Davide Galimberti, Sindaco di Varese
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