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Apologie Paradossali

LIBERAZIONE

COSTANTE PORTATADINO - 15/11/2019

muro(O) Avrei tanto voluto dedicarmi a qualcosa di divertente, dopo aver constatato la difficoltà a diventare influencer e tanto più intellettuale, ma debbo arrendermi alla difficoltà che comporta il mestiere di comico: neppure Crozza fa più ridere ma si dilunga in pistolotti pseudopolitici, che non capisci se sono seri o se cercano di far ridere semplicemente evocando la dabbenaggine del politico di turno.

(S) Ripieghiamo su un argomento serio? Ti va l’anniversario della caduta del muro?

(O) Perché no? Potremmo domandarci come mai, caduto quello che se non altro era la conseguenza di un fatto di enorme importanza, la guerra fredda, ne sono stati costruiti molti altri.

(C) Il muro di Berlino è stato un simbolo, ma la vera barriera fisica e morale ha tagliato in due l’Europa intera dal circolo polare a Costantinopoli, ha sequestrato in modo simile tre quarti dell’Asia, ha condizionato la vita di miliardi di persone. M a il vero strumento di contenzione non è stato fisico, ma morale, fatto di cultura, di propaganda, di costrizione economica, di egemonia linguistica, in sostanza di privazione di libertà. Non so quanto sia facile, per le persone nate dopo il 1980 rendersi conte della grande differenza tra prima e dopo. Non fu solo il confine tra due sistemi economici e politici, tra due sfere d’influenza e due organizzazioni militari. Due culture, due antropologie si fronteggiarono per quarant’anni, non disdegnando d’impegnarsi anche in guerre ‘locali’, come in Corea e in Vietnam, per contendersi l’egemonia mondiale. Finché fu possibile, l’isolamento più efficace fu quello dell’informazione e perciò della cultura. Non esitiamo a ricordare che anche prima del comunismo la Russia non ebbe una vera possibilità di sperimentare in pieno tutte le dimensioni della libertà, soprattutto negli strati bassi della popolazione, già assuefatti ad una logica di pura sopravvivenza.

Rendo esplicito il mio consueto paradosso: il muro (inteso in tutta la sua estensione mondiale) rese possibile ai regimi comunisti combattere indisturbati la battaglia culturale sul fronte interno. Proibito leggere libri e giornali occidentali, proibito ascoltare radio e televisioni occidentali, proibito possedere apparecchiature elettroniche atte modificare le capacità ricettive delle radio in commercio allo scopo di ricevere le trasmissioni occidentali, proibito possedere ciclostili atti a diffondere notizie non ufficiali, proibito organizzare riunioni tra persone per discutere di qualsiasi argomento. Riusciamo ad immaginare i contenuti dell’insegnamento scolastico?

(S) Al dubbio di Onirio bisogna rispondere però in modo più deciso: c’è un’enorme differenza tra i muri sovietici, fatti per non far fuggire la gente dal loro preteso paradiso dei lavoratori e quelli fatti per impedire l’immigrazione clandestina; questi ultimi non avrebbero ragione di esistere se proprio gli strati meno abbienti dei popoli europei non temessero la concorrenza degli immigrati nei lavori meno qualificati e nella distribuzione dei benefici del welfare. Del resto, anche noi abbiamo già detto chiaramente che il problema dell’immigrazione non nasce dai campi di transito/detenzione in Libia, ma dal sottosviluppo dell’intera Africa, che dovrebbe essere curato con grandi investimenti guidati da uno spirito di cooperazione, che non riscontriamo neppure nei più accesi critici della politica cosiddetta sovranista. Così succede che gli uni si beano delle loro buone e sante ragioni, mentre gli altri aumentano i consensi elettorali senza troppo sforzo.

(O) Troppo facile per te aver ragione. Non intendevo mettere sullo stesso piano fenomeni diversi, appartenenti ad epoche diverse. La mia domanda si esplicita meglio così: come mai l’Occidente che ha saputo vincere la Guerra Fredda con l’arma della libertà, applicandola alla democrazia, all’economia, alla cultura e alla religione, teme di perdere la propria natura ed identità nell’accoglienza di parti percentuali minime di immigrati provenienti da culture diverse tra di loro e in gran parte non ostili? Il fondamentalismo islamico è certo una minaccia, ma ci stiamo accorgendo che spesso la radicalizzazione è avvenuta proprio in Europa e semmai va individuata e combattuta proprio qui. Se proprio volete combattere una battaglia sul fronte dell’immigrazione, anche lì sarà sempre di natura culturale. Sarà da farsi con l’integrazione, non certo con gli ululati a Balotelli.

(C) I nostri già pochi lettori finiranno per abbandonarci tutti, vista la ripetitiva insistenza sullo strumento dell’educazione culturale, ma non conosciamo altro mezzo così decisivo e soprattutto liberante. Ma questo può avvenire non solo con lo studio noioso sui libri di storia, la letteratura offre infinite occasioni; da Bulgakov a Solgenitsin e Siniavski, da Kundera a SvetlanaAlexeivich. C’è poi una non esile filmografia, dai polacchi Zanussi e Wajda al più recente “Le vite degli altri” di Florian Henckel, riproposto da Rai2 pochi giorni fa. Non sarebbe una cattiva idea abbinare alle visite delle scuole ad Auschwitz e agli altri luoghi simbolo dello sterminio degli ebrei anche una visita a Berlino e al museo del Muro. L’ormai famoso sindaco di Predappio in questo modo forse si convincerebbe a concedere un contributo per un viaggio di studio anche agli studenti del suo comune, non più per una formale par condicio, ma per offrire una sostanziale occasione educativa.

(O) In questo modo si renderebbe evidente che per ottenere la liberazione da un regime non solo dittatoriale in politica, ma oppressivo nella vita quotidiana, non fu necessaria la forza di un esercito, bastò soltanto la ribellione delle coscienze, mossa dal desiderio di libertà, dalla acquisita certezza della sua irrinunciabilità a nessun prezzo e nei confronti di nessuna ideologia: la ‘conversione’ del capitano Wiesler, la spia della Stasi che in “Le vite degli altri”, affascinato dalla bellezza di vite non sottomesse al potere, finisce per proteggere i ‘nemici’ a prezzo della sua carriera, ci testimonia la possibilità di affermare il vero e il bene anche nella circostanza più avversa.

(O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante

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