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Noterelle

MEDICINE PER LA SANITÀ

EMILIO CORBETTA - 15/11/2019

ospedaleParlare ancora di sanità? E sì, perché è un argomento veramente intrigante colmo di problematiche complesse che si riversano “sulla pelle” nostra.

Per esempio: non facile capire la logica con cui è gestita la sanità lombarda. Questa gestione è caratterizzata da una grande dicotomia: da un lato vediamo grandi investimenti nell’edilizia ospedaliera, dall’altro risparmio esasperato che diventa crudele nei confronti delle persone, sia di quelle addette alla cura sia dei pazienti stessi. Si cerca il risparmio sugli esseri umani, sui farmaci, sulle attrezzature, sulle protesi e quant’altro, mentre si impegnano grandi risorse in opere edili che secondo alcuni sono di dubbia necessità mentre per altri sono validissime e indispensabili.

Nella storia abbiamo numerosi esempi di grandi opere, costruite con immensi sacrifici, che testimoniano i livelli culturali di quei popoli: le piramidi, resti di grandi bellissime città con stadi, templi, teatri, edifici lussuosi, grandi cattedrali, castelli. Egli schiavi, i servi della gleba? Forza lavoro, ma i singoli contavano poco. E dell’attuale nostra Lombardia che tracce resteranno? Un immenso stadio, una intricata metropolitana, numerosi grattacieli in Milano, mentre nelle città di provincia grandi costruzioni di Ospedali, i cosiddetti monoblocchi. Inevitabili i dubbi, i moti di sarcasmo e un po’ di rabbietta.

Più importante costruire edifici o cercare di migliorare la vita dei cittadini, valorizzando e proteggendo le “risorse umane”? Il termine non è più di moda; attualmente gli economisti sembrano considerare le risorse umane un “peso” e non più un vantaggio. Sembra più proficuo investire nella tecnologia: questa non ha rivendicazioni sindacali e “rende” senza pretendere. Unico difetto: la tecnologia è fragile e spesso si rompe.

Il progresso con le sue necessità impone scelte. Quale la logica che ci guida? Quali i vantaggi e svantaggi di certe realizzazioni, di certi investimenti? Se costruisco un ospedale nuovo favorisco l’edilizia col suo indotto, successivamente chi verrà ivi curato e chi ci lavorerà. Si tratta di un “verrà”. Se invece pragmaticamente investo nell’assistenza, nella ricerca, nella preparazione di medici e infermieri, favorisco i malati e tutto l’apparato che si dedica alla loro cura. Ma appunto, la prima scelta non favorisce poi a lungo andare anche la seconda, cioè chi si ritrova in un ospedale nuovo e più efficiente, tecnicamente più facile e vantaggioso da utilizzare? Ma è a questo che tendiamo o invece, come detto, ad avere risorse umane culturalmente più preparate e dedite all’assistenza dei pazienti, allo studio, alla ricerca sulle patologie? E l’importante rapporto posti letto densità di popolazione? E se rivoluzionassimo il modo di curare dando più spazio a cure ambulatoriali, ai day hospital, alla medicina del territorio?

I dubbi ci sono, ma quale è la giusta programmazione? Costruire o curare? Costruire unificando gli ospedali di Busto e Gallarate? Costruire a Varese un altro monoblocco, abbattendo edifici già esistenti? È certamente di base evitare sprechi, ma chi è più importante: l’uomo da curare nella sua totalità morale, etica, economica, o appunto solo quest’ultima, la benedetta importante economia? Purtroppo spesso lei resta rivolta solo al profitto. Tra parentesi: in questo discorso diamo per scontato che non ci sia corruzione, dando fiducia a chi deve vigilare.

In tutto questo insieme non si riesce a capire la logica delle scelte di chi dirige la sanità lombarda,quali calcoli vengano fatti. A chi viene data più importanza: alla politica? alla cruda matematica che conteggia i capitali? Oltre tutto ci si trova di fronte ad un’altra dicotomia: medicina pubblica e medicina privata. Due medicine con caratteristiche diverse. Una obbligata a farsi carico anche dei lati economicamente deficitari, più costosi, meno redditizi della salute. L’altra invece obbligata ad avere un risultato economico di un certo valore che, se non ci fosse, creerebbe la necessità di chiusura e abbandono della struttura, come avvenuto recentemente nella nostra città. Due medicine in concorrenza, come Formigoni sosteneva, o invece in azione sinergica per alleviare chi soffre?

Gli aspetti della sanità sono molto variegati e richiedono sempre un’attenzione profonda sia al lato economico che al lato umano della situazione.

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