27 ottobre 2019 È una luminosa e paradossalmente calda mattina autunnale, che rende il foliage della nostra città-giardino particolarmente brillante con i suoi rosso ramato, giallo ocra, verde o marrone bronzo delle foglie che anche se tremule, resistono ancora attraversate dai raggi del sole.
Nell’edificio CRI di Via Dunant quattro giovani allieve crocerossine sono impegnate a superare l’esame del primo anno del Corso di Infermiera Volontaria, finalmente ripartito dopo un periodo di assenza di adesioni. Il cromatismo degli alberi ben visibili dalle ampie finestre che fanno da cornice all’aula, è poco percepito da loro, concentrate ed emotivamente coinvolte a sostenere le prove.
Dal mese di aprile per Rosa, Maha, Giorgia e Milena si è concretizzato un percorso intenso fatto di lezioni, frequenze ospedaliere, studio, approfondimento, nonché preparazione da parte di ciascuna di una tesina circostanziata e rielaborata su un caso clinico, osservato durante il tirocinio. Hanno tutte dovuto quasi azzerare il proprio tempo libero, dato che il lavoro o gli impegni già programmati, occupando di per sé parte della loro giornata, risultavano inconciliabili con momenti di svago, ma il volontariato solidaristico da cui sono state attratte non ha fatto sentire loro il peso della fatica e con entusiasmo hanno affrontato il corso.
La Commissione Esaminatrice, presieduta dalla scrivente e formata dalla Ispettrice Regionale Sorella Vittorina Arconti, da Sorella Sara Vago Ispettrice di Varese e da due docenti medici Francesco Mensa e Sorella Laura Giardinelli ha discusso, direi piacevolmente con le allieve, i loro elaborati, permettendo la valutazione dell’apprendimento delle attività tecnico-pratiche. Si è cercato di trovare e poi di sottolineare un filo comune legante i vari casi clinici, costituito non solo dalle competenze – particolarmente necessario in questo momento storico “accelerato” in tutti i settori – ma soprattutto da quella attenzione comunicativa con il malato – persona, che a volte latita negli ambienti sanitari.
La casistica presentata, dall’esordio di demenza in una donna relativamente giovane, ai postumi severi di un importante insulto neurologico avvenuto in età infantile, da una serie di complicanze post traumatiche da apparente banale incidente, che ha portato verso la depressione un uomo ancora in attività, a un semplice, ma non troppo, caso chirurgico in una paziente con problemi sensoriali congeniti, tutti sono stati osservati e seguiti dalle giovani allieve – sempre coadiuvate dall’occhio attento e prezioso del personale infermieristico ospedaliero – anche dal punto di vista empatico e comunicativo, sia verbale che trans verbale. La Commissione ha apprezzato come sia stata colta la dimensione del rapporto umano con la persona, che non è soltanto un soggetto cui si applicano protocolli o linee –guida, ovvero un numero, una malattia, ma un malato/ malata con tutti i diritti di essere ascoltato/ ascoltata. Un’ allieva ha addirittura evidenziato l’importanza diun approccio di tipo olistico con il malato, dimostrando finezza di osservazione.
Nel momento attuale in cui la sanità, per svariati motivi, soffre di “burnout”, subisce il “mobbing” o vive altre situazioni tensive che rischiano di rendere sempre più distante il rapporto medici-infermieri/ pazienti, la presenza delle giovani allieve adeguatamente preparate nella formazione e nell’informazione, ritengo sia di grande aiuto e di sostegno. Non vuole ma soprattutto non deve essere una semplice presenza attrattiva per la nota divisa, ma piuttosto offrire un servizio, tanto silenzioso quanto vero, per il bene della nostra comunità.
Un ritorno al passato: 1974 Via Monte Santo – Storica sede varesina della CRIU n’aula piccola stipata di banchi dove sedevano le future crocerossine di allora, che diligentemente prendevano appunti durante le varie lezioni dei docenti. Ricordo alle mie spalle una lavagna tradizionale e tanti gessetti bianchi e colorati : così si insegnava allora e io cercavo di trasmettere nozioni di pediatria e di puericultura a chi magari già mamma era – per cui “rispolverava” volentieri le informazioni aggiungendone di nuove – o a chi eventualmente lo sarebbe diventata e quindi interessata all’argomento.
L’Ispettrice di allora, Sorella Caterina (Tina) Angiolini, recentemente scomparsa, era in grado di coordinare tutto, nonostante i mezzi comunicativi di quel tempo, ovvero solo un telefono tradizionale di quelli neri o grigi, come si ricorderà, estremamente ingombranti rispetto agli attuali e magari a parete! Lei, con delicatezza, pazienza, tenacia, unite a una dedizione umile e silenziosa alla sua Croce Rossa, arrivava ovunque. Tina era davvero una persona speciale ed encomiabile. Coinvolgeva i docenti con il suo pacato sorriso e le discenti con la saggezza e l’affetto di una madre-sorella.
Bene ha scritto a luglio scorso una crocerossina, a ricordo di S.lla Angiolini, in un necrologio: Dolce creatura, amabile sorella vestita di bianco, ti rivedo compiere tanto bene con vera solidarietà. Esile figura dal cuore grande sei volata in cielo come un uccellino. Lascerai un esempio luminoso di operosa semplicità.
Verso il 2020 Da allora sono passati circa nove lustri in cui si è visto un cambiamento a 360 gradi della società, del modo di comunicare, del metodo didattico – dai gessetti alla chiavetta ! attraverso la lavagna luminosa e i lucidi, le slide e poi i primi CD-, del programma di studio per le giovani allieve ora più intenso e quindi impegnativo, ma anche più coinvolgente e affascinante, soprattutto per chi ha optato per una attività volontaristica così arricchente.
Dopo aver superato le difficoltà del primo esame,ora l’ impegnoprocede per affrontare con rinnovata lena, un nuovo anno che poi condurrà finalmente al traguardo.
Per ottenere buoni risultati, come gli attuali, la macchina burocratico-organizzativa o meglio definito dalla Ispettrice Vago, lo “staff scuola”, è stato gestito da un “pool” di abili Sorelle, capeggiate da Laura Miglierini. Hanno lavorato tutte assiduamente, sostenendosi l’una con l’altra, senza lasciarsi scoraggiare. Dai servizi di segreteria, all’organizzazione delle lezioni, tenute spesso anche da loro stesse, all’affiancamento in ambulatorio o nei servizi territoriali, ai rapporti con l’Azienda Ospedaliera di Varese e molto altro, hanno saputo con pazienza e tenacia lavorare in sinergia, dando il meglio di sé.
A loro va un plauso particolare di riconoscimento e di gratitudine per questo servizio “dietro le quinte” che, sono certa, continuerà anche negli anni a venire.
Con l’omaggio della mia camelia d’autunno, che sta fiorendo in questi giorni, con lo splendore tipico di un fiore che annuncia la primavera, ma che conferma come in ogni stagione la natura rivolga a noi uno sguardo benevolo, formulo un pensiero augurale a tutta l’équipe, affinché le nostre allieve proseguano con costanza lungo l’iter iniziato, meritandosi sempre maggiori soddisfazioni per sé e per coloro che incontreranno.
Auspichiamo altresì che facciano da “trigger” per altrettante, se non di più, giovani ragazze di buona volontà.
E così il titolo di “benemerite” simpaticamente attribuito alle crocerossine, sarà davvero meritato!
You must be logged in to post a comment Login