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In Confidenza

OSPEDALE DA CAMPO

Don ERMINIO VILLA - 08/11/2019

papaLa chiesa – attestano i Padri – è un grande ospedale in servizio 24 ore su 24, da duemila anni. Un ospedale in servizio per tutti: per chi ha un’assicurazione e per chi non ce l’ha; per i ricchi e per i nullatenenti; per gente famosa e per gente sconosciuta e marginale.

Un grande ospedale in cui si affronta ogni malattia, per quanto avanzata, infettiva e mortale possa essere. Un grande ospedale in cui entri malato e ne esci sano, come l’emorroissa; entri persecutore ed esci apostolo, come Paolo; entri peccatore ed esci santo, come S. Maria Egiziaca; entri cadavere (morto da quattro giorni) e risorgi, come Lazzaro. Perché nella chiesa non c’è morte. Non vi sono morti. È la terra dei viventi, ove c’è vita e sovrabbondanza di vita, perché nella Chiesa c’è Cristo.

«Da secoli offre gli stessi farmaci in grado di salvare il mondo; da secoli, ha anche gli stessi mirabili risultati: genera santi. In nessun luogo, altrove, nascono santi, se non nella chiesa. Anche altrove troveremo persone buone, santi no. Perché i santi, uomini come noi, che con noi condividono infermità e malattie, sono entrati nella chiesa e si sono consegnati senza riserve alle direttive del medico.

E Cristo, che non è solo medico ma anche padre, si consegna a quanti a lui si consegnano. Si china su di loro amorevolmente, totalmente, come solo lui sa; conforta, assiste, cura, santifica e glorifica. Il Cristo misericordioso si fa tutto a tutti per salvare l’uomo» (Maria Mouzà).

La chiesa, persino se la rinneghiamo, resta una madre che aspira a radunare attorno a sé i suoi figli. Agogna e attende, nella speranza che noi, sia pure dopo anni, torniamo da lei.

Ma il nostro ritornare alla chiesa presuppone una consapevolezza: essa non è vuota. Vi è un Padre che ci ama fedelmente, in maniera inalterabile, per sempre. Qualunque sia lo stato in cui ci presentiamo, qualunque sia il luogo da cui proveniamo, per quanto dissoluti possiamo essere stati, c’è un Padre che è uscito in strada e ci aspetta.

Se riuscissimo a dire alla gente quest’unica potente e consolante verità: che nella chiesa dai lacrime e ricevi remissione; che Cristo non si occupa dei nostri peccati, ma del nostro pentimento.

Se riuscissimo a dire ai giovani di non esitare, qualunque sia il modo in cui hanno vissuto, a far ritorno alla chiesa! Perché la chiesa è madre e, quando ad essa torniamo, non indaga per sapere ciò che abbiamo fatto, ma ci guarda negli occhi per vedere ciò che abbiamo sofferto, quanto ci siamo mal ridotti…

La vita della Chiesa e il suo amore per noi non dipendono dalla nostra miseria o dalla santità, ma dalla grazia di Cristo.

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