Lo scontro tra la Società Varesina Incremento Corse Cavalli ed i fruitori delle scuderie di via Galdino da Varese dove sono ospitati oltre un centinaio di purosangue si è fatto molto aspro. I motivi del contendere: la SVICC, proprietaria dell’area e dell’impianto dove sono ospitati i cavalli intende liberarla con l’intento non sottaciuto di destinarla ad edificazioni residenziali (delle persone… non più degli equini ). Gli albergatori che tengono a pensione i preziosi animali e gli allenatori non intendono abbandonare la locazione così comoda perché assai vicina all’ippodromo delle Bettole. E rifiutano una collocazione delle scuderie nel più lontano e nuovo impianto di Caravate. Lontano da noi l’intenzione di entrare in tale diatriba tra privati. Vogliamo soltanto ricordare che il bell’Ippodromo delle Bettole, che molti ci invidiano, è di proprietà del Comune di Varese, se mai interessato a far sì che il valore complessivo del suo impianto non venga deprezzato. In altre parole l’Amministrazione Comunale dovrebbe garantirsi nell’immediate adiacenze della pista la disponibilità delle aree per ospitare i cavalli e per movimentare tutti i carriaggi necessari al trasporto di quella cinquantina di soggetti che partecipano ad ogni convegno di corse.
Il problema non è nuovo come non sono nuovi gli appetiti più o meno legittimi di palazzinari verso l’ippodromo e verso i terreni adiacenti. Esempio recente la costruzione del grande impianto alberghiero strappata coi poteri commissariali della Protezione Civile in occasione degli ultimi Campionati mondiali di ciclismo. Ma gli appetiti sono appunto di lunga data e sollecitano un “divagando” nei ricordi.
A cavallo ( siamo appunto tra… equini ) degli anni ’60 e ’70 del secolo scorso giunse sui tavoli della commissione urbanistica comunale un grande progetto per un nuovo ippodromo, sponsorizzato, in modo più o meno palese, da una parte dei dirigenti della Società delle corse. I proponenti, partendo dalle insufficienze delle Bettole, si impegnavano a realizzare nella grande piana vicina al nostro lago tra l’imbocco della salita dei Ronchi e Capolago, grandi piste, tribune, servizi, ampi parcheggi. Unitamente a scuderie per la permanenza e per l’allevamento dei cavalli. Un impianto gioiello posto in periferia, facilmente raggiungibile dall’autostrada di Milano, da dove provenivano numerosi gli appassionati delle corse e del gioco. Un ippodromo offerto gratis al Comune di Varese in cambio di tutta l’area delle Bettole ceduta e resa edificabile. Sarebbe sorta qui una prestigiosa Varese 2, sul modello della Milano 2, tanto per intenderci. Ne sortì un dibattito un po’ surreale. Come sempre tra favorevoli e contrari ma con argomenti scientifici non tanto sul benessere e sull’interesse civico dei cittadini varesini quanto sulla salute dei cavalli. Giunsero alla attenzione della commissione ponderosi studi che, partendo dalla collocazione di scuderie ed allevamenti in zona umida e soggetta a nebbie, quella del lago, ne sconsigliavano grandemente l’impresa. I cavalli avrebbero potuto soffrire soprattutto di problemi respiratori e polmonari in genere ma anche di tante altre patie dagli zoccoli alle cavezze… Tesi questa subitamente contrastata da altrettante ponderose consulenze che tagliavano la testa al toro citando gli allevamenti dei purosangue migliori del mondo, cioè quelli inglesi. Collocati in territori certo non privi di brume e di prolungate nebbie.
Fortunatamente non se ne fece nulla ed il pericolo fu sventato. Anche se il problema di dare respiro alle Bettole non era peregrino. Se ne occupò anche il notaio dottor Luigi Zanzi, Presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno, fermamente convinto che la collocazione ideale per un nuovo ippodromo fosse la piana di Cantello. Si pensava che in quel luogo avremmo avuto sicuramente un bell’ ippodromo anche a portata degli svizzeri. Non se ne fece nulla.
Meglio così. Salvati capra e cavoli. O, per essere più precisi, si sono salvati i nostri buoni asparagi di Cantello, non si sono disturbate le zanzare del lago e si è evitato il sorgere di altre colate di cemento nel nostro vecchio caro Ippodromo delle Bettole.
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