E l’edicola non vende più i giornali: non fa più l’orario delle edicole, vende altro. Praticamente adesso non c’è più. Come molte altre edicole della città ha” chiuso” la vendita dei giornali; gli abitanti del circondario hanno perso un servizio.
Le botteghe con le loro caratteristiche, con la vendita dei loro articoli, con le loro vetrine, le loro esposizioni anche all’aperto, hanno da sempre segnato la vita delle città da esse resa più vivace e contemporaneamente hanno svolto un grande servizio nei confronti della comunità.
L’edicola vendeva i giornali che portavano le notizie della vita, le gioie e i dolori della vita. Era un contributo, anche culturale, a tutti i componenti del nucleo, all’insieme della popolazione come fanno un po’ tutte le botteghe, come tutti i mestieri, come tutte le professioni.
Vendere i giornali è un lavoro umile, ma come tutti i mestieri dà la vita, crea, protegge la comunità. Ogni lavoro, dal più umile al più nobile, dona alla gente lo stesso risultato positivo, ma vanno fatti con passione, con amore. Senza questo sale perdono sapore e anche il frutto che dovrebbero dare non giova, non dona vitalità, non dà risultato.
Oltre tutto l’edicola lavora anche quando le altre botteghe sono chiuse nei giorni festivi. Sua caratteristica vendere libri, riviste, giornali, ma non solo quello, perché dona il reciproco “buon giorno”, il reciproco sorriso anche quando nel cuore c’è il dolore.
Gestire l’edicola è lavoro piuttosto faticoso perché i giornali arrivano molto presto, ad orari antelucani – i giornali sono stampati durante la notte – e poi resta aperta fino alla sera: ed era un segno di vita che sfidava anche le intemperie, il maltempo. Senza l’edicola la piazza, la via appare gelida, senza vita. Non senti più le voci della gente ma solo il silenzio rotto dallo stupido, puzzolente rumore delle auto o squassato dal doloroso rombo delle motociclette.
Stiamo vivendo l’ennesima rivoluzione delle nostre vite: in tutte le città si stanno diradando le botteghe. Scompariranno? Potrebbe accadere. Progetti economici nuovi ai nostri occhi, e perfidi, le sostituiscono con la grande distribuzione o con i centri commerciali dove vengono concentrati negozi, grandi magazzini, appoggiati ad immensi posteggi, ma con pochi punti dove sostare, sedere, chiacchierare, respirare, vivere senza dover pagare una consumazione, anche se modesta.
La vita cambia sempre, evolve, ma se mangia l’amore, linfa dei mestieri, del lavoro, non migliora il nostro esistere. La vita è bella, ma quando c’è l’amore. Dove c’è il contrario c’è lo squallore, la miseria, la morte. Nei siti dove impera la guerra, l’odio, la violenza scompare la bellezza e si piange, come mostrano i servizi sui giornali e nei notiziari TV: restano le macerie.
Le botteghe sono l’espressione dell’amore del panettiere, del calzolaio, del sarto, del droghiere, del parrucchiere, del libraio, del conforto che ti dà il ristoratore, il pizzaiolo, il barista e così via, tutta gente che non fa grandi pensieri, non filosofa ma che istintivamente capisce che dal suo operare deve trarre vantaggio per sé, ma anche per il cliente.
Da alcuni decenni i centri commerciali, la grande distribuzione invece puntano decisamente al profitto che se non soddisfa guadagni programmati dichiara d’essere in perdita anche se il bilancio è positivo, non però come previsto. Qui ci sono gli azionisti che parlano in prevalenza di soldi che scorrono di mano in mano anche in modo virtuale, dietro tesserine di plastica che vogliono dei numeri schizzati su bottoncini freddi, sporchi e infettivi. A te fan credere di risparmiare ma in realtà ti fanno spendere. Non c’è il reciproco vantaggio come nella bottega, ma squilibrio del rapporto.
Da tempo, dove appena possibile, il negozio vien sostituito dal distributore automatico ed al posto del barista ti ritrovi un armadio vetroso, che emette rumori metallici sputando un caffè ed altro in un bicchierino di plastica ma che non ti farà mai credito, cosa che invece il barista del caffè dell’angolo della via ti fa con una battuta. Anzi certi armadi suddetti ti mangiano il resto. Automatici in tutto tranne che nel restituire il dovuto.
Su questo quadro nuovo in moltissime città e cittadine la malavita organizzata interviene in modo pesante e negativo per cui tanti scoraggiati chiudono le attività; non ultimo ostacolo le spese legate allo smaltimento dei rifiuti, ad eccesso di tasse, ai rapporti con ATS spesso ispettivi ed assolutamente non consultivi, qualità positiva di molte nazioni estere.
Problemi grossi che richiedono nuovi modi di gestire, interpretare, vivere la nostra società sempre in rivoluzione spesso confusa.
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