Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

NON SOLO GIORNALI

SERGIO REDAELLI - 04/10/2019

edicoleLa crisi della carta stampata rimbalza rovinosamente sulle edicole. Secondo i dati diffusi dal sito Libertà di Stampa Diritto all’Informazione, nato con gli Stati Generali dell’editoria voluti dal precedente governo, in quindici anni il numero delle rivendite è crollato in Italia di 22 mila unità. Per l’esattezza, nel 2005 erano 43 mila, a cui con la riforma Bersani si aggiunsero nel 2007 cinquemila nuovi punti vendita all’interno di supermercati, pompe di benzina, autogrill, tabaccherie e bar. A maggio 2019 ne sono rimaste 26 mila, di cui, per la federazione di categoria, non più di 11 mila vendono esclusivamente giornali e prodotti editoriali.

I numeri sono impietosi. Un’indagine di Sergio Rizzo su Repubblica rivela che il 1992 fu l’anno di massima espansione delle vendite con 6 milioni 800 mila copie giornaliere, anche per effetto della curiosità che lo scandalo di Tangentopoli suscitò negli italiani. A febbraio 2018 erano scese a 1 milione 832 mila (fonte, Federazione editori giornali). Ancora Sergio Rizzo scrive che oggi il fatturato nelle edicole tocca a malapena 1,8 miliardi l’anno, contro i 5 miliardi e mezzo del 2005. Che significano 200 euro al giorno pro-capite e, calcolando la percentuale sul prezzo di copertina che spetta all’esercente, 35 euro al giorno.

Il bisogno aguzza l’ingegno e molti giornalai sono scampati alla più che probabile chiusura reinventandosi il mestiere. A Milano la società M-dis ha creato la piattaforma online PrimaEdicola.it. Vi aderiscono ventidue chioschi disposti a tenere in deposito i pacchi che gli abitanti del quartiere acquistano online, per esempio attraverso Amazon, e non possono farsi consegnare direttamente a domicilio perché di giorno sono fuori casa per motivi di lavoro. Così l’edicola diventa un punto di riferimento nevralgico del rione. Un’idea innovativa che si concilia con il ruolo storico di presidio della stampa.

La piattaforma PrimaEdicola.it è nata nel 2016. Ha tratto impulso dall’ingresso di Amazon a cui interessa non perdere tempo nelle consegne e che già utilizza, a questo scopo, gli uffici postali e le tabaccherie. Con l’edicola la percentuale di errore e di mancata consegna è significativamente più bassa degli altri canali. I chioschi chiudono pochi giorni l’anno, aprono prima dell’alba, fanno orario continuato e sono diffusi nel territorio, sia in centro che in periferia. Ma non è questa la sola idea innovativa che la crisi economica ha prodotto nel settore. Agli italiani non difetta la fantasia.

A Trento, la domenica, un’edicola del centro diventa luogo di scambio delle figurine, “dammi Ronaldo, io ti dò Romagnoli e Gagliardini”, un modo per coinvolgere i bambini e per vendere giornali e riviste ai genitori che li accompagnano. A Palermo un altro chiosco punta sui libri nuovi, usati e d’antiquariato che vende anche online, su ebay. Lo spazio riservato ai quotidiani e ai periodici si è quasi dimezzato, vanno un po’ meglio le pubblicazioni per l’infanzia. Ma di fronte all’ultimo giallo di Andrea Camilleri è difficile resistere per un cliente-lettore abituale, che può scegliere anche tra i libri antichi. E a Roma c’è chi vende i giornali con un calice di vino e l’aperitivo in piazzetta.

Quale futuro si profila allora per il settore? C’è chi mette in discussione il vigente modello di liberalizzazione per limitare la vendita alle sole edicole. Chi propone di diversificare le attività con servizi per la pubblica amministrazione, tipo certificati e pagamenti. Chi, ancora, di aumentare la varietà dei prodotti per attrarre il maggiore numero di clienti. Chi, al contrario, vorrebbe ridurre il numero dei titoli in edicola, specializzandosi. Chi reclama forme di sostegno pubblico e credito d’imposta fisso, bonus-lettura per i clienti più fedeli, promozioni commerciali tipo 2×3 o di alzare la percentuale sul prezzo di copertina. E chi vagheggia una rivoluzione digitale con giornali on-demand nell’edicola trasformata in centro stampa. Staremo a vedere.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login