Se la gelosia è l’agonia della carità, lo scandalo è la morte della carità; se la gelosia mortifica il bene dei fratelli, lo scandalo tenta di distruggere il bene che è nel cuore degli altri. Per questo lo scandalo è un peccato che grida davanti a Dio, perché è il rovescio della carità e quindi l’opposto del comportamento di Dio. Gli scandali pre-giudicano la salvezza, perché impediscono il vero bene che possiamo mettere sulla strada degli altri con la nostra cattiva condotta.
«Se lo spazio dove cammina Dio è il cuore dell’uomo, se il vento gagliardo dello Spirito ‘soffia dove vuole’, il giudizio sui ‘nostri’ non ci appartiene. Ma un criterio ci è rivelato per riconoscere, al di là di tutti i marchi di garanzia, la vera appartenenza alla comunità dei ‘suoi’: è quel ‘fare nel suo nome’ che sa compiere il miracolo.
“Nel suo nome” definisce la sequela autentica. È il primo, vero, essenziale passo nella direzione della verità intera, che immette misteriosamente, meravigliosamente, nella logica evangelica, nel cuore della buona notizia. “Nel suo nome” significa: come ha detto lui, come ha fatto lui, con tutto l’amore, anche noi. Chi agisce nel suo nome, e cioè amando e servendo soprattutto il ‘piccolo’ e il ‘povero’, non può essere ‘contro’, dovunque si trovi, qualunque cosa faccia, a qualsiasi ‘parrocchia’ appartenga» (A. Anzani Colombo).
Segno contrario all’amore che unisce e unifica è l’invidia che rode il cuore come un tarlo alla vista di un’opera buona compiuta da un ‘estraneo’; o la rivalità che inventa gare di successo apostolico per solo amore di campanile. La gelosia del bene altrui spegne la bellezza della propria virtù e, forse, è lo specchio impietoso di una compiacenza per la propria capacità di bene quasi fosse da ascrivere al proprio merito, mentre tutto è grazia. E la grazia è infinita, insegue ogni uomo, nessuno escluso, e può raggiungerlo fuori dagli schemi, fuori dai tempi e dai luoghi umanamente prescelti e convenuti.
La grazia non conosce steccati, non ha pareti che possano rinchiudere o definire, non cede ai ricatti e alle gelosie, è libera e potente. L’unica meravigliosa gelosia possibile è quella di un Dio che, volendo per sé ogni uomo, è venuto sulla terra e non si stanca di cercarlo.
«Occorre preferire Gesù, scegliere l’Unico necessario. Le conseguenze di tale scelta possono andare molto lontano, e gli esempi che fa Gesù ci fanno paura, presi alla lettera: ‘taglia la tua mano, taglia il tuo piede, cava il tuo occhio‘. Solo il Figlio di Dio può parlare in questa maniera. E lo fa parlando ai discepoli che, inizialmente, hanno già abbandonato tutto per seguirlo, cioè a credenti che forse l’amano veramente. Fuori dal contesto dell’amore, nessuno potrebbe parlare così. Infatti gli strappi e i tagli hanno senso solo perché si rinuncia a qualsiasi cosa per colui che si ama: Gesù» (A. Louf).
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