Il maestro e la maestra per noi alunni erano tutto, tutto quello che umanamente parlando si potrebbe immaginare, erano il nostro punto di appoggio, una voce che arrivava dritta al cuore senza dover per passare per tratturi incolti, l’incoraggiamento quotidiano, erano le persone che ci insegnavano le discipline, le canzoni, la musica, la storia, che recitavano poesie cariche di buon senso e di profonda umanità, erano coloro che ci prendevano da parte e che spendevano sempre una parola in più per farci capire la forza e la bellezza di un sentimento, l’importanza di essere attenti, studiosi, impegnati, rispettosi, onesti, capaci di chiedere scusa e di essere disciplinati, di fare sempre il proprio dovere.
La scuola era l’approdo giornaliero delle nostre aspirazioni e anche quando capitava di essere puniti con una nota o con una bacchettata, all’impulso iniziale subentrava il senso di un ordine di fronte al quale eravamo tutti uguali, docenti e alunni, a nessuno era dato di prevaricare sull’altro, ciascuno doveva avere ben chiaro che cosa doveva fare e come doveva comportarsi. Erano i tempi della scuola della disciplina, quella del voto di condotta, quella in cui il docente faceva il docente e il genitore faceva il genitore, una scuola in cui ciascuno aveva un ruolo preciso e in cui bisognava rigare diritto, studiando le materie e rispettando compagni e docenti.
Una scuola normale dunque, dove l’educazione godeva di un ruolo fondamentale e dove s’imparava sapendo che il rispetto era la condizione fondamentale. Era anche una scuola molto attenta, capace di regalare un sorriso e un aiuto, sempre pronta a dimostrare la bellezza di un miglioramento, una scuola pronta ad affrontare il difficile cammino dei giovani, creando le giuste coordinate.
Il bullismo? Qualcosa del genere poteva anche profilarsi, ma il sistema era molto coeso e soprattutto sapeva sempre che cosa opporre, non si poneva troppi dubbi, non cercava sempre di scagionare o di indulgere, la disciplina aveva un ruolo preciso e tutti ne erano responsabili, ogni componente aveva il proprio ruolo e lo doveva esercitare senza forme di esacerbato buonismo.
L’insegnante è una figura splendida, è grazie a lui se la vita comunitaria diventa sempre un pochino di più comunità, è grazie a lui se i giovani diventano adulti con la coscienza di chi sa esattamente quali siano i propri diritti e i propri doveri, è grazie all’insegnante se una comunità si attrezza per creare forme di bene, di legalità e di giustizia, è grazie alla scuola se il cittadino diventa alfiere della comunità sociale, culturale e politica nella quale vive.
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