(S) Quale scegli tra i due grandi temi in discussione in questa settimana, emergenza clima e accordo di Malta sui migranti dalla Libia?
(C) Veramente mi sarebbe piaciuto dedicare un’intera apologia all’anidride carbonica (CO2), ma mi rendo conto che il compito di una rubrica di approfondimento, sia pure esercitata col metodo del paradosso, è cercare di portare alla luce le verità nascoste nel comportamento delle persone, siano potenti della terra o semplici cittadini, lavoratori o consumatori. Considerazioni scientifiche di alto livello sarebbero fuori della mia portata.
(O) Vorrei osservare che ci sono molti legami tra i due temi proposti da Conformi, di cui il principale è che i governi e l’ONU stessa li affrontano con superficialità, propongono palliativi e non veri rimedi, scaricano il problema, che è globale, sul vicino più debole, per esempio l’Europa su Italia e Grecia e gli USA sul Messico; pensando solo al proprio interesse immediato, magari solo elettorale. Quindi non preoccuparti della coerenza e della completezza di una proposta alternativa, esponi le tue critiche. Il desiderio di vivere in un mondo migliore è comune a tutti, sovranisti, (o patrioti come li chiamerebbe Trump e forse anche Conformi), e globalisti.
(C) Premetto che do per acquisito il fatto del cambiamento climatico, anche in base alla sola personale esperienza di frequentatore dell’alta montagna: constato di persona l’arretramento dei ghiacciai alpini e per prove irrefutabili di quelli artici. Ma ho molti dubbi sulla vera causa, o piuttosto sulla principale, ma non sta a me dare una risposta su un problema che divide gli scienziati. Mi stupisce tuttavia che al centro delle attenzioni dei salvatori del clima ci sia solo questa ‘povera’ e diffamata anidride carbonica. In primo luogo perché non è il principale né il più potente tra i gas-serra. Il principale, ma anche il più necessario è (qualcuno ve l’ha mai detto?) il vapore acqueo: chi mai potrebbe immaginare di farne a meno o di limitarne la produzione; un altro è il metano, meno presente della CO2 ma molto più potente. Solo da poco tempo si fa mente locale sul fatto che il metano di origine animale sfugge ad ogni possibilità di recupero e che l’aumento del consumo di proteine animali, in rapida crescita nei paesi in via di sviluppo potrebbe essere una causa non secondaria dell’effetto serra. Ma davvero pensiamo di poterlo sostituire con la bistecca artificiale?
Ma torniamo all’anidride carbonica: la definivo povera e diffamata per un semplice e chiarissimo motivo: se non ci fosse, non ci sarebbe vita sulla terra. Il mondo vegetale, da cui dipende ovviamente anche quello animale, esiste solo in quanto ha la capacità di assorbire CO2 e di trasformarla attraverso la sintesi clorofilliana nelle molecole base della vita. Questo a partire dai primordiali batteri che per convenzione chiamiamo anaerobici, perché non hanno bisogno di ossigeno per riprodursi, anzi lo producono e lo rilasciano nell’ambiente.
(S) Come dire che non è l’ossigeno la fonte della vita, ma al contrario la vita primordiale ha preso l’ossigeno dalla molecola dell’anidride carbonica e lo ha donato ad altre forme di vita, quelle che chiamiamo aerobiche e che hanno avuto la spettacolare evoluzione che arriva fino a noi.
(C) Esattamente. Ancora oggi, dopo miliardi di anni di evoluzione, la presenza dell’ossigeno dipende dal ciclo dell’anidride carbonica; questo dice dell’importanza della preservazione delle foreste nel mondo, ma non deve far dimenticare che la suddetta CO2 è proprio ciò che le rende vitali, come fertilizzante e come materia prima.
(O) Questo non toglie che lo sconsiderato spreco di risorse energetiche fossili, quando si hanno a disposizione risorse rinnovabili non inquinanti sia da eliminare. Quindi prendiamo ad esempio Greta Thunberg, che tu non vuoi candidare alla santità, ma che io ammiro perché si è presa la briga di traversare l’Atlantico in barca a vela per non produrre anidride carbonica viaggiando in aereo.
(S) Non è, invece, un esempio da imitare, è solo un’azzeccata scelta pubblicitaria, un’idealizzazione mitica, un comportamento da star: il mezzo scelto per il viaggio, se avesse dovuto pagarne tutte le spese, sarebbe stato estremamente costoso. Prova tu a chiedere un passaggio in barca per Nuova York, se proprio non vogliamo valutare il costo di noleggio di una barca come quella, equipaggio compreso: sostenibile solo da zio Paperone. Tanto che i suoi collaboratori sono arrivati a Nuova York in aereo. Alto costo significa spreco, di lavoro umano, ma anche di energia, sia pure in forma diversa. Non sto a calcolare il consumo energetico, in termini di lavoro umano, che sempre lavoro è, calcolabile in valori di fisica meccanica, suo e dell’equipaggio, spalmato su molti più giorni. In sintesi, se un mezzo di trasporto costa meno di un altro, una ragione c’è: fa fare meno lavoro, cioè, in termini di fisica classica, consuma meno energia.
(C) Del tuo complicato ragionamento afferro e condivido la conclusione: si è trattato di una idealizzazione, che non è propriamente una fake news, ma un modo per attirare l’attenzione sul personaggio/messaggero e non sul messaggio. Infatti lo stesso discorso di Greta all’ONU non poteva e non voleva essere un’affermazione documentata scientificamente, ma solo, in senso comunicativo, molto efficace perché non contestabile, non falsificabile, direbbe Popper, ma l’ espressione di uno stato d’animo largamente diffuso nella sua generazione.
(S) Sentimentalismo, anche se molto efficace. Ma perché questo disagio generazionale si appunta così drammaticamente sulla questione del clima e non su quelle del lavoro o della povertà o delle guerre? Non sarebbero altrettanto e forse più importanti?
(O) Ecco che siamo arrivati alla connessione col tema dei migranti! Non tanto per i possibili danni che il cambiamento climatico può portare nei paesi più poveri dell’Africa e dell’Asia, ma perché governi e, soprattutto, finanza globale non intendono impegnare risorse per migliorare la vita delle persone, a casa loro o nei luoghi di accoglienza: questo non crea reddito tanto quanto la creazione di nuovi prodotti. Il nuovo prodotto, rispondendo a nuovi bisogni, elude per un certo tempo la logica concorrenziale del mercato, assicura margini di guadagno più ampi e fa risalire quello che il vecchio Marx chiamava ‘saggio di profitto’, la cui caduta in regime di concorrenza perfetta, avrebbe prodotto la crisi del capitalismo.
(C) Esatto. Faccio un esempio. Come il mondo capitalistico può rimediare alla crisi dell’auto? Incolpando d’inquinamento gli attuali mezzi di trasporto e proponendo la loro sostituzione con prodotti più ‘avanzati’ che hanno soprattutto il merito di consentire margini di profitto più alti: l’auto elettrica o quella senza guidatore. La stessa cosa vale per i migranti: permettere che in Europa o in Nord America ne entri un certo numero, regolari o anche no, consente di tener bassi i salari di certe occupazioni ormai rifiutate dalla maggior parte dei nostri giovani e quindi di non far cadere il saggio di profitto. Quanto al generoso proposito: ‘aiutiamoli a casa loro’, in teoria sarebbe umanamente più giusto e potrebbe anche avere successo in quanto gli investimenti in paesi in via di sviluppo offrirebbero rendimenti più alti, ma per l’imprenditore medio-piccolo il rischio maggiore è decisamente scoraggiante e per la multinazionale la musica non cambia: conta solo il profitto. Per gli Stati, la difficoltà è ancora maggiore: impegnare risorse economiche rilevanti fuori dai confini, quando non si riesce a far fronte alla crisi del welfare interno, non aiuta certo a vincere le elezioni.
(S) Devo dedurre che il vantato accordo di Malta è solo fumo negli occhi?
(C) Proprio così! Non solo per la provvisorietà e la parzialità che hanno rilevato anche i ‘normali’ commentatori politici, ma perché non va alla radice della questione, che come nel caso del clima richiederebbe davvero uno sguardo che chiamo globale, per intenderci, ma più precisamente sarebbe definibile secondo la misura dell’ interezza: in greco classico si direbbe kat’olon. Ma per non essere né sovranisti, né globalisti occorrerebbe avere uno sguardo capace di andare oltre, in una parola: trascendente.
La difficoltà di avere questo sguardo ‘cattolico’ porta a fraintendere le parole del Papa su ambiente e migrazioni e a ridurle al moralismo della bontà, a non comprendere che nascono dalla stessa concezione della natura umana che rifiuta aborto ed eutanasia ed ogni altra forma di relativismo e di esasperato individualismo. Quindi il suo insegnamento sui temi sociali è rifiutato da destra e strumentalizzato da sinistra, quello sui temi morali è rifiutato da sinistra e strumentalizzato da destra.
(S) Siamo dunque irrimediabilmente preda del nichilismo?
(C) Cerco di ancorarmi alle parole di un grande poeta Thomas S. Eliot che aveva capito molti anni fa la direzione drammatica presa dalla mentalità dominante in Europa e negli Stati Uniti e che diede alla sua opera principale il titolo: “The Waste Land”. Nella traduzione italiana è ormai consolidato il titolo “La terra desolata”, ma a me piace di più il senso letterale, di Terra Spazzatura, Rifiuto, Scarto. Al pessimismo di questo canto rispondono i Cori della “Rocca” “The Rock”(1), di cui suggerisco un piccolo saggio:
In luoghi abbandonati Noi costruiremo con mattoni nuovi Vi sono mani e macchine E argilla per nuovi mattoni E calce per nuova calcina Dove i mattoni sono caduti Costruiremo con pietra nuova Dove le travi sono marcite Costruiremo con nuovo legname Dove parole non sono pronunciate Costruiremo con nuovo linguaggio C’è un lavoro comune Una Chiesa per tutti E un impiego per ciascuno Ognuno al suo lavoro
(Permettetemi un’altra osservazione alla consolidata traduzione del titolo di questo dramma incompiuto, di cui Eliot ha composto solo i cori; se si tratta della Chiesa non si deve tradurre la ‘Rocca’, come una fortezza in cui rinchiudersi, ma la Roccia, il fondamento sicuro su cui costruire la città degli uomini. Credo, scusate la presunzione, che anche Francesco, che non ama una Chiesa rinchiusa su se stessa, sarebbe d’accordo.)
(S) Sebastiano Conformi (C) Costante (O) Onirio Desti
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