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Il Viaggio

AL DI LA’ DEL MARE

GIOIA GENTILE - 13/09/2019

Le “Tavole Palatine” a Metaponto

Le “Tavole Palatine” a Metaponto

“Al di là del mare”: già nel nome Metaponto evoca imprese temerarie, mostri marini da affrontare e vincere, personaggi mitici. Quando i Greci approdarono sulla costa dell’odierna Basilicata, alla fine del VII secolo a.C., non avrebbero potuto trovare un termine più efficace per definire quella che sarebbe diventata una delle più importanti colonie dell’Italia meridionale. Era, appunto, per loro, un altrove. Che, tuttavia, sarebbe diventato casa.

Entriamo in quel sito archeologico senza pagare alcun biglietto. L’ingresso è libero e già questo – al di là delle considerazioni pratiche che mi farebbero ritenere opportuno il contrario – ci dà la sensazione di incamminarci direttamente nel passato, percorrendo a ritroso le vie della storia. Antonio, l’amico che ci guida, critica la scarsa manutenzione del verde circostante, protesta per l’erba alta che minaccia i sentieri, ma Danila ed io non siamo d’accordo: ci sembra che la vegetazione spontanea non sia un affronto alle rovine che stiamo per vedere, ma quasi una protezione, come se la natura volesse nasconderle al turista mordi e fuggi ed accompagnare l’osservatore più attento alla scoperta di una realtà che è diventata parte della natura stessa e che, come la natura, resiste e si sottrae al controllo umano. Del resto, la mano dell’uomo è presente – ed è una piacevole sorpresa – nell’ininterrotta teoria di oleandri multicolori che bordano i viali di accesso alle Tavole Palatine. Il nome probabilmente vuole ricordare le lotte contro i Saraceni dei paladini di Francia. In realtà sono i resti di un tempio di Hera: due ordini di colonne doriche che si ergono imponenti al centro di un’ampia spianata. Nient’altro, ma la loro suggestiva semplicità, la luce e i colori di un giugno ormai estate e il pensiero che forse anche Pitagora ha camminato tra queste pietre mi fanno sentire al centro della civiltà mediterranea, dove affondano le mie radici.

Rinunciamo a visitare i siti circostanti e il Museo archeologico di Metaponto perché optiamo per quello della Siritide, a Policoro: due musei in un giorno sarebbero troppi anche per noi, che guardiamo con interesse alle vestigia del passato. A dire il vero, eravamo un po’ prevenute nei confronti di questi musei. Come vuoi che siano, nel profondo Sud? Qualche saletta polverosa con alcuni reperti mal tenuti: più o meno era ciò che pensavamo. E invece rimaniamo senza parole per la sorpresa: numerose sale, climatizzate, spaziose, pulitissime, pavimenti a specchio, teche che si illuminano al nostro passaggio e che proteggono i rinvenimenti più significativi delle due città greche di Siris e di Herakleia (antico nome di Policoro, appunto). E, ancora, reperti provenienti dai centri indigeni dell’entroterra e risalenti fino al IX secolo a.C. Alle pareti, non solo pannelli esplicativi, ma anche le immagini e le mappe degli scavi che portarono alla luce i pezzi esposti in ogni sala. Si scende poi, per un’ ampia scalinata, al piano sottostante, altrettanto ricco; e, a quanto ci dicono, nei sotterranei sono custoditi altri numerosissimi reperti e ne continuano ad affiorare dal sito circostante. Ci vergogniamo dei nostri pregiudizi e, a questo punto, vorremmo anche visitare gli esterni, ma il caldo impietoso ci induce a rinunciare. Mentalmente rimandiamo l’escursione al prossimo viaggio in Basilicata.

Così, dopo qualche ora di riposo, scegliamo di fare una rilassante passeggiata sul lungomare di Policoro, un ampio percorso lastricato che, da un lato, costeggia la spiaggia e dall’altro confina con un’estesa pineta di piante secolari solcata da strade ben curate, dove il sole fatica ad entrare e dove si può godere di una piacevole frescura. Anche questa una sorpresa: chi se l’immagina, nell’arido Sud, un’oasi così?

 la seconda volta che vengo in Basilicata e più la conosco, più mi viene voglia di tornarci. Perché mi è chiaro, ormai, che non c’è solo Matera, che pure è un unicum spettacolare: ci sono tanti altri luoghi da scoprire in questa terra incredibile e ricchissima, e una vacanza non basta. Neppure due.

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