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Società

MEDITAZIONE

RENATA BALLERIO - 13/09/2019

romiteRainer Maria Rilke nel 1903 scriveva ad un giovane poeta e lo faceva riflettere su come fossero le sue giornate. “Se la sua giornata le sembra povera, non l’accusi; accusi se stesso”.

Anche senza accuse, scavare nella nostra coscienza e porci qualche domanda, male non fa. Le occasioni non dovrebbero mancarci. Forse la trentina di persone, che sabato 7 settembre nella sala delle rondini del centro di spiritualità delle suore romite del Sacro Monte sopra Varese hanno ascoltato la testimonianza di come viene vissuta una giornata nella quiete armoniosa della clausura, hanno avuto questa occasione.

Se il Sacro Monte è un innegabile gioiello turistico, il centro di spiritualità, inaugurato nel 2007 dopo la ristrutturazione dell’architetto Rocco Magnoli, varesino d’adozione e celebre in tutto il mondo per essere l’architetto della moda e di Versace, è un luogo non turistico ma un vero luogo dell’anima. Attualmente nel convento vivono ventisette suore, rispettose di quella Caterina di Pallanza che lì vi giunse nel 1450, probabilmente quindicenne, e che, insieme a Giuliana, fu riconosciuta beata dalla Santa Congregazione dei Riti il 12 settembre 1769.

Una lunga catena temporale che giunge fino a noi e che obbliga, come ha fatto il 7 settembre Suor Paola per gli amici dell’Associazione del sacro Monte, a pensare in un modo diverso al tempo.

Per diventare a pieno titolo suora di clausura il percorso dura circa sei anni. Prima dei voti solenni facendo propri i simboli della loro scelta così radicale, come il velo nero indicante il dolore per la passione di Cristo e l’anello, le suore vivono un tempo di formazione e di preparazione che è stato dilatato da recenti disposizioni papali. Suor Paola, addetta all’accoglienza, non si esprime su questa disposizione ma si limita con serena pacatezza ad affermare come questa nuova regola vale per tutto il mondo in cui ci possono essere esigenze diverse. Sembra una provocazione alla frenesia dei nostri tempi in cui, però, non dobbiamo dimenticare come il tempo della storia dialoga con il tempo individuale. Le serene meditazioni fatte da una suora di clausura non portano ad una quiete interiore ma sono un continuo smuovere le nostre tranquille certezze.

Un esempio? La comunità – afferma suor Paola – è ben informata del mondo: leggiamo e commentiamo i giornali, ascoltiamo i visitatori non per curiosità ma per accogliere nella preghiera il mondo. In fondo tutto ciò ricorda che noi non abitiamo il mondo ma il mondo abita in noi. O meglio dovrebbe abitare in noi se lo sappiamo accogliere. Per restare umani perché senza l’altro non ci sono neppure io, come ben afferma la saggista- filosofa Donatella Di Cesare. E ci sono tanti modi per farlo, come insegnano e testimoniano le suore di clausura del Sacro Monte, che cadenzano la loro giornata tra preghiera individuale e collettiva, tra lavoro, come il laboratorio di restauro in funzione dal 1969 grazie alla guida di Carlo Alberto Lotti, e studio.

Un’armonia da conquistare perché le giornate di ognuno di noi non siano povere, soprattutto dopo le frenetiche ( forse) vacanze estive.

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