L’artista Ugo Nespolo è a Milano con una grande mostra curata da Maurizio Ferraris, “Fuori dal Coro”, dedicata alla sua lunga attività. Promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Studio Nespolo è realizzata grazie a Fondazione Bracco, con il supporto organizzativo di Skira, editore del catalogo.
Distribuite nelle sale dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale per illustrare in sintesi il lavoro di una vita d’ artista, poliedrico e attivo come lui sa essere, anche duecento opere sembrano poche. Per una vita così, dai mille interessi, che può permettersi solo chi lavora e si diverte e dice la sua nel bene e nel male, senza paura di perdere il posto quando ci si alza per guardar fuori dalla finestra. Un lungo viaggio che la mostra insegue lungo quella che si rivela una complessivamente gioiosa, ma anche serena e formidabile navigazione.
Ecco forse perché ”Fuori dal coro”, un titolo autoironico ma significante.
Rivendica l’orgoglio di un uomo che ha sempre cercato di divertirsi nel proprio lavoro- facendone un’attività dal sapore artigianale. Cioè mai lontana dalla realtà del fare, del toccare con le mani. Come gli artisti veri usano. Lo dimostrano i tanti materiali utilizzati: stoffa, carta, legno, metalli, ceramica, vetro.
E lo dimostra il suo cammino iniziale partito dall’Arte Povera.
La mostra racconta, come ogni passata rassegna di Nespolo, che il ragazzo innamorato dei colori, studente all’ Accademia Albertina di Belle Arti, con anche una laurea in Lettere, è stato grande amico di Enrico Baj, avendolo frequentato negli anni Sessanta in gioventù. Presentati da Pierre Restany alla galleria Schwarz, dove si annida il meglio dell’arte: Baj, ma anche Duchamp, Picabia, Scwitters, Arman.
E se allora ripensiamo al titolo che è stato scelto qui, appare proprio come una dichiarazione di libertà chiara e netta, simile ai manifesti dei Patafisici quali erano lui ed Enrico.
Che però ci pare, tanta giovanile serietà, ironicamente smentita da tutti quei colori che NESPOLO si è sempre tirato dietro, dalla simpatia -‘contagiatagli da Baj’- per un lavoro in forma giocosa.
Per esempio i suoi Puzzle, pezzi in legno coloratissimi, tagliati e assemblati in modo irregolare, osservateli in mostra, hanno lo stesso spirito ironico e allegro degli scombinati personaggi di Baj rifiniti con bottoni, passamanerie e altri prodotti da merceria.
Simpaticissimo istrione dell’arte contemporanea, che non stava mai con le mani in mano, Baj era tra l’altro andato ad abitare in quel di Vergiate con la famiglia, in una villa di cui lui e la moglie si erano innamorati a prima vista, per metterci casa e studio.
“Vulcanico” aveva raccontato la moglie Roberta, che gli viveva accanto giorno e notte, a chi cercava di saperne di più sull’ esuberante personalità dell’artista.
Ecco, vulcanico anche Ugo.
Amico di Pistoletto, di Lucio Fontana, di Mario Merz e Alighiero Boetti con Mario Schifano dà vita al Cinema degli artisti dove proprio loro sono gli attori. E riesce a conoscere Warhol e Yoko Ono e anche Fernanda Pivano che lo mette in contatto con la beat generation di Jack Kerouac e Allen Ginsberg: è Allen il protagonista del film A. G. del 1968.
La passione per il cinema gli resta per la vita e lo porta alla realizzazione di pellicole premiate di recente dalla critica, come ampiamente documentato a Palazzo Reale.
Ecco perché il cinema, coi manifesti coloratissimi in vista nelle sale disegnati poi anche per altri, ecco perché il teatro e la scenografia, la voglia di occuparsi di melodramma e dei suoi costumi: per Turandot, madama Butterfly, L’ elisir d’ amore di Donizetti. In Italia ma anche all’estero.
Ecco perché il design, il lavoro pubblicitario, i manifesti per Campari, Swatch, BMW e tanto altro: diciamo la verità, gli piace questo mondo in movimento, coloratissimo come gli Eden disegnati dall’Enrico nelle mostre di New York. Se ci buttiamo l’occhio ogni tanto- ma basta la televisione-uno dei mondi più seri e migliori per chi ha voglia di lavorare bene divertendosi.
Lavorerà anche per Il Giro d’ Italia e i Mondiali di calcio: ancora gioco e vita.
Vulcanico anche a New York, tra gli anni Settante e Ottanta. Dove si sente un uomo da marciapiede ma non dimentica e quasi rimpiange l’arte di chi considera come maestro, il suo amato Depero: perché mette al primo posto quell’ artigianalità nobile e domestica che sa di pagnotta fatta in casa. Neppure dimentica l’esempio di Fontana, che a sua volta andrà poi negli anni maturi a sciacquare i suoi panni d’artista nella quiete familiare del lago di Comabbio.
Di Lucio, si ritrova nelle sale milanesi l’eco del suo fare nella fragilità romantica delle maioliche e dei vetri dipinti da Ugo: di Estate berlinese, Oriente. Barocco e Frammento Problematico.
Non lasciatevi mancare la visione delle sue opere più note: l’innovativa Fuga in avanti, 1978 e il Window Poem (1984) boettiano, oppure I Numeri e le Lettere e Lavorare, Lavorare, Lavorare, preferisco il rumore del mare la cui celebre copia alta 10 metri si trova nel Comune di San Benedetto del Tronto inaugurato alla presenza di Renzo Arbore.
Insomma, un grande artista giocoso ma serio, vicino ai più grandi perché, se non si impara a giocare fin da giovani, non si può essere adulti seri.
Il colore è poi sempre la pellicola che fa più divertente il mondo. E il colore di Nespolo invade le sale, i puzzle, i manifesti, i modellini utilizzati per le scenografie del teatro, suo grande amore accanto al cinema.
Si può però vedere il mondo così solo se si sa riconoscerne anche il suo film in bianco e nero.
Come l’opera “Molotov”, in mostra anche questa, presentata nel 1968 alla galleria “Il punto di Torino”. Quegli anni sono la pellicola grigia di un’adolescenza che non si è fatta corrompere dalla bugia dei maestri, che ha distinto tra Verità e menzogna (1969) sapendo che Un’alternativa logica esiste.
La vita di Nespolo è la vittoria della logica.
E del colore.
Nespolo fuori del coro
Milano, Palazzo Reale, fino al 15 settembre 2019
Catalogo Skira
Ingresso gratuito
Orari
Lunedì 14.30-19.30
Martedì 9.30-19.10
Mercoledì 9.30-19.10
Giovedì 9.30-22.30
Venerdì 9.30-19.30
Sabato 9.30-22.30
Domenica 9.30-19.30
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